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01/11/2025

Venezuela, il mercato del caos. Con posizione dominante USA

L’embargo e la guerra finanziaria contro il Venezuela da parte degli Usa hanno creato enormi danni economici e sociali al paese sudamericano nel corso degli ultimi anni. Nel momento in cui si prospetta un intervento diretto statunitense proprio in Venezuela è meglio capire cosa sta accadendo facendosi una domanda: Washington vuole portare ordine a Caracas oppure finirà per alimentare ulteriormente il mercato del caos che ha fatto crescere negli anni?

Andiamo per gradi.

Prima di tutto il Venezuela non è tanto un stato fallito, che produce soprattutto perdite economiche e finanziarie, quanto un sofisticato mercato del caos nel quale l’instabilità è la merce principale. Nelle economie funzionanti è la stabilità politica e sociale a favorire la produzione di valore economico e finanziario. Nel caso del Venezuela è l’instabilità a produrre valore con attori militari, economici e finanziari che la alimentano: è il mercato del caos dal quale si estrae ricchezza mentre la popolazione viene ridotta in miseria. Gli Stati Uniti, nella guerra ibrida contro il Venezuela cominciata con la prima vittoria elettorale di Chavez, hanno alimentato questo mercato del caos adesso sembrano portare ordine, quello tipicamente imperialista, attraverso un intervento militare. Ma è davvero così? Sono queste le coordinate con le quali leggere quello che sta accadendo?

Nel mercato del caos, si crea una rete complessa e non ufficiale (dipartimenti governativi, fondi speculativi, trader ombra, signori della guerra ibrida, persino ONG e strutture di cooperazione internazionale) che estrae profitto e potere dal collasso permanente del paese. Le sanzioni USA sono diventate il motore di questo sistema che ha alimentato un mercato ombra del petrolio venezuelano, comprato a prezzo molto scontato causa embargo, rivenduto poi a prezzo pieno. Sul piano finanziario i fondi di Wall Street hanno scommesso sul default venezuelano, acquistando il debito di Caracas portato a prezzi stracciati, e ora usano i tribunali americani per pretendere, dallo stesso governo di Maduro, pagamenti integrali a causa del default, ostacolando una soluzione sostenibile. Elliott Management, proprietario ombra del Milan, e Autonomy Capital sono tra i fondi specializzati in queste operazioni. È chiaro che il mercato del caos, come qualsiasi occasione di estrazione di profitto, non ha potenzialità infinite ma un intervento USA in Venezuela è configurabile come un passaggio dal caos all’ordine, classicamente imperialistico, oppure come un passaggio di stato nell’economia del disordine ?

Per gli USA, la caduta di Maduro offre vantaggi chiari: una vittoria geopolitica, la normalizzazione energetica, il contenimento migratorio e la riapertura di un mercato, quello interno del Venezuela. Ma i fattori contrari sono enormi e pericolosi: il rischio di un vuoto di potere e di una guerra civile tra fazioni, il costo astronomico della ricostruzione, la trappola del debito con i fondi avvoltoio a caccia di risarcimenti emessi dagli stessi tribunali americani. Inoltre, l’economia del caos è un virus resiliente: sopravviverà alla caduta di Maduro adattandosi e mutando: può riprodursi attraverso la “criminalità legittimata”: con le opposizioni oggi legate al crimine che potrebbero entrare in un nuovo governo, mantenendo il controllo dei feudi illeciti.

Un altro scenario è la trasformazione del Venezuela nella Libia del cono sudamericano, tramite il fenomeno che viene chiamato”warlordism”: la frammentazione del paese in zone controllate da signori della guerra autonomi, che territorializzano il caos. Inoltre, anche la ricostruzione può diventare un nuovo mercato parassitario inservibile per ogni progetto di ordine, come già avvenuto in Afghanistan, con appalti “opachi”, tangenti, corruzione diffusa nella cooperazione internazionale e aiuti dirottati. Le reti criminali transnazionali, infine, sono troppo radicate per scomparire; troverebbero semplicemente nuovi partner nel nuovo establishment post-Maduro.

Gli USA minacciano quindi un atto di forza ma nascondono una situazione ambigua che sta tra l’implementazione dell’ordine imperialista classico e la creazione di una nuova economia del disordine. La caduta di Maduro rischia solo di aprire un nuovo, più pericoloso capitolo dello stesso libro del caos, con la popolazione venezuelana vittima di una situazione che ricorda quella palestinese.

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