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08/09/2013

Orwell in Italia, nuove puntate

Qual è la semplice ricetta di una società orwelliana? Far scomparire la realtà attraverso l'immagine e la coercizione del potere. L'Italia, paese di scarsa tradizione democratica secondo Debord, è da tanto tempo all'avanguardia nell'applicazione di questa semplice ricetta. Che cosa ci vuole per questa applicazione? Anche qui in fondo bastano ingredienti semplici: gli stessi contenuti ripetuti a reti unificate e un potere ossessivo nel desiderio di replicarsi e rimanere radicato.

Ma veniamo ai fatti: nei giorni scorsi Silvio Berlusconi, non un consigliere Pdl di Casamicciola, è stato definito dalla corte d'appello di Palermo come un soggetto che ha trattato organicamente con la mafia dal 1972 al 1992. La frase la si trova nel dispositivo, reso noto pochi giorni fa appunto, della sentenza Dell'Utri condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Già ma concorso esterno a favore di chi? Della mafia, appunto, e di Silvio Berlusconi. Anzi, il lavoro di Dell'Utri, secondo sentenza, consisteva nel tenere costantemente in contatto i due soggetti: mafia e Berlusconi. Ora, a parte il Fatto quotidiano (e Manifesto escluso), nessun giornale ha osato titolare in prima, ma nemmeno più in fondo nel giornale, questa notizia. E nessun tiggì ha messo la notizia nella scaletta. Salvo riempire le cronache sui "ricorsi"; sull'"agibilità politica", sullo squilibrio dei poteri tra magistratura e politica etc. Non si tratta qui di essere giustizialisti, né di avere una qualche fiducia a priori nella magistratura, ma di constatare come la realtà orwellianamente scompaia a favore di rappresentazioni che tengono in piedi un potere a reti unificate. 

Secondo fatto: l'Italia ha firmato il documento di denuncia degli Usa sull'uso di armi chimiche in Siria. Incidentalmente, anche qui per una volta fatta scomparire dal maistream, il ministro degli esteri non è d'accordo. Un dissidio da nulla tra presidente del consiglio e ministro degli esteri, sulla legittimazione di una guerra. Meglio far sparire tutto, non sia mai che si da una notizia... E sulla Siria non è previsto un voto parlamentare, si evita il rischio che capiti come in Gran Bretagna dove il parlamento respinge la guerra. Anche qui orwellianamente scompare tutto, ministro degli esteri e intero parlamento,  e largo spazio alle preghiere preventive di Papa Francesco.

Ma passiamo alla politica interna. Del secondo partito più votato in Italia, il PD, si sa tutto. Correnti, personaggi, posizionamenti, dichiarazioni, questioni interne e diplomatiche. Non parliamo delle iniziative (ehm) politiche. Anche se non ci va nessuno, o pochi intimi, l'intervista acritica al segretario PD è garantita. Per non dire dell'aspirante tribuno supremo del popolo trendy, Matteo Renzi. Il pluralismo si dirà. Incidentalmente capita che il primo partito più votato in Italia, il M5S, occupi il tetto della camera per protestare contro il possibile stravolgimento della costituzione. Pochissimo spazio nel mainstream, zero al merito dell'iniziativa e largo solo alle polemiche interne, per quanto autoalimentate (come negli altri partiti), allargate a dismisura. Se il primo partito votato in Italia sente in pericolo la costituzione non è notizia come non può esserlo il fatto che il leader del terzo, ma si pubblicano solo le notizie che sarebbe primo nei sondaggi (attendibilissimi, come sappiamo), è da sentenza soggetto beneficiario di transazioni con la mafia per un periodo pari ad un quarantennio. Altrimenti come farebbe Violante a discernere di diritto di difesa di Berlusconi nei processi e, come fece Letta Enrico (l'hanno fatto presidente per queste parole), "diritto di difendersi DAI processi da parte di Silvio Berlusconi"?

Resta l'economia, si dirà, comunque presidiata da dati oggettivi. Abbiamo già parlato nelle scorse settimane di come il -1,9% di Pil per fine dicembre sarà peggiore delle previsioni del governo (anzi, in primavera l'Ocse fu rimbrottata da governo e media italiani perché praticamente ci azzeccò ma allora non si poteva dire). Ma, invece godiamoci qualche dichiarazione. Come sappiamo, nel mondo magico dei media italiani, la ripresa è dietro l'angolo. Non si dice quale crisi ci sia stata, basta e avanza colpevolizzare il paese di essere "inefficiente" tanto che questo, che ha i pregi e i difetti di ogni nazione occidentale, ha finito per crederci (altro effetto Orwell). Si dice solo che la ripresa, appunto, è vicina. Bene, è notizia di oggi che la Frankfurter Allgemeine ha intervistato Trichet, ex presidente Bce, sulla situazione crisi a 5 anni da Lehman Brothers. Trichet andava bene due anni fa, quando si sbatteva in prima pagina per legittimare tagli a pensioni e articolo 18. Ma non oggi, infatti non è stato ripreso dai media italiani, quando dice che la crisi Lehman per l'Europa non è affatto finita. Meglio far parlare, a reti unificate, economisti pagati per inventarsi la ripresa o manager buoni solo per piazzare sé stessi e i propri prodotti finanziari.

Orwell scriveva "la libertà è poter affermare che due più due fa quattro. Se ciò è garantito, tutto il resto segue". Nel mondo dei media italiani di oggi è chiaro: non solo due più due non fa quattro ma chi l'afferma, assieme ai fatti che lo provano, scompare velocemente.

redazione 8 settembre 2013

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