18/02/2014
Estrema destra: l’anomalia portoghese
Nonostante i movimenti di estrema destra stiano crescendo in quasi tutti i Paesi del sud Europa, il Portogallo, grazie alla debolezza dei suoi leader e alla sua storia recente, resiste come una macchia bianca nel Mediterraneo, alla crescita dei fascisti.
Dal punto di vista geopolitico, il mito dell’impero portoghese che aveva costituito parte dell’immaginario collettivo tra i nazionalisti radicali, si era quasi completamente dissolto durante la metà degli anni 70, con la fine della dittatura di Salazar. I militanti più attivi durante l'epoca della guerra di difesa delle colonie, uscirono dalla politica nazionale, mentre gli attivisti politicizzati dopo la decolonizzazione, abbandonarono il mito dell’impero portoghese multirazziale e pluricontinentale.
Sul fronte economico, l’entrata del Portogallo nell’Unione Europea nel 1986, ha significato una profonda perdita di sovranità nazionale, l’asservimento alle politiche di sviluppo europee, e una sempre maggior dipendenza dai sussidi di Bruxelles.
Tutto ciò, ha portato l'estrema destra portoghese ad adottare una pronunciata politica anti-Europea, facendo perno sul mai completamente estinto orgoglio nazionalistico e imperialistico.
In termini sociali, durante gli anni '80 il Portogallo, da paese di emigrazione, diventò meta di immigrazione principalmente per l’arrivo di migliaia di migranti dalle ex-colonie africane verso le aree metropolitane che andavano a delinearsi, Lisbona e Porto. Questa veloce crescita demografica è stata accompagnata da un crescente sentimento di xenofobia, che ancora vive nella società portoghese, particolarmente nei confronti dell’enorme comunità di “retornados” dalle colonie africane. Lo sviluppo di sobborghi sempre più multiculturali e multirazziali ha avuto un forte impatto soprattutto nelle giovani generazioni. Molti giovani portoghesi, alla fine degli anni '80, si unirono a piccoli gruppi ultra-nazionalisti, caratterizzati da movimenti skinheads e promotori della supremazia della razza bianca.
Tutti questi fattori hanno contribuito alla nascita di nuova estrema destra, che mancava però in quegli anni (e manca a tutt’oggi) della capacità di formazione e organizzazione da parte delle generazioni precedenti. In questo modo, le nuove formazioni nascono slegate dalle nostalgie nazionalistiche “Luso-tropicali” (secondo cui il colonialismo portoghese era più “benevolo” degli altri colonialismi) e delle pratiche salazariste, e barcollano nella società attuale in cerca di una formazione più stabile e carismatica.
Questa nuova destra si è caratterizzata invece con un profondo etno-nazionalismo, e con l’idea della difesa di un puro e culturalmente omogeneo Portogallo Europeo.
Tra il 1985 e il 1991, il Movimento de Acção Nacional (MAN) ha attirato l’attenzione della stampa per alcuni episodi di violenza, compreso l’omicidio di un leader di estrema sinistra. Il MAN era un piccolo gruppo ultra nazionalista, quasi subito dichiarato incostituzionale, ma che ha avuto il “merito” di ricreare una élite politica radicale, che desse voce all’estrema destra portoghese del ventesimo secolo.
Dalla seconda metà degli anni '90, un nuovo gruppo radicale, l'Aliança Nacional (AN) è riuscito a far convergere la vecchia generazione salazarista con alcuni elementi della nuova estrema destra. L’AN non è mai riuscito a raggiungere le firme necessarie per registrarsi come partito alla Corte costituzionale ma per aggirare l'ostacolo, nel 1999 l’AN è confluito con una manovra di infiltrazione, nel Partido Nacional Renovador (PNR), ormai inattivo, mantenendone il simbolo e assumendone alcune idee.
Dopo alcuni anni di dispute interne l’ala di estrema destra del partito ha assunto la maggioranza e il diretto controllo del partito. Nel 2002, con Paulo Rodriguez prima e Josè Pinto Coelho poi (dal 2005) assunsero la segreteria del partito.
Questa nuova direzione, che aveva sconfitto l’ala salazarista, l’immagine del nazionalismo portoghese passò attraverso una revisione della sua politica, da profondamente chiusa e nazionalistica ad una più populista europea, più simile alle destre europee.
Nonostante formalmente accettino le regole democratiche, i loro discorsi sono sempre stati radicali e anti-sistema, portando avanti politiche anti-immigrazione e anti-islamiche. In termini pratici la nuova leadership ha vinto un posto in parlamento nel 2009, grazie a una campagna profondamente legata al territorio in tutto il Paese, ma non è mai riuscito a proseguire nella via istituzionale.
Nonostante un crescente radicamento, l'immagine del partito fu turbata dal fatto che alcuni suoi esponenti furono coinvolti in procedimenti penali a causa di atti criminali legati al movimento skinheads, che in quegli anni era una componente attiva del partito e, sotto la leadership di Mario Machado, era affiliato a gruppi neo-nazisti (International Hammerskin Nation). Nonostante questo processo di rinnovazione quindi, il partito è rimasto classificato come ciò che viene definito “vecchia estrema destra”.
Il PNR, non si è mai identificato con i valori della rivoluzione democratica del ‘74. Nonostante avesse abbandonato le caratteristiche del salazarismo, ha continuato a celebrare Salazar come il più grande statista portoghese del ventesimo secolo, e ad elogiare il suo regime autoritario nella difesa degli interessi nazionali e dei valori tradizionali.
Una serie di interviste a militanti del PNR durante il Congresso Nazionale del partito nel 2010, rivelano infatti come tutti i membri del partito siano insoddisfatti della via democratica Portoghese. La vedono come l’instaurazione di un regime partitocratico, controllato dalla solita élite politica. Gli attivisti nazionalisti sono in generale insoddisfatti dalle istituzioni: dal parlamento, al governo, al consiglio di stato e da tutti i partiti parlamentari, dalla destra (CDS-PP) all’estrema sinistra (Bloco de Esquerda, BE). Rigettano la dicotomia tra destra e sinistra, e l’auto- proclamata “identità nazionale”. La sola istituzione a cui i militanti guardano favorevolmente è la Chiesa Cattolica, che vedono come l'ultima speranza di difendere i valori tradizionali.
In termini strategici, il PNR non ha mai contato granché al di fuori dell’ottica europea.
La sua campagna politica si è basata in questi anni su dichiarazioni contro l’ingresso della Turchia nell’UE, contro l’adozione per le coppie omosessuali, reputato innaturale e contro le unioni civili, contro l’aborto, partecipando attivamente al movimento per la vita organizzato dalla chiesa; contro i crescenti livelli d’immigrazione dal Brasile; contro la mancanza di sicurezza da parte della popolazione nel post-apartheid sudafricano.
Gli eventi che hanno avuto più successo sono stati legati alle campagne contro l'immigrazione, che ha giocato e gioca tutt’oggi un ruolo vitale durante la presidenza di Pinto Coelho. In particolare, il PNR ha attratto l’attenzione dei media durante le manifestazioni xenofobe tra il 2007 e il 2008. Nella prima si era manifestato contro l'immigrazione e il multiculturalismo, a seguito di un episodio di criminalità commesso nella costa di Lisbona, ed è stata la più grande manifestazione di estrema destra dal dopo Salazar.
Nel 2008 il partito aveva lanciato la sua campagna con poster xenofobi: uno in particolare incoraggiava i migranti a tornare nei loro paesi d origine, e un altro che raffigurava delle pecore bianche spingere fuori dal paese delle pecore nere... queste due campagne hanno provocato diverse reazioni da parte dei giornali portoghesi. In ogni caso, le autorità di Lisbona avevano fatto togliere i manifesti, e il PNR gridò alla mancanza di libertà di espressione, vestendosi in questo caso da vittima della censura, e raccogliendo in parte la solidarietà generale.
Questi episodi, se non hanno contribuito all’allargamento del partito, hanno però radicalizzato la coscienza dei suoi militanti.
Dall’inizio della crisi economica e dell’intervento della Troika nel 2011, il partito ha iniziato ad usare toni più acerbi e provocatori, focalizzandosi per lo più sulla bancarotta causata dalla casta politica e sui danni della globalizzazione.
In generale però, l'estrema destra portoghese viene classificata come molto debole o inesistente. Uno dei motivi è probabilmente legato al lungo periodo di autoritarismo che il Paese ha vissuto fino ai recenti anni '70, e dimostra come la ferita degli anni della dittatura di Salazar sia in qualche modo ancora aperta e impedisca ancora la ri-emergenza di una qualsiasi forma di estremismo. Di fatto, l esperienza elettorale del PNR è stata ed è tutt’oggi molto debole, nonostante il rinnovamento etno-nazionalista del partito, in netta rottura con il mito del Portogallo Euro-africano e che abbraccia invece l'idea del Portogallo-puro Europeo.
Le campagne per le elezioni europee in cui il partito ha eletto alcuni membri segna praticamente il tentativo di rottura con la vecchia destra e quello di alleanza con l'estrema destra europea; con le elezioni europee il PNR sta tentando di rompere la sua posizione marginalizzata portando importanti temi e strategie tipiche delle nuove destre europee. Questo implica l'introduzione del linguaggio populista teso a identificare l'identità politica di estrema destra; un istanza anti-elitaria, che grida alla democrazia diretta; un certo grado di liberalismo economico in difesa del capitale nazionale contro la finanza globale; la condanna alla partitocrazia, il nuovo sistema di welfare statale, anti-europeismo in diretta contrapposizione agli interessi nazionali, e anti islamismo.
In ogni caso, il PNR non è risuscito a personalizzare e personificare a pieno queste politiche. L’estrema destra portoghese manca di un leader carismatico che favorisca questo decollo. Gli sforzi iniziali di Jose Pinto Coelho, la faccia ufficiale del partito ha fallito agli occhi dei mass media e dell’opinione pubblica. Dalla sua debolezza, altri partiti minori hanno preso forza, usandola per giustificare la frammentazione della destra radicale, che è causata più dalle differenze personali che ideologiche, programmatiche e strategiche.
Negli ultimi anni la nuova destra si sta focalizzando maggiormente sui problemi economici, legati alla crisi che affligge il Paese, accompagnati da discorsi sulla casta politica incompetente e pronunciandosi per la sovranità nazionale rubata dall’intervento della troika.
Il malcontento generale sta crescendo in Portogallo, ma nessuna di queste organizzazioni è riuscita fin ora a portare in piazza la popolazione su tematiche anti-sistema, fatta eccezione per alcuni piccoli episodi. Di fatto gli estremismi non sono premiati in Portogallo, né a destra né a sinistra.
Che spiegazione c'è per questa debolezza? Perché il PNR rimane marginalizzato nel limbo tra l'essere e il non essere, nonostante il crescere, nella cittadinanza di un scontento che potrebbe potenzialmente essere attratto dalla retorica populista?
Un fattore rilevante è sicuramente legato alla mancanza di una leadership forte, la frammentazione e la mancanza di un strutturazione vera e propria su tutto il paese.
Inoltre, il CDS-PP (Partito Popolare al governo), si rivolge spesso al pubblico di destra con posizioni più moderate, ma chiamando ugualmente al patriottismo, alla lotta contro la droga, l’aborto, l’omosessualità…
Quando entrò in Europa il CDS-PP intraprese una campagna per la difesa degli interessi nazionali all’interno delle istituzioni europee e questo risulta una posizione attrattiva per i conservatori e per una parte consistente degli attivisti di estrema destra. Sul fronte immigrazione, altra tematica cara al PNR, il CDS-PP propone una politica legalitaria, che oltrepassa il razzismo. Ci sono certamente fenomeni di xenofobia crescenti in Portogallo, ma il partito declina il tutto con politiche etno-nazionaliste, piuttosto che apertamente xenofobe, e anche questo è gradito a una larga fetta del popolo di estrema destra. Inoltre il linguaggio radicale e populista del PNR ha poco impatto al di fuori delle aree metropolitane di Lisbona e Porto dove l’immigrazione non è alta. In queste zone, il linguaggio più moderato del CDS-PP risulta sicuramente più appropriato e compreso.
Anche temi anti liberali, che costituiscono la differenze maggiori tra PNR e CED non sono attrattivi per il popolo della destra, poiché sono temi cari anche ai partiti di estrema sinistra (PCP e BE): entrami questi partiti hanno posti in parlamento e solo legati a movimenti sociali più radicati nel tempo e nel territorio, attivi da decenni e che non dimenticano mai di ricordare la storia recente della dittatura e della sua liberazione.
Sembra quindi che per il momento, in Portogallo non ci sia posto per la crescita della nuova destra, perché se da un lato la destra moderata riesce a conciliare e a raccordare le istanze dei movimenti più radicali, dall’altro il mantenimento della coscienza politica in merito all’affrancamento dalla dittatura, assicura, almeno per ora, la marginalizzazione dell’estrema destra.
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