24/02/2014
Ira - Nucleare, c'è l'accordo
di Giuseppe Acconcia – Il Manifesto
Roma, 21 febbraio 2014, Nena News – I tre giorni di round negoziale a Vienna si sono conclusi con un accordo preliminare sul nucleare iraniano. I particolari tecnici dell’intesa che dovrebbe essere siglata entro sei mesi tra Iran e P5+1 (Stati uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania) saranno definiti nell’incontro che si svolgerà a Vienna tra il 17 e il 20 marzo prossimo. Il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif ha parlato di colloqui «fruttuosi e dettagliati», sottolineando che si sono svolti in un’atmosfera «seria e più positiva di quanto ci si potesse aspettare».
Il capo della diplomazia iraniana ha precisato che c’è ancora molto lavoro da fare e ha evidenziato che rimangono delle «divergenze». «Oltre ai colloqui a livello politico, abbiamo iniziato anche discussioni sugli aspetti tecnici», ha aggiunto Zarif. Su questo punto il viceministro degli Esteri Abbas Araqchi ha aggiunto che le parti «hanno concordato un programma di lavoro» per colloqui tecnici in vista del prossimo appuntamento a Vienna.
Più prudente è apparso l’alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Catherine Ashton. «In questi tre giorni abbiamo identificato tutti i temi che dobbiamo affrontare. C’è molto da fare e non sarà facile», ha ammesso Ashton. Dal canto suo, la portavoce del dipartimento di Stato degli Stati uniti, Marie Arf ha definito l’incontro «positivo e utile», aggiungendo che nel corso delle trattative non si è discusso solo dell’agenda dei futuri negoziati, ma si è iniziato anche a entrare nel merito dell’accordo.
Dalle prime notizie che trapelano sull’intesa, raggiunta ieri a Vienna, l’Iran sarà tenuto a rispettare il limite del 5% per l’arricchimento dell’uranio per la produzione di energia a scopo civile, come previsto dall’accordo siglato a Ginevra il 24 novembre scorso, ma potrà mantenere al 20% l’arricchimento di uranio nel reattore di Tehran, prevalentemente usato a scopi di ricerca.
Sul tavolo dei negoziati c’è anche la sorte del reattore ad acqua pesante di Arak e delle 19mila centrifughe di ultima generazione, presenti in Iran. Anche la guida suprema Ali Khamenei è intervenuta alla vigilia dei colloqui di Vienna per contenere il malcontento dei radicali iraniani sul freno posto al programma nucleare in seguito agli accordi di Ginevra. Nonostante Khamenei abbia ribadito il suo sostegno al dialogo con i P5+1, voluto dai tecnocrati di Hassan Rohani, si è detto scettico sull’esito positivo dei negoziati.
Secondo l’intesa stabilita a Tehran, due settimane fa, tra autorità iraniane e l’Agenzia internazionale per l’Energia atomica (Aiea), nei prossimi mesi si intensificheranno le ispezioni dell’Aiea. Saranno previsti controlli aggiuntivi alla miniera di uranio di Saghand nei pressi di Yazd. Stesso trattamento sarà riservato alla fabbrica di concentrato d’uranio situata ad Ardakan e al centro di tecnologia sperimentale di Lashkar Abad. Sarà poi messo sotto controllo lo sviluppo di detonatori (Exploding Bridge Wire). Infine, saranno sottoposte a controlli alcune ricerche sullo sviluppo di polonio, portate avanti e poi fermate negli anni Novanta, dal regime iraniano.
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