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17/02/2014

La Francia vuole rendersi "appetibile" alle multinazionali


I governi del nucleo duro europeo e le rispettive borghesie stanno prendendo le misure per attrezzarsi ad affrontare una competizione globale che si annuncia feroce.

Appena rientrato dagli Stati Uniti dove è stato anche per convincere gli investitori Usa a guardare alla Francia come “attrattiva”, oggi Francois Hollande ha convocato un consiglio strategico con il gotha dei poteri forti francesi e stranieri sulla materia. Lo riferisce Le Monde in un ampio articolo corredato da servizi e approfondimenti.

All’Eliseo oggi sono arrivati, oltre al presidente , il primo ministro e dieci ministri, il presidente dell'Associazione delle regioni di Francia e trentaquattro rappresentanti di multinazionali che corrispondono a 850 miliardi di euro di fatturato.

Tra questi, figurano gli amministratori delegati di multinazionali come Bosch , Kingfisher, Nestlé i fondi sovrani del Kuwait e cinesi. Lo scopo di questo meeting è stato così riassunta al termine del Consiglio dei Ministri del 14 febbraio da Pierre Moscovici, ministro dell'Economia : "Questo è un incontro per convincere che la Francia è un paese dove si può investire ed è un paese attraente”.

Da dove nasce questa “mossa” della Presidenza francese? Dal fatto che il 12 dicembre scorso, una cinquantina di imprenditori, tra cui tutti i dirigenti delle controllate francesi di grandi gruppi stranieri, hanno suonato l'allarme in un articolo pubblicato dal quotidiano economico Les Echos, dove riferivano di aver crescenti difficoltà nel convincere le “case madri” a investire in Francia.

Il presidente della Siemens-France, Christophe de Maistre, tra i firmatari dell’articolo, sottolineava come "ogni volta che chiediamo un investimento, la Francia non venga presa in considerazione rispetto alle proposte di altre entità del gruppo, in particolare in Europa. C'è urgenza di muoversi mandando segnali positivi alle “case madri” delle multinazionali, perché quello che arriva alle loro orecchie, oggi è troppo spesso inquinato dal rumore dei media della stampa anglosassone”. Una denuncia analoga è quella avanzata dal presidente della Janssen ossia la divisione farmaceutica del colosso Usa Johnson & Johnson.

Il governo francese vuole correre ai ripari per non perdere quote nella competizione globale." La Francia è la seconda economia europea, ha una serie di punti di forza nel suo gioco: la demografia, le infrastrutture, il costo dell'energia competitivo, le competenze nei settori tecnologici, una posizione geostrategica favorevole. Ma – secondo le multinazionali – su di essa pesano nodi come l'instabilità fiscale, l'onere del dialogo sociale con i sindacati, il rischio di incriminazione per alcuni vertici aziendali, agiscono come fogli” si lamenta De Maistre.

Nel vertice strategico di oggi saranno discussi tre argomenti in altrettanti atelier. Il primo si concentrerà sul mercato francese e la sua accessibilità. Il secondo seminario si concentrerà sulla tassazione e la regolamentazione in Francia. Il terzo tema dovrebbe essere dedicato alla flessibilità del mercato del lavoro. Anche a occhio si percepisce come le multinazionali stiano giocando tutto il loro peso per strappare condizioni eccellenti per il totale dominio sul lavoro, le risorse, il territorio. Anche in paesi "forti" come la Francia.

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