E’ di almeno cinque morti e 16 feriti il bilancio del duplice attentato compiuto stamani a Bir Hassan
nei pressi di un centro culturale iraniano e vicino all’ambasciata del
Kuwait, nella parte sud di Beirut, poco lontano dall’ingresso dei
quartieri meridionali della capitale libanese dove è più forte
l’appoggio al movimento sciita Hezbollah. L’attentato è stato
rivedicato poco fa dalle “Brigate Abdullah Azzam”, legate ad Al Qaeda,
che hanno già ripetutamente colpito la comunità sciita in Libano.
Secondo fonti della sicurezza libanese sono stati attentati kamikaze,
compiuti da due uomini a bordo di motociclette, la stessa modalità
usata per l’attentato dello scorso novembre compiuto contro l’ambasciata
iraniana. La prima esplosione ha colpito la pasticceria Galdoline; la
seconda, dopo pochi secondi, il centro culturale iraniano distante un
centinaio di metri. Nessun impiegato del centro culturale e
dell’ambasciata kuwaitiana è rimasto vittima dell’attentato.
Negli ultimi mesi una serie di esplosioni ha preso di mira la zona
sud di Beirut, roccaforte di Hezbollah. Gli attentati sono stati
rivendicati da gruppi jihadisti sunniti desiderosi di “punire” il
movimento sciita per l’appoggio militare che garantisce al regime del
presidente Bashar Assad nella guerra civile che devasta la Siria.
Appena qualche giorno fa il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah,
ha escluso il ritiro dei guerriglieri sciiti dalla Siria sino a quando
gli Stati arabi del Golfo non cesseranno di interferire nelle vicende
interne siriane e di sostenere le milizie islamiste e ribelli che
combattono contro l’Esercito di Damasco.
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