Durante la presentazione all'Avana dei libri “Per sempre Chavez” e “La transizione al socialismo bolivariano”, Luciano Vasapollo, economista “militante” ed esponente della Rete dei Comunisti, ha denunciato gli Stati Uniti che attraverso gruppi fascisti in Venezuela effettuano in questi giorni una attività controrivoluzionaria con un tentativo di colpo di stato contro il governo venezuelano.
A tale proposito, ha ribadito che la sceneggiatura del colpo di Stato è il riflesso della violenza dell'opposizione. Già il 14 aprile dello scorso anno, dopo la sconfitta della destra alle elezioni presidenziali, c'erano stati una dozzina di morti e l'ingerenza è continuata da allora attraverso vari metodi, incluso il golpe economico attraverso la speculazione finanziaria.
Attaccano perché intendono destabilizzare il Venezuela della Rivoluzione Bolivariana, che ha cambiato non solo il Venezuela, ma l'America Latina e il mondo con la sua caratterizzazione socialista, umanista e bolivariana ha detto Vasapollo all'agenzia Prensa Latina.
Attaccare il Venezuela significa attaccare il pensiero e l'opera di Chavez, che era un grande rivoluzionario, la continuazione della lotta del Libertador Simón Bolívar, ha aggiunto nel ricordare la figura di Chavez morto il 5 marzo.
Da parte sua, anche l'intellettuale Abel Prieto, consigliere del presidente cubano Raul Castro, ha denunciato l'escalation fascista contro il governo legittimamente costituito del presidente Maduro.
Stiamo assistendo in questi giorni ad una offensiva nel Venezuela di segno fascista, ha denunciato Abel Prieto sottolineando le azioni violente di gruppi reazionari che hanno lasciato per le strade 3 morti e 60 feriti.
Una tale violenza ha l'obiettivo di destabilizzare non solo il governo venezuelano, ma di danneggiare i progressi compiuti nel campo dell'integrazione, dopo il grande successo del secondo Vertice della Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici (Celac) recentemente conclusosi a L'Avana.
Durante l'attività è stato presentato anche un terzo libro dal titolo “E se il sole è spento... Che colpa abbiamo noi”, un testo dedicato al caso dei quattro cubani ancora incarcerati negli Stati Uniti. Gerardo Hernández, Antonio Guerrero, Ramón Labañino, René González e Fernando González sono stati incarcerati per 15 anni e sottoposti a lunghe interrogatori dalle autorità statunitensi per monitorare i gruppi estremisti organizzati e finanziati contro Cuba dal territorio degli Stati Uniti. Di questi, solo René González è riuscito a tornare a Cuba, dopo aver scontato la sua pena e rinunciato alla cittadinanza statunitense.
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