Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

13/02/2014

Iraq - Anbar, le tribù integrate nell’esercito

La provincia di Anbar continua ad essere il teatro dei settarismi iracheni: da una parte il governo centrale, sostenuto dalle tribù locali, e dall’altra i qaedisti dell’ISIL che controllano parte delle città di Fallujah e Ramadi. Provocando un vero e proprio esodo: secondo dati delle Nazioni Unite, nelle ultime sei settimane oltre 300mila civili residenti nella regione sunnita sono stati costretti a lasciare le proprie case e le proprie comunità a causa delle violenze.

Oltre 50mila famiglia sono fuggite da Ramadi e Fallujah, molte delle quali rifugiatesi in province distanti da quella di Anabar. Numeri che fanno salire il numero dei profughi iracheni interni a oltre un milione e centomila unità, persone costrette a lasciare le proprie case per la totale mancanza di sicurezza nel Paese, scosso da attentati giornalieri e scontri tra miliziani islamisti e forze governative.

La provincia di Anbar, teatro di tensioni anche durante l’era Saddam, è oggi uno degli epicentri dei settarismi che insanguinano l’Iraq, specchio dell’incapacità del governo sciita del premier Al Maliki di garantire un minimo di unità interna. A dicembre miliziani dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante hanno assunto il controllo di interi quartieri di Ramadi e Fallujah e innalzato le bandiere di Al Qaeda su stazioni di polizia e edifici governativi occupati. Le forze militari non sono subito intervenute su ordine dello stesso Maliki, che ha chiesto alle truppe di arretrare come segno di buona volontà e dialogo con le frange sunnite. A causa dell’intensificarsi delle violenze, però, il governo ha optato per un’ingente operazione militare volta a riprendere il controllo della provincia con l’aiuto delle tribù locali – tradizionalmente lontane dal governo centrale, ma ora molto più spaventate dall’avanzata repentina di Al Qaeda.

Ad oggi la situazione non è ancora risolta: se a Ramadi le truppe governative hanno riassunto il controllo di alcuni quartieri, a Fallujah è l’ISIL a mantenere forti le proprie posizioni. Il governatore di Anbar, Ahmed al-Dulaimi, nei giorni scorsi aveva dato ai miliziani una settimana di tempo per lasciare l’area, per poi trovarsi di fronte al no di Baghdad, non affatto intenzionato a negoziare con i jihadisti. Al contrario, Maliki ha annunciato ieri l’integrazione delle milizie delle tribù nell’esercito regolare e nelle forze di polizia, nel tentativo di combattere con più efficacia i gruppi qaedisti.

“La vittoria sui terroristi non sarebbe possibile senza l’unità del governo locale di Anbar e le sue tribù e senza il coraggio dell’esercito iracheno”, ha detto Maliki, aggiungendo di aver positivamente accolto le iniziative proposte dai leader tribali e di voler risarcire le famiglie dei martiri e coloro che hanno subito danni alle proprietà.

La decisione del governo è stata accolta anche dal partito sunnita Iraqiya, storico avversario dell’esecutivo Maliki, spesso accusato di voler emarginare politicamente le fazioni sunnite: “Sosteniamo questo passo del governo perché è parte delle richieste dei manifestanti – ha detto il parlamentare di Iraqiya, Qais Al-Shadhar, riferendosi alle lunghe proteste della comunità sunnita che chiede la fine delle discriminazioni politiche, economiche e sociali da parte di Baghdad – Questa misura potrebbe servire a riavviare la riconciliazione nazionale”.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento