Dopo l’arroganza, il falso ottimismo e le bugie di manager e politici rimane l’unico fatto: il flop del rigassificatore lo troveremo in bolletta. Secondo Repubblica OLT riceverà con le nostre bollette dai 110 ai 90 milioni all’anno per 20 anni fino a pagamento dell’investimento
Giornalista: Se io fossi un livornese le direi: Sindaco, ma a me che me ne viene?
Cosimi: La possibilità di avere un abbattimento sulla questione della tariffa del gas, possibilità di vedere implementata l'occupazione a Livorno intorno alle duecento unità, possibilità di essere un punto tecnologico anche per chi fa questi serbatoi e per chi li manutiene…
In queste poche parole, riprese da una intervista rilasciata dal sindaco a Controradio nel marzo 2007, c’è il sunto di come la sedicente classe dirigente cittadina ha affrontato il problema rigassificatore: un misto di ignoranza, di arroganza, di ottimismo da due soldi, e soprattutto di bugie. Ignoranza di chi scambia un terminale di rigassificazione con la possibilità di avere l’energia (come se il gas fosse arrivato a Livorno per il territorio e non per essere messo in rete e quindi essere venduto magari agli austriaci o agli sloveni);
Il problema, però, non è solo Cosimi perché la questione rigassificatore mostra il fallimento di un’intera classe dirigente, di destra come di sinistra, sindacati e Confindustria, manager e giornalisti, con pochissime eccezioni, tutti intenti a fare business, sul rigassificatore come su decine di altre questioni, facendolo pagare alla città.
Oggi che il terminale della OLT giace inoperoso di fronte alle nostre coste, il progetto si mostra per quello che è sempre stato, cioè inutile perché di gas in Italia ne arriva fin troppo soprattutto oggi con la crisi economica e la concorrenza delle rinnovabili. Oltre ad essere pericoloso per i rischi di incidente e dannoso per l’ambiente. Eppure per anni i livornesi sono stati bombardati da una propaganda tesa a dipingere il terminale come un grande beneficio per la città. Salvataggio del Cantiere Navale, metanizzazione della centrale ENEL, benefici occupazionali, riduzioni della bollette del gas, compensazioni per sistemare lo stadio, tutte promesse rivelatesi con il passare del tempo per quello che erano: bugie.
Prendiamo ad esempio lo “sconto” sulle bollette, l’abbattimento citato da Cosimi nell’intervista a Controradio. Tutto nasce il 18 maggio 2004 quando Il Tirreno titola trionfalmente “Con l’off shore il gas costerà meno”, lo afferma Silvano Cinuzzi, presidente di ASA-TRADE nonché componente del consiglio di amministrazione della OLT. Cinuzzi precisa che “non si tratta di un semplice annuncio ma di un preciso impegno verso i cittadini”. Il suo obiettivo dichiarato è di partire con uno sconto del 10% per le famiglie livornesi e per tutta l’area. In realtà si tratta di una clamorosa bugia che i Comitati sputtaneranno in un loro documento del dicembre dello stesso anno. Cinuzzi riprende infatti un documento presentato dalla OLT a corredo della sua richiesta di autorizzazione, in quei mesi al vaglio delle autorità governative. Nel documento, realizzato da Dionisia Cazzaniga Francesetti, professore dell’Università di Pisa, si legge che la riduzione del 10% del prezzo del gas è “stimata dalla OLT”; la professoressa si guarda bene però dal quantificare un sicuro ribasso sia per le bollette livornesi che per le altre. Quindi una “stima” della OLT fatta diventare da politicanti e manager da due soldi una “certezza”, amplificata con la connivenza dei media cittadini al fine di creare un clima favorevole alla realizzazione del rigassificatore.
Oggi sappiamo che le bollette del gas non solo non diminuiranno ma aumenteranno, a Livorno come altrove, perché approfittando di una decisione del 2006 (governo Prodi) la OLT incasserà il sussidio statale garantito ai gestori di rigassificatori che rimangano inutilizzati. Secondo quanto riferisce Repubblica del 6/9/2013, la OLT starebbe per riscuotere «dai 110 ai 90 milioni all’anno per 20 anni (a decrescere) fino a pagamento dei 900 milioni dell’investimento». E questo senza ricevere una goccia di gas!
Inutile dire che quei soldi lo Stato se li prenderà aumentando le nostre bollette del gas. Una vergogna nazionale, se si pensa che i sussidi non andranno solo alla OLT ma anche alle società che gestiscono il terminale di Panigaglia (La Spezia), fermo da un anno, e di Rovigo, che oggi lavora a circa il 50% del suo potenziale.
La parola rigassificatore ormai crea imbarazzo nei palazzi, l’unico che ha provato a dire qualcosa, o meglio dare la colpa ad altri, è stato colui che ci ha lasciato tre giorni senza acqua: Fabio del Nista, presidente di Asa spa che ha un piedino del progetto con 5,08% del 46,79% in mano ad Iren. Proprio quel partner privato di cui Del Nista si lamenta perché della nostra acqua se ne frega e non fa investimenti. Ma come, i privati non erano quelli che dovevano migliorare il servizio? Tornando al rigassificatore, Del Nista dà la colpa a coloro che hanno fatto ritardare il progetto facendolo partire in un periodo sfavorevole. Forse Del Nista, quello per cui quando rimanemmo senza acqua in realtà non era successo nulla e non era colpa di nessuno, non si ricorda che l’autorizzazione al terminale OLT fu data nel febbraio 2006, che la nave Golar Frost (cioè il rigassificatore) era ormeggiata in Sudafrica nel 2008 ed è entrata nei cantieri di Dubai il 21 giugno 2009 per subire i lavori di conversione dove è rimasta per 4 anni a fronte dei 6 mesi previsti a causa dei problemi finanziari sia dei cantieri di Dubai stessi che della Saipem che doveva gestire la costruzione e soprattutto a causa di errori di progettazione nella fase di conversione. Se Del Nista si riferiva alle colpe dei comitati e dei cittadini lo fa sapendo di mentire perché nonostante l’egregio lavoro di informazione e i tentativi di referendum e opposizione al progetto, purtroppo i cittadini hanno determinato veramente poco in questa scelta sconsiderata.
Aristide Colli
tratto da Senza Soste n.90 (febbraio-marzo 2014)
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