Esperte, brave, premiate e colpite, anche a morte. Accade a Khost, città afghana del sud-est verso il confine pakistano. La tedesca Anja Niedringhaus è deceduta, mentre la canadese Kathy Gannon fortunatamente è solo ferita. A compiere l’azione criminosa un ufficiale della polizia che ha imbracciato il fucile d’assalto Ak-47 e ha crivellato la loro auto. Le croniste dell’Associated Presse si spostavano da Khost verso il distretto di Tanai per seguire le operazioni di voto delle elezioni presidenziali che iniziano domattina. Lo facevano con un gruppo di auto protette (sic) dall’esercito afghano. Le due erano espertissime del clima politico nel Paese e lodate per il lavoro d’informazione fuori dagli schemi. Niedringhaus aveva ricevuto il Pullitzer per la fotografia, la Gannon aveva seguito le travagliate vicende afghane anche durante il quinquennio talebano. I fondamentalisti le avevano permesso di restare a Kabul anche dopo l’occupazione della capitale. L’imbarazzo del dicastero degli Interni è solo apparente, un portavoce del ministro ha dichiarato che si stanno svolgendo indagini e si sarebbe trattato d’un “errore”.
Testimoni oculari hanno dichiarato ad altri giornalisti accorsi sul posto e al cronista di Tolo Tv che il poliziotto, tal Naqibullah, aprendo il fuoco avrebbe gridato “Allah u Akbar”. Il clima è oggettivamente teso, due giorni fa un kamikaze s’era fatto esplodere in prossimità del ministero degli Interni provocando sei morti. Ulteriori report raccontano di sparatorie notturne contro le abitazioni di attivisti e personale impegnato nei seggi e anche contro elettori che hanno dichiarato l’esplicito desiderio di recarsi alle urne. Evidentemente col terrore i Taliban vogliono tenere bassa l’affluenza e magari patteggiare coi due candidati del ballottaggio, possibili accordi di sostegno, infatti difficilmente qualcuno potrà vincere al primo turno. Ecco la lista degli sfidanti: i fondamentalisti e signori della guerra Abdur Sayyaf, Qutbuddin Hilal, Agha Sherzai, Daud Sultanzoy, il battitore libero Abdullah Abdullah, già presente alla consultazione del 2009. I tecnocrati Amin Arsala, Ashraf Ghani, Zalmay Rassoul, Il presidente uscente Karzai punta su quest’ultimo per proseguire la politica del doppio binario di dialogare (e fare business) con l’Occidente, dandosi anche un contegno di attenzione alla tradizione nazionale. Comunque vada gli affari, propri, li faranno tutti a danno dei 18-20 milioni di afghani poveri, abbandonati a se stessi.
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