Dopo la scadenza del secondo ultimatum ai ribelli delle regioni orientali affinché deponessero le armi e abbandonassero gli edifici istituzionali e le sedi della polizia occupati nei giorni scorsi, oggi pomeriggio l’esercito di Kiev ha sferrato un attacco militare contro due diverse città.
Si ha notizia di alcuni morti in particolare nel bombardamento da parte di un caccia e poi nell’assalto dei militari fedeli alla giunta golpista di Kiev contro il piccolo aeroporto di Kramatorsk, località nella regione di Donetsk, finora in mano alle milizie della Repubblica Popolare autoproclamata alcuni giorni fa.
Secondo varie testimonianze un’operazione militare che ha incontrato resistenza è in atto anche nella città di Slaviansk, dove già nei giorni scorsi le forze prorusse da una parte e i nazisti di Pravyi Sektor, insieme ai reparti speciali della polizia ucraina dall'altra, si erano scontrati in una piccola battaglia che era costata la vita a 12 persone, anche se il bilancio resta ancora incerto. Ha riferito all'agenzia statale russa Ria Novosti Sergey Tsyplakov, il capo della milizia popolare del Donbass: "E' in corso un attacco importante a Slaviansk, veicoli con truppe corazzate stanno entrando in città. Ci sono molte truppe. Gli uomini sono pronti a difendere la città". Secondo la BBC contro la città Kiev non avrebbe mobilitato solo l'esercito ma anche alcuni plotoni della Guardia Nazionale, il nuovo corpo militare creato dopo il golpe all'interno del quale operano migliaia di neonazisti di Svoboda e di Pravyi Sektor (vedi il video).
In mattinata colonne militari di Kiev, comprendenti anche carri armati, cannoni e mezzi pesanti, erano state viste transitare nella regione di Donetsk, e la tensione era salita in tutto l’oriente ucraino dopo che il presidente ad interim Alexandr Turchinov aveva annunciato l’avvio di una ‘operazione antiterrorismo’ su vasta scala contro i ribelli che nel frattempo avevano rafforzato la vigilanza e le postazioni a difesa dei palazzi istituzionali e delle caserme occupate.
Le autorità di Kiev assicurano che non ci sarà una guerra civile nell'Est dell'Ucraina e che le operazioni "anti-terrorismo" contro i militanti filo-russi lanciate oggi nella regione di Donetsk saranno condotte "per tappe, in modo responsabile e ponderato". Ma è evidente che la situazione potrebbe degenerare anche dal punto di vista militare nel momento in cui il governo ucraino deciderà di investire anche città popolose come Donetsk, Kharkov e Lugansk. In quel caso la Russia potrebbe sentirsi minacciata e intervenire – anche se non è chiaro ancora come – nel conflitto che potrebbe sfociare in una vera e propria guerra civile. Da tempo in realtà i golpisti denunciano che nelle regioni orientali si registra una presenza militare di Mosca ed oggi il vicepremier Vitaly Yarema ha affermato che “elementi delle forze di elite del 45mo reggimento aerotrasportato russo si trovano in territorio ucraino” anche se sotto copertura.
"Nella zona di svolgimento dell'operazione da ieri è al lavoro la dirigenza ATO (operazione anti-terrorismo). Sono stati individuati gli obiettivi prioritari, è stato elaborato ed avviato un piano per realizzarli", riferisce il capo del Centro di studi politici Militari Dmitry Tymchuk da Kiev, che nelle ultime settimane ha spesso anticipato notizie poi confermate a livello ufficiale.
Il sito ucraino di notizie Finance.Ua scrive che alle unità speciali è stato raccomandato di evitare vittime tra la popolazione civile, "ma dato l'ampio coinvolgimento degli abitanti locali nelle attività separatiste non si possono dare garanzie in tal senso". Nei distretti interessati sarà oscurata la rete di telefonia mobile. Lungo il perimetro della frontiera con la Russia intanto è stato rafforzato l'assetto difensivo, compresa "una linea di difesa anti-aerea a più livelli". Lo stesso Tymchuk afferma che "parte delle forze armate dell'ucraina sono state poste in assetto di combattimento”.
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