La Coalizione dell'opposizione chiede che l'Onu apra un'indagine, ma Damasco e altri accusano gli jihadisti.
Scambio reciproco di accuse governo-ribelli. In Siria tornano a uccidere le armi chimiche, proprio mentre la comunità internazionale sta procedendo alla distruzione dell’arsenale chimico di Damasco dopo la strage di civili a Ghouta il 21 agosto. Chi è stato? Assad accusa i ribelli e viceversa
Una strage di cui tutti dicono e su cui nessuna versione coincide. Le dimensioni della tragedia, il luogo o i luoghi, i responsabili dell’azione militare. Sola apparente certezza, l’uso di gas tossici per uccidere. L’attacco sembra abbia colpito il villaggio di Kfar Zeita, provincia di Hama, causando un numero incerto e contraddetto di vittime e un centinaio di intossicati con gravi problemi di respirazione. Altro oppositori denunciano un attacco a Harasta, sobborgo di Damasco con 5 morti.
La tv di Stato accusa il Fronte al Nusra, il fronte di jihadisti nato in Siria alla fine del 2011, di aver usato gas cloro a Kfar Zeita, nel centro della Siria, causando due morti e oltre 100 feriti. Questo attacco chimico condotto dalle frange più estremiste dei ribelli sarebbe il secondo in 24 ore. La Cns, il principale gruppo di opposizione siriana sostenuto dall’Occidente, riferisce di decine di feriti; gli attivisti parlano di almeno 7 morti tra cui un bambino. Altre fonti sparano la cifra irreale di 266 vittime.
Per l’Osservatorio siriano per i diritti umani, Onlus, con sede a Londra, tra le vittime vi sarebbero 45 civili, 59 ribelli siriani e 33 stranieri, oltre 53 soldati governativi e altri tra forze filo-regime, come Hezbollah, e filo-ribelli. Una vera battaglia insomma dove l’arma chimica dovrebbe essere stata soltanto una parte. In un video amatoriale pubblicato su internet da attivisti dell’opposizione si vede una stanza di ospedale di Kfar Zeita con uomini e bambini, alcuni con maschere ad ossigeno.
Va ricordato che lo scorso agosto un attacco chimico colpì il sobborgo di Ghouta di Damasco e uccise centinaia di persone. Allora gli Stati Uniti accusarono il governo siriano e si sfiorò un attacco aereo occidentale contro la Siria. Poi il giornalista americano Seymour Hersh aveva rivelato che l’attacco a Ghouta in cui morirono 1.400 persone, era stato opera di formazioni jihadiste che avevano ottenuto i gas dalla Turchia. Non per caso fu sospeso l’intervento armato Usa ormai pronto.
Secondo il Guardian, l’opposizione siriana ha accusato nei giorni scorsi il regime di aver usato armi chimiche in almeno tre attacchi dallo scorso gennaio. Il giornale britannico riferisce che un alto funzionario della difesa israeliana ha affermato che i nuovi attacchi chimici si sono verificati nei sobborghi di Damasco. Un gruppo di ribelli di Harasta aveva parlato di tre morti e decine di feriti alla fine di marzo. Secondo la fonte israeliana si tratterebbe di veleni industriali come i pesticidi.
L’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, impegnata nella distruzione dell’arsenale chimico siriano, indagherà sugli episodi se lo chiederà uno degli Stati firmatari della Convenzione. Nei giorni scorsi sono riprese le operazioni di trasferimento fuori dal Paese degli arsenali chimici da distruggere. C’è chi fa notare che tra gli agenti di categoria 1 in via di smaltimento c’è l’intero stock di gas mostarda, l’unica arma chimica in condizioni operative messa a disposizione delle forze armate.
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