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21/10/2014

Delitto su commissione in Russia? La strana morte di un superpetroliere francese


La notizia è che l'amministratore delegato della multinazionale petrolifera francese Total, Christophe de Margerie, 63 anni, è "morto" oggi nello schianto del suo aereo privato all'aeroporto di Mosca. L'incidente è avvenuto allo scalo di Vnukovo, nei pressi della capitale russa. Il velivolo, un jet Falcon-50, si è schiantato contro uno spazzaneve. Secondo gli investigatori russi, l'operatore alla guida dello spazzaneve col quale si è scontrato l'aereo privato di de Margerie era "sotto l'influenza dell'alcol".

Un incidente davvero incredibile ma forse anche un po’ troppo incredibile per essere digerito facilmente. De Margerie, 63 anni, si trovava in Russia in visita ufficiale e aveva partecipato, a Gorki, a una riunione dei maggiori investitori esteri con il premier Dmitri Medvedev. Da sempre si era detto contrario alle sanzioni economiche dell'Occidente contro Mosca per il suo ruolo nella crisi ucraina. Non solo. Secondo un servizio del 5 luglio scorso dell’agenzia internazionale Reuters, l’Amministratore delegato del colosso petrolifero francese “morto” oggi a Mosca aveva recentemente sostenuto che l'euro dovrebbe avere un ruolo più importante nel commercio internazionale, ma soprattutto che "Non c'è ragione di pagare il petrolio in dollari", sottolineando che “Il prezzo del barile è denominato in dollari, ma una qualunque raffineria è in grado di prendere quel prezzo e convertirlo al cambio del giorno per effettuare il pagamento con la moneta europea".

De Margiere aveva anche partecipato a maggio al Forum Economico Mondiale di San Pietroburgo nonostante il parere contrario dei governi europei e l'avvio delle sanzioni contro la Russia.
Co-Presidente del Consiglio economico della Camera di Commercio e dell'Industria franco-russa, Christophe de Margerie aveva espresso al presidente Francois Hollande la sua preoccupazione per la linea dura adottata dalla Francia nei confronti di Mosca nella crisi ucraina, una linea che poteva mettere a repentaglio le relazioni e i profitti degli investimenti della Total in Russia. De Margerie aveva fatto della Russia un paese prioritario nella sua strategia. La sua ambizione era quella di farne la sua principale area di produzione di idrocarburi entro il 2020. Le attuali tensioni diplomatiche tra Mosca e l'Europa non lo avevano smosso dalla sua linea. "Sarebbe un errore non venire!" aveva anche detto al quotidiano economico Les Echos rivendicando la sua decisione di partecipare al forum economico di San Pietroburgo.

Il più grande progetto della Total attualmente operativo in Russia è l’enorme impianto di gas naturale liquefatto (GNL) sulla penisola di Yamal (nell'alto Artico) in joint venture con la Novatek, un altro gruppo privato russo. Lo sfruttamento del giacimento sarebbe iniziato gradualmente dal 2017 (con cinque milioni di tonnellate) e nel 2019 (oltre 16 milioni di tonnellate). Total detiene una partecipazione del 20% nel consorzio (quindi con accesso al 20% della produzione). Un investimento complessivo di circa 20 miliardi di € per lo sviluppo di più di cinque miliardi di barili di riserve di petrolio equivalenti.

La Total è una delle multinazionali più grandi del petrolio e del gas del mondo e la prima società in Francia in termini di fatturato e di profitto (la seconda per valore di mercato dietro il gruppo farmaceutico Sanofi), con un fatturato nel 2013 di 189,5 miliardi di euro, quasi 100.000 dipendenti e sedi in oltre 130 paesi.

Insomma un petroliere scomodo per gli interessi degli Stati Uniti in un momento di forte tensione con la Russia, e in Italia sappiamo bene che i petrolieri scomodi per gli interessi statunitensi muoiono sempre in strani incidenti aerei. Come Enrico Mattei.

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