Alla fine il ballottaggio lo ha vinto Andrzej Duda, 43 anni, esponente della destra reazionaria, nazionalista ed “euroscettica”, che ha battuto il capo dello stato uscente, il liberale - ed esponente del partito di centrodestra 'Piattaforma Civica' - Bronislaw Komorowski, aggiudicandosi il 52% dei consensi al secondo turno delle elezioni presidenziali polacche di ieri. Torna così in sella il partito ‘Diritto e Giustizia’, la formazione fondata dai gemelli Lech e Jaroslaw Kaczynski e da tempo lontana dal potere.
Nato nel 1972 a Cracovia, l’avvocato Andrzej Duda nel 2000 si era iscritto ai centristi di Unione della Libertà, per poi radicalizzarsi a destra. Viceministro della giustizia (2006 - 2007) nel governo del premier Jaroslaw Kaczynski, viene scelto per la carica di segretario di stato quando Lech Kaczynski diventa presidente della repubblica nel 2005. Dopo la morte di Lech Kaczynski nella sciagura aerea del 10 aprile 2010 a Smolensk, Duda si candida a sindaco di Cracovia, ma viene sconfitto e deve accontentarsi di essere eletto consigliere comunale. Nel 2011 viene eletto deputato nazionale e nel 2014 eurodeputato nelle liste della destra nazionalista.
Questa volta l’ha spuntata. Al primo turno la differenza di voti con Komorowski era minima, con un solo punto percentuale di vantaggio sull’ex presidente della repubblica (34.76% contro 33.76%).
Nella seconda parte della sua campagna elettorale, mentre il suo sfidante liberale tesseva le lodi dell’Unione Europea, dell’integrazione economica e politica con Bruxelles e della moneta unica, Duda ha sparato a zero contro l’Europa unita e l’entrata di Varsavia nell’Eurozona, dimostrando un euroscetticismo apertamente di destra e nazionalista (non a caso oggi il leghista Salvini canta vittoria). Sostenuto dagli ambienti più reazionari della Chiesa polacca, il nuovo presidente ha ad esempio dichiarato di voler punire con la reclusione le donne che si sottopongono alla fecondazione in vitro.
La vittoria del candidato di destra, secondo l’istituto Ipsos, è dovuta in particolare al voto di agricoltori, operai, disoccupati: Duda ha ricevuto infatti il 66,4% dei voti fra gli agricoltori, il 61,9% fra gli operai, il 63,8% fra gli studenti, il 62,4% fra i disoccupati, il 52,9% fra i pensionati. In suo favore ha votato il 60,8% dei giovani sotto il 30 anni. Fra i laureati invece ha vinto il presidente uscente, con il 54,9% delle preferenze.
Il fatto che a strumentalizzare il malcontento popolare generato dalle politiche di Bruxelles e Francoforte e la giusta denuncia nei confronti dei meccanismi di integrazione dell'Unione Europea sia la destra reazionaria e sciovinista rappresenta davvero un dramma. La sinistra, radicale e non, ha molte domande da porsi, e certamente non solo in Polonia.
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