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25/05/2015

Sulle nuove regole Iva lo «stop» di Bruxelles

Il rischio di un caro benzina si profila all'orizzonte anche se il Mef si è affrettato a rassicurare che non scatterà la clausola di salvaguardia con l'aumento delle accise sui carburanti dal 30 giugno... Ma sicuramente troveremo un altro modo per far pagare ai lavoratori e pensionati l'ammanco. #Statesereni.

Eppure anche uno come me, che ne sa solo un minimo l'aveva pre-detto che l'ipotesi del "reverse change"  non sarebbe passata e che era solo una speranza vana e illusoria. (Vedi qui).

Le intenzioni propagandata del Governo con questa procedura che fa pagare l’IVA al fornitore e non all’acquirente era di combattere l’evasione fiscale e valeva 729 miliardi di euro. Vana speranza visto che anche con questa procedura (oggi in vigore solo fra appaltante ed appaltatore nell’edilizia) le evasioni vi sono. Ed infatti Bruxelles questo ha sottolineato, non solo. Ma con questa procedura «la misura implicherebbe elevati rischi di spostamento delle frodi al settore del commercio al dettaglio e ad altri Stati».
Insomma la fiducia nell’efficienza della lotta all’evasione del nostro Stato è massima a Bruxelles.

Anche Confindustria l’aveva digerito male e ha fatto forti pressioni presso le lobby a Bruxelles, perché dicevano che era un prestito forzoso da parte dei fornitori verso lo Stato. Infatti non sarebbe stato possibile fare la compensazione fra l’IVA da avere e l’IVA pagata (com’è con l’attuale sistema), ma la restituzione sarebbe stata fatta in un secondo tempo da parte dello Stato con i tempi della burocrazia che sappiamo.

Ma il ragionamento fu: noi lo mettiamo nel Def, poi se passa bene, se no ci inventeremo qualcos’altro e intanto abbiamo guadagno tempo.

Ora si inventeranno qualcos’altro e sull’onda della fretta e della Europa che ci sta col fiato sul collo , “l’emergenza “ farà digerire di tutto.
Ma mica è finita qui.

Il governo con Renzi e le sue ragazze pon pon stanno pregando anche in turco perché un’altra spada di Damocle si sta abbattendo sul loro pressapochismo e faciloneria. Si tratta dello split payment. Da gennaio di quest’anno tutte le imprese che vendono beni e servizi alla PA si vedono decurtate le fatture della parte corrispondente all’IVA. L’imposta potrà essere recuperata presentando il modello TR per il rimborso o la compensazione trimestrale. Insomma una sorta di credito perenne verso lo Stato.

Anche qui la Confindustria non l’ha digerita e sta muovendo le sue lobby presso Bruxelles. Staremo a vedere, ma anche stavolta non prevedo nulla di buono per noi.

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