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29/05/2015

Iraq - Tra orrori e tentativi di riconquistare l'Anbar

Ancora orrore in Iraq. Ieri le autorità irachene hanno scoperto i resti di 470 persone molto probabilmente giustiziate lo scorso anno dai miliziani dello Stato Islamico (Is) vicino alla città di Tikrit. A riferirlo è stata ieri la ministra alla salute irachena, Adila Hammoud. Lo scorso giugno uomini armati appartenenti o affiliati all’Is avevano rapito centinaia di giovani – principalmente reclute della base militare di Speicher vicino Tikrit – e li avevano uccisi. Secondo alcune stime il numero dei militari assassinati dagli uomini di al-Baghdadi potrebbe arrivare a 1.700.

Questa notizia giunge mentre l’esercito iracheno, aiutato dalle milizie sciite, è impegnato a riconquistare Ramadi, la capitale della provincia irachena dell’Anbar occupata poco più di 10 giorni fa dall’Is. La polizia e i combattenti delle tribù pro-governative sono dispiegati in queste ore a Husaiba al-Sharqiya, a circa 7 chilometri a est di Ramadi. “[I miliziani dell’Is] hanno iniziato ad attaccarci con colpi di mortaio e con i cecchini, ma noi siamo riusciti a difenderci – ha dichiarato il leader tribale sunnita Amir al-Fahdawi – abbiamo truppe e carri armati a sufficienza”.

Secondo il governo centrale, l’esercito starebbe avanzando nell’area a sud est di Samarra nella provincia di Salah ad-din. “Il principale obiettivo delle operazioni è tagliare tutte le vie di rifornimento di Daesh [acronimo arabo per Is, ndr] tra Samarra e l’Anbar” ha affermato Khalid al-Khazraji, uno dei leader locali delle unità sciite di Mobilitazione popolare. “[L’obiettivo] è ripulire queste aree isolando i terroristi di Daesh nella provincia di al-Anbar in modo da minare le loro capacità militari” ha spiegato il comandante sciita. Khazraji ha riferito che almeno 90 miliziani dello Stato Islamico sono stati uccisi ieri dall’esercito iracheno. Le vittime nelle file governative sarebbero 27.

Baghdad è impegnata in queste ore anche a riconquistare la principale raffineria del paese, quella di Baji, attualmente nelle mani dell’Is. “Abbiamo occupato un edificio all’interno della raffineria grazie alle unità sciite di Mobilitazione popolare. Se Dio vuole, nelle prossime ore libereremo l’area” ha detto ad al-Jazeera un membro delle forze d’elite dell’esercito. Sebbene la raffineria non sia funzionante – secondo quanto ha affermato a inizio mese il Pentagono – una sua riconquista segnerebbe una importante vittoria strategica per il governo iracheno di al-Abdadi: avvicinarsi a Mosul, dallo scorso giugno la “capitale” in Iraq dell’autoproclamato Stato Islamico.

La situazione resta nel Paese tesissima. Due autobombe, azionate nei parcheggi di due hotel lussuosi della capitale irachena Baghdad, hanno causato ieri la morte di 10 persone. Le due esplosioni sono avvenute intorno la mezzanotte locale e si sono sentite nel centro città. La prima ha avuto luogo presso il celebre Babylon Hotel, dove spesso si riuniscono funzionari governativi. La seconda, a distanza di pochi minuti dalla prima, è esplosa vicino al Cristal Hotel (il vecchio Sheraton).

A differenza dei fallimenti militari registrati dall’esercito iracheno, i combattenti curdi starebbero invece avanzando in Siria riprendendo possesso di diverse cittadine occupate negli scorsi mesi dagli uomini di al-Baghdadi. Aiutati anche dai raid aerei della coalizione internazionale a guida statunitense, i curdi sarebbero vicini a Tel Abyad, un centro commerciale vicino al confine turco in cui i miliziani dell’Is commerciano petrolio (indispensabile per sostenere le spese militari e di gestione del “califfato”), armi e combattenti. Dall’inizio di maggio i curdi hanno riconquistato più di 200 villaggi curdi e cristiani nel nord est della Siria a discapito delle forze dello Stato Islamico.

Ma se avanzano i curdi, indietreggia il regime siriano di Bashar al-Asad. Ieri diversi gruppi armati islamici (tra cui non vi era l’Is) hanno occupato la cittadina di Ariha, l’ultimo territorio nella provincia di Idlib che apparteneva a Damasco. L’esercito siriano – aiutato dai combattenti sciiti di Hezbollah e da alcuni ufficiali iraniani – è stato sconfitto dall'”Esercito della Conquista”, una coalizione formata da 7 gruppi ribelli guidati dai qa’edisti del Fronte an-Nusra e dalla potente milizia degli Ahrar ash-Sham.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, ong di stanza a Londra e vicino all’opposizione, negli scontri sarebbero morti diversi civili.

Ieri, intanto, l’esercito statunitense ha iniziato ad addestrare in Turchia un numero imprecisato di ribelli siriani “moderati”. A confermare la notizia alla Reuters è stato un alto ufficiale statunitense che ha preferito restare anonimo.

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