Ancora orrore in Iraq. Ieri le autorità irachene hanno scoperto i
resti di 470 persone molto probabilmente giustiziate lo scorso anno dai
miliziani dello Stato Islamico (Is) vicino alla città di Tikrit. A
riferirlo è stata ieri la ministra alla salute irachena, Adila Hammoud.
Lo scorso giugno uomini armati appartenenti o affiliati all’Is avevano
rapito centinaia di giovani – principalmente reclute della base militare
di Speicher vicino Tikrit – e li avevano uccisi. Secondo alcune stime
il numero dei militari assassinati dagli uomini di al-Baghdadi potrebbe
arrivare a 1.700.
Questa notizia giunge mentre l’esercito iracheno, aiutato
dalle milizie sciite, è impegnato a riconquistare Ramadi, la capitale
della provincia irachena dell’Anbar occupata poco più di 10 giorni fa
dall’Is. La polizia e i combattenti delle tribù pro-governative
sono dispiegati in queste ore a Husaiba al-Sharqiya, a circa 7
chilometri a est di Ramadi. “[I miliziani dell’Is] hanno iniziato ad
attaccarci con colpi di mortaio e con i cecchini, ma noi siamo riusciti a
difenderci – ha dichiarato il leader tribale sunnita Amir al-Fahdawi –
abbiamo truppe e carri armati a sufficienza”.
Secondo il governo centrale, l’esercito starebbe avanzando nell’area a
sud est di Samarra nella provincia di Salah ad-din. “Il principale
obiettivo delle operazioni è tagliare tutte le vie di rifornimento di
Daesh [acronimo arabo per Is, ndr] tra Samarra e l’Anbar” ha affermato
Khalid al-Khazraji, uno dei leader locali delle unità sciite di
Mobilitazione popolare. “[L’obiettivo] è ripulire queste aree isolando i
terroristi di Daesh nella provincia di al-Anbar in modo da minare le
loro capacità militari” ha spiegato il comandante sciita. Khazraji ha
riferito che almeno 90 miliziani dello Stato Islamico sono stati uccisi
ieri dall’esercito iracheno. Le vittime nelle file governative sarebbero
27.
Baghdad è impegnata in queste ore anche a riconquistare la
principale raffineria del paese, quella di Baji, attualmente nelle mani
dell’Is. “Abbiamo occupato un edificio all’interno della
raffineria grazie alle unità sciite di Mobilitazione popolare. Se Dio
vuole, nelle prossime ore libereremo l’area” ha detto ad al-Jazeera un
membro delle forze d’elite dell’esercito. Sebbene la raffineria non sia
funzionante – secondo quanto ha affermato a inizio mese il Pentagono –
una sua riconquista segnerebbe una importante vittoria strategica per il
governo iracheno di al-Abdadi: avvicinarsi a Mosul, dallo scorso giugno
la “capitale” in Iraq dell’autoproclamato Stato Islamico.
La situazione resta nel Paese tesissima. Due autobombe,
azionate nei parcheggi di due hotel lussuosi della capitale irachena
Baghdad, hanno causato ieri la morte di 10 persone. Le due
esplosioni sono avvenute intorno la mezzanotte locale e si sono sentite
nel centro città. La prima ha avuto luogo presso il celebre
Babylon Hotel, dove spesso si riuniscono funzionari governativi. La
seconda, a distanza di pochi minuti dalla prima, è esplosa vicino al
Cristal Hotel (il vecchio Sheraton).
A differenza dei fallimenti militari registrati dall’esercito
iracheno, i combattenti curdi starebbero invece avanzando in Siria
riprendendo possesso di diverse cittadine occupate negli scorsi mesi
dagli uomini di al-Baghdadi. Aiutati anche dai raid aerei della
coalizione internazionale a guida statunitense, i curdi sarebbero
vicini a Tel Abyad, un centro commerciale vicino al confine turco in cui
i miliziani dell’Is commerciano petrolio (indispensabile per sostenere
le spese militari e di gestione del “califfato”), armi e combattenti.
Dall’inizio di maggio i curdi hanno riconquistato più di 200 villaggi
curdi e cristiani nel nord est della Siria a discapito delle forze dello
Stato Islamico.
Ma se avanzano i curdi, indietreggia il regime siriano di Bashar al-Asad.
Ieri diversi gruppi armati islamici (tra cui non vi era l’Is) hanno
occupato la cittadina di Ariha, l’ultimo territorio nella provincia di
Idlib che apparteneva a Damasco. L’esercito siriano – aiutato dai
combattenti sciiti di Hezbollah e da alcuni ufficiali iraniani – è stato
sconfitto dall'”Esercito della Conquista”, una coalizione formata da 7
gruppi ribelli guidati dai qa’edisti del Fronte an-Nusra e dalla potente
milizia degli Ahrar ash-Sham.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, ong di stanza a
Londra e vicino all’opposizione, negli scontri sarebbero morti diversi
civili.
Ieri, intanto, l’esercito statunitense ha iniziato ad addestrare in
Turchia un numero imprecisato di ribelli siriani “moderati”. A
confermare la notizia alla Reuters è stato un alto ufficiale
statunitense che ha preferito restare anonimo.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento