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30/05/2015

Che Fifa!

Lo svizzero Sepp Blatter è stato eletto per il quinto mandato consecutivo come presidente della Fifa, la federazione mondiale del football.  Il terremoto dell’inchiesta dell'Fbi sulla corruzione e le tangenti e gli arresti di alcuni dirigenti della Fifa, non hanno dunque scalfito la presa di Blatter sulla più ricca organizzazione sportiva del mondo. Non solo. Il tentativo dell’Uefa (dunque la federazione europea) ed in particolare di Michel Platini, di scalzarlo dalla poltrona è andato così a vuoto.  Le federazioni europee e statunitense avevano anche provato a schierare un candidato alternativo a Blatter individuandolo però in una figura rappresentativa di una federazione quasi inesistente, quella giordana. Ed infatti il candidato alternativo a Blatter (espressione di Europa e Stati Uniti), il principe giordano Ali Bin al Hussein ci ha provato, ma ha raccolto appena 73 voti contro i 133 di Blatter. Anche ad occhio su questa vicenda dello scandalo Fifa si è respirata l’aria delle contrapposizioni politiche che stanno agendo a livello internazionale. Colpiva il fatto che l’Fbi avesse messo sotto accusa solo l’organizzazione dei campionati mondiali di calcio in Russia e nel Qatar, due paesi al momento in pessime relazioni con Washington e che hanno gettato sulla vicenda un sapore di strumentalizzazione. Così come lo schieramento per le dimissioni di Blatter coincideva pressoché totalmente con le federazioni calcistiche "appartenenti a paesi della Nato". Insomma alla Fifa si è visto uno scenario piuttosto condizionato dal clima internazionale e i risultati prodottisi – pur confermando un personaggio più che discutibile come Blatter – ne sono stati la conseguenza.

Platini aveva invitato l’Europa a votare compatta per il principe giordano ma solo una quarantina di federazioni hanno seguito l’indicazione. E l’Italia? Impossibile da sapere, in quanto il presidente federale Carlo Tavecchio subito dopo il voto è partito senza rilasciare dichiarazioni. Blatter ha invece raccolto i voti dei paesi emergenti e in via di sviluppo in Asia e Africa, dalla americana Concacaf (che unisce America Latina, Usa e Canada, solo queste due hanno votato contro Blatter) e probabilmente dall’Oceania. Dunque una rottura verticale che richiama molto da vicino quelle che si producono in sede di Assemblea Plenaria delle Nazioni Unite dove sempre più spesso le vecchie potenze occidentali scoprono di rappresentare una parte minore del mondo.

Appena rieletto, Blatter ha annunciato l’intenzione di allargare il comitato esecutivo a 30 membri, per consentire a tutte le confederazioni di essere meglio rappresentate. Un passaggio in più per indebolire le federazioni calcistiche europea e statunitense che però sono quelle dove girano tanti soldi.

A margine dell'assemblea internazionale della Fifa si è poi consumato un altro compromesso: quello tra la delegazione palestinese che chiedeva l'espulsione di Israele dalla federazione per gli impedimenti che oppone all'attività sportiva dei giocatori palestinesi e l'apartheid praticato nelle squadre di calcio israeliano. Ma anche qui si segnala una decisione al di sotto delle aspettative. La delegazione palestinese ha ritirato il documento con la richiesta e ne ha presentato uno emendato e meno duro che chiede solo una commissione di inchiesta. il documento è stato approvato dalla Fifa, con grande delusione degli attivisti filo palestinesi che si erano riuniti sotto la sede della federazione a sostegno della richiesta palestinese.

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