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26/05/2015

Aveva accarezzato l'idea di una "discesa in campo", per dare al Pd un volto più anti-corruzione dopo la lunga - e inarrestabile, pare - sequenza di scandali che tormenta la macchinetta personale di Matteo Renzi. Snobbato da un De Luca qualsiasi, come un romposcatole qualsiasi, Saviano non ha trovato di meglio che rituffarsi nell'ordalia poliziottesca che costituisce il suo vero - e unico - habitat.

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Ributtante post su facebook di Roberto Saviano, che si allinea al coro anti-bolivariano con le seguenti parole:
”Il Venezuela chavista crocevia di organizzazioni dei narcotrafficanti da cui partirebbe la cocaina che inonda il  mercato USA ed Europeo. E nella cupola che governa lo spaccio ci sarebbero alti funzionari del governo.

Se fosse vera l'accusa, ciò dimostrerebbe solo una cosa: che la criminalità organizzata non solo arriva dappertutto ma che i governi e i regimi che millantano giustizia, solidarietà e fratellanza universale sono i più adatti a camuffare le alleanze con i narcos e il riciclaggio.

Ovviamente i difensori del regime venezuelano parlano di complotto imperialista, magari fosse cosi”.
Segue un articolo sul suo sito in cui si riassume la vicenda che vede la DEA, l’agenzia anti-droga federale degli Stati Uniti, aver messo sotto indagine molti funzionari del Partito socialista Unito del Venezuela e delle forze armate, fra cui il Presidente dell’Assemblea Nazionale, Diosdado Cabello.

Ovviamente, la DEA è nota per l’utilizzo strumentale e falso delle accuse di narcotraffico, puntualmente cadute, indirizzate contro tutte le soggettività rivoluzionarie dell’America Latina, dal Presidente della Bolivia Morales ai guerriglieri delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC-EP). Quindi si tratta dell’ennesimo capitolo dell’aggressione in atto da parte degli USA nei confronti del Venezuela, che ha avuto un’escalation a partire dal marzo scorso, quando Obama ha proclamato il paese caraibico “pericolo per la sicurezza nazionale del paese”.

Come si sa, le principali basi del narcotraffico, specie quello verso gli USA, sono i paesi allineati a Washington, ovvero Messico, Colombia e altri, nei quali vi è una nota commistione fra cartelli criminali, squadroni paramilitari di estrema destra che agiscono contro sindacalisti e movimenti sociali e personale politico subalterno all’imperialismo americano. Si veda, per ricordare, qui.

Ovviamente, di fronte a questa realtà, Saviano preferisce attaccare in maniera falsa il Venezuela, rafforzando la sua immagine di intellettuale di riferimento di regime all’epoca della Troika e Renzi, caratterizzandosi per il suo ipocrita liberalismo, la sua spocchia e la sua faccia super-esposta mediaticamente, oltre che per il nulla della sua produzione giornalistica. Come si vede anche in questo caso, non fa altro che riprendere le veline di regime e riproporle in maniera romanzata.

Ricordiamo anche le sue numerose uscite in cui pretende di dare lezioni su come si debba e non si debba protestare in piazza, ovviamente sempre dettate dall’attitudine ad apparire democratico e liberale, ma senza disturbare il manovratore. Si tratta della faccia perfetta da esporre nei media per mistificare l’ideologia dominante e la brutalità dell’epoca che viviamo, cercando di creare un bacino di consenso per il sistema, sempre più in affanno. 

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