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27/05/2015

L'isterismo leghista

L’isterismo leghista sta facendo presa sul comune senso della territorialità che è un sentimento costitutivo primitivo di qualsiasi razza vivente. Insieme all’affermazione del proprio senso della realtà, dei propri credo e degli usi va di pari passo l’insicurezza del sé. Il cerchio si chiude proprio sull’insicurezza reale e psicologica rispetto alla minaccia.

La minaccia dell’invasione da parte degli infedeli che arrivano con i barconi, avidi di rubare e portatori di nuove malattie tiene banco e nel contesto attuale di riduzione drastica del tenore di vita medio è una leva politica razzista vantaggiosa a favore del determinato Salvini unto da qualche sangue di santo originario di qualche zona delle terre “pure”.

E’ un isterismo infatti e una contraddizione il fatto di recarsi presso i “terroni” per metterli in guardia verso i “più terroni” e se non fosse che a sud poi si supera l’equatore e si ritrova un’altra gradazione climatica il leghismo continuerebbe ad oltranza.

I problemi ci sono e sebbene i capitali finanziari si possono muovere e determinare condizioni di vita impossibili dove qualcuno ci guadagna sempre con la stessa logica degli scafisti d’altro canto invece le persone no: non sono libere di andare dove vogliono. Esistono i confini politici all’interno del quale ci sono regole e principi originati da evoluzioni storiche e politiche di quella data comunità di persone. Nel tempo i confini politici sono diventati più importanti dei confini geografici i quali grazie alle tecnologie sono sempre meno importanti.

La tv satellitare e i vettori per lo spostamento hanno eliminato le barriere creando tecnicamente un contesto esteso di scambio.

Il leghismo per far giustizia dei furti in casa e dell’interpretazione violenta del Corano preferisce entrare in conflitto preventivamente avendo individuato l’invasione silenziosa del nemico, mettendo in guardia la popolazione italiana già carica di nervoso. La leva politica razzista infatti è vantaggiosa per Salvini ma la soluzione è ben lontana.

A Livorno di invasioni ce ne sono state diverse nel tempo, via terra, via mare, via aria e non erano affatto invisibili. Nazisti tedeschi arrivati col compiacimento fascista dove l’intento era d'invadere l’esterno qualsiasi esso fosse e americani che da sud verso nord hanno proceduto con bombardamenti a tappeto non ancora “chirurgici”. Ma Salvini lo sa?

I problemi di integrazione ci sono eccome, lo vediamo e spesso ci rendono insofferenti e arrabbiati per furti ricevuti all’interno della propria casa oppure per “vedersi passare avanti”, uno slogan ormai sulla bocca di molti, o per la limitazione della frequentazione degli spazi comuni, però con l’isterismo non si risolve nulla. E’ lecito e ragionevole confidare con l’avanzamento di una buona politica comunitaria e una serie di iniziative diplomatiche orientate alla pacificazione senza che un credo originario dichiari guerra ad un altro di differente matrice culturale. Scienziati di ogni nazionalità hanno lavorato in team per risolvere le sfide tecnologiche mentre in campo politico invece siamo sempre al punto di parlare di confini politici. Eliminiamoli. Così come è accaduto nel campo della mobilità planetaria.

Siamo coinvolti in un recente processo di pacificazione europeo sebbene la guerra economico-finanziaria che si sta giocando sulla pelle di masse di cittadini sia devastante ma tanta gente non isterica non se la sente di bombardare i barconi nel Mediterraneo.

Facciamo un test a Salvini: armiamolo di pistola e imbarchiamolo su una barca accostandone poi una piena di gente dell’Africa. Vediamo se spara.

per Senza Soste, Jack RR

22 maggio 2015


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