di Michele Giorgio – Il Manifesto
Ancora un paio d’anni fa solo nominare al Qaeda faceva tremare i polsi. I governi e media occidentali si affannavano a descrivere l’organizzazione fondata da Osama bin Laden
come il gruppo terroristico più pericoloso al mondo. Era un nome
legato - tra dubbi, certezze, sospetti e teorie varie - agli attacchi
alle Torri Gemelle del 2001. Da qualche tempo invece al Qaeda non
sembra fare più paura e gli uomini agli ordini di Ayman al Zawahry,
ex braccio destro e poi successore di bin Laden, sono guardati
sotto una luce meno negativa, specie se combattono contro il nemico
di turno dell’Occidente e delle monarchie arabe. Anche in questa
ottica si spiega la recente operazione di sdoganamento del Fronte al Nusra, il ramo siriano di al Qaeda, che porta avanti la nota tv qatariota al Jazeera, schierata contro il presidente siriano Bashar Assad. Mercoledì scorso l’emittente ha trasmesso un’intervista ad Abu Mohammed al Julani, il capo di al Nusra, realizzata dal giornalista Ahmad Mansour.
Quest’ultimo, in apertura, ha detto di trovarsi in un’area “liberata” della Siria,
ossia controllata dall’organizzazione qaedista. Mansour ha fatto
un'intervista tra amici, ponendo domande volte ad offrire a Julani
l’opportunità di mostrare un volto moderato e conciliante di al
Nusra, opposto a quello brutale del rivale Isis, lo Stato Islamico,
partorito anch’esso da al Qaeda e poi uscito dall’organizzazione
comandata da al Zawahry. A Julani non sono state fatte domande su quale
tipo di sistema politico e sociale al Nusra pensa di instaurare nella
Siria “liberata” dal “dittatore Assad”, pur essendo ben noto che al
Qaeda fonda la sua ideologia sul salafismo più radicale, lontano
anni luce da quella democrazia alla quale, almeno nei proclami, dice
di richiamarsi l’opposizione siriana laica. È stata messa in
piedi una soap opera giornalistica, via satellite, per strappare
appoggi all’Europa e agli Stati Uniti dove al Nusra figura nell’elenco
delle organizzazioni terroristiche del Dipartimento di Stato. Motivo? Occorre
slegare completamente le mani a Julani perchè i suoi uomini -
molto motivati, ben addestrati, armati e pronti al martirio - sono
gli unici, oltre ai jihadisti dell’Isis, a mettere in seria
difficoltà l’esercito siriano e i combattenti libanesi di
Hezbollah, a differenza di quell’armata Brancaleone che si
è rivelato l’Esercito siriano libero, la milizia dell’opposizione
finanziata dall’Occidente e dalle monarchie arabe sunnite.
Occorre inoltre far cessare i raid aerei della Coalizione guidata
dagli Usa che oltre a prendere di mira l’Isis talvolta colpiscono
anche basi di al Nusra. E questa operazione d’immagine non riguarda
solo al Jazeera. In Italia, ad esempio, alcuni attivisti anti-Assad
fanno il possibile per rappresentare al Nusra non come una
organizzazione terroristica legata ad al Qaeda ma come un normale
gruppo della “resistenza” contro Damasco.
E Julani, grazie alle domande di Ahmad Mansour, è emerso
alla fine dell’intervista quasi come un operatore umanitario, un
buon padre di famiglia, e non per quello che è: il leader di un gruppo
armato responsabile di stragi, rapimenti di cittadini stranieri
(anche italiani) e arabi, che non esita ad eliminare sommariamente
i soldati nemici fatti prigionieri, come accaduto durante la
recente conquista della provincia di Idlib. Senza alcun
dubbio anche i militari e le milizie lealiste siriane compiono
gravi crimini che però sono, quasi sempre, denunciati
e documentati. Quelli degli “insorti”, al contrario, raramente
finiscono sulle pagine dei giornali. Persino la decapitazione di
100–150 soldati e lealisti siriani compita dall’Isis dopo la
conquista di Palmira è stata riferita con un profilo molto basso da
quasi tutti i media arabi e internazionali. Il leader del
Fronte al Nusra mercoledì ha recitato alla perfezione il suo ruolo.
Ha detto che il suo intento è solo quello di combattere il regime
siriano, non di organizzare attentati in Occidente, e di
considerare l’Isis come una minaccia. Secondo Julani
l’Occidente sosterrebbe Assad. «Bombardano anche noi perché sanno
che rappresentiamo la vera minaccia al regime di Assad», ha
affermato. Al Nusra - ha aggiunto - «non ha alcun piano o direttiva
per prendere di mira l’Occidente. Abbiamo ricevuto ordini precisi (da
al Zawahry, ndr) di non usare la Siria come base di lancio per un
attacco agli Usa o all’Europa, al fine di non ledere la nostra vera
missione contro il regime. Forse al Qaida lo fa, ma non qui in Siria».
In Siria intanto non si arrestano i combattimenti e il bagno di
sangue. Secondo secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani
(Ondus), una ong con sede a Londra legata all’opposizione siriana,
almeno 75 civili sono stati uccisi ieri da “barili-bomba” sganciati da
elicotteri governativi. Cinquantacinque le vittime ad Al Bab,
cittadina controllata dall’Isis a 25 chilometri da Aleppo, e 20
ad al Shaar un quartiere della stessa Aleppo. Tra le vittime vi
sarebbero 8 membri della stessa famiglia. Lo stesso Ondus ha anche
denunciato che forze curde avrebbero giustiziato 20 civili arabi nei
territori ripresi all’Isis nella provincia di Al Hasakah.
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