Un raid aereo della coalizione di paesi arabi a guida saudita ha colpito questa mattina di nuovo la capitale yemenita uccidendo cinque persone e distruggendo tre palazzi nella zona antica di Sana’a, dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità.
Secondo i residenti, si tratta del primo bombardamento nella zona, un vero e proprio gioiello dal punto di vista architettonico e culturale, dall’inizio dell’offensiva contro i ribelli houthi cominciata nel mese di marzo dalle petromonarchie alle quali si è unito l’Egitto.
In realtà, già nei mesi scorsi allarmanti notizie riguardo bombardamenti nei pressi della città vecchia erano stati all’origine di diversi appelli da parte di Irina Borokova, direttore Generale dell’Unesco.
Il missile ha colpito il quartiere di Qassimi, che ospita migliaia di palazzi edificati intorno all’XI secolo. Non è chiaro quale fosse l’obiettivo del raid, in una zona finora relativamente risparmiata dai combattimenti.
Situata in una vallata a oltre 2000 metri d’altezza, la capitale dello Yemen – centro abitato da 2500 anni – è uno degli insediamenti umani più antichi al mondo. Nel corso del VII e VIII secolo la città divenne un importante centro per la diffusione dell’Islam. Questo patrimonio religioso e politico comprende 103 moschee, 14 hammam e oltre 6000 case, tutte costruite prima del XI secolo in terra battuta e mattoni. Le facciate degli edifici sono decorati con mosaici geometrici di gesso bianco ispirati dall’arte islamica tradizionale.
Ma a parte la preoccupazione per le distruzioni operate dai bombardieri sauditi, continua nel paese la strage di civili e di militari ribelli da parte di Riad e dei suoi alleati sunniti. Le forze aeree della coalizione hanno bombardato martedì alcune aree dello Yemen, uccidendo 19 persone. Gli attacchi aerei hanno preso di mira anche la casa di un generale vicino agli houthi e il quartier generale di Ahmed Ali Saleh, figlio dell’ex presidente Ali Abdullah Saleh, sostenitore dei ribelli.
Le forze militari di Riad stanno inutilmente cercando di cacciare dalle regioni centrali e meridionali dello Yemen le milizie dei ribelli houthi, sciiti, e i loro alleati fedeli all’ex presidente Saleh, per reinsediare al potere il presidente yemenita Abd Rabbo Mansur Hadi, scappato in Arabia Saudita dopo essere stato destituito dalla ribellione delle popolazioni del nord escluse dal potere politico e dalla distribuzione delle risorse economiche. Finora i morti provocati dai bombardamenti e dai combattimenti, moltissimi dei quali civili, sarebbero più di 2000.
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