di Michele Paris
Il clima decisamente amichevole tra l’amministratore delegato di
Fiat-Chrysler (FCA), Sergio Marchionne, e il numero uno del sindacato
automobilistico americano (UAW), Dennis Williams, nella conferenza
stampa di martedì sera che ha annunciato il raggiungimento di un accordo
per il rinnovo del contratto di quasi 40 mila lavoratori negli USA,
basterebbe da solo a descrivere i rapporti esistenti tra le due “parti
sociali” i cui interessi dovrebbero essere teoricamente divergenti.
A
chiarire l’unità di vedute tra i rappresentanti di FCA e UAW vi è stata
anche l’assenza di contrasti significativi registrati nel corso delle
trattative, i cui dettagli, così come quelli del testo dell’accordo
appena siglato, sono per il momento avvolti nel mistero.
Le
discussioni tra FCA e UAW hanno inaugurato i negoziati tra il sindacato e
le tre grandi case automobilistiche americane attorno ai termini del
nuovo contratto quadriennale che interessa circa 140 mila lavoratori
negli Stati Uniti, alle dipendenze, oltre che dell’azienda guidata da
Marchionne, di Ford e General Motors (GM). UAW aveva scelto FCA come
primo interlocutore e il testo concordato, se approvato dagli iscritti
al sindacato, servirà come modello per le prossime trattative con Ford e
GM.
Le discussioni che hanno preceduto e di poco superato la
scadenza del vecchio contratto dei dipendenti di FCA - fissata per la
mezzanotte di lunedì scorso - erano incentrate principalmente su due
questioni di estrema importanza sia per i lavoratori sia per le tre
aziende.
La prima è l’eliminazione del sistema dei cosiddetti
“due livelli” di retribuzione, introdotto nel 2007 e fortemente
avversato dai lavoratori, mentre la seconda riguarda l’assistenza
sanitaria dei dipendenti FCA.
Secondo gli accordi in vigore, gli
assunti di “secondo livello” a partire dal 2007 percepiscono stipendi
che non superano i 19 dollari l’ora, contro i circa 28,5 dei lavoratori
in azienda da prima di questa data. Questi ultimi, tuttavia, non hanno
beneficiato di un solo adeguamento di stipendio da un decennio a questa
parte.
Per i lavoratori, l’obiettivo dovrebbe essere quello di
chiudere il “gap” tra i due livelli, visto che le mansioni svolte sono
le stesse, assicurando a tutti i dipendenti un adeguamento verso l’alto
degli stipendi. Per i vertici di FCA, anch’essi interessati a farla
finita con questo sistema, si tratta al contrario di imporre un
adeguamento al ribasso, liquidando i contratti di primo livello.
Nel
caso dell’assistenza sanitaria, Marchionne e i suoi pari di Ford e GM
intendono fare il possibile per alleggerire le loro aziende dal peso
della spesa sostenuta per i piani assicurativi relativamente generosi
garantiti ai dipendenti. In questo caso, il fine delle compagnie
coincide con quello dei vertici del sindacato e consiste nello scaricare
tutti i lavoratori in un fondo (VEBA) gestito da UAW e che da qualche
tempo offre l’assistenza sanitaria ai pensionati del settore auto.
Questa
soluzione sgraverebbe le aziende dai costi sanitari sostenuti per i
dipendenti, mentre consentirebbe a UAW di ampliare sensibilmente il
fondo di investimento che già controlla. A rimetterci sarebbero però i
lavoratori, costretti a ripiegare su piani di assistenza sanitaria con
meno benefit rispetto a quelli attuali.
Gli accordi presi tra le
due parti non sono ad ogni modo noti per il momento, visto che né
Marchionne né Williams hanno rivelato alcun dettaglio durante la
conferenza stampa di martedì. Il numero uno di UAW ha affermato che il
contenuto dell’accordo sarà reso noto solo dopo che esso verrà condiviso
con i leader delle sezioni locali del sindacato.
Marchionne ha
affermato soltanto che i negoziatori hanno concordato l’avvio di un
processo per cancellare i due livelli retribuitivi “nel tempo”. Quanto
tempo sarà necessario per fare ciò e in quali termini non è al momento
chiaro. Dichiarazioni rilasciate dallo stesso amministratore delegato di
FCA nel recente passato non lasciano intravedere nulla di buono per i
lavoratori.
Marchionne - gratificato con un compenso di oltre 31
milioni di dollari nel 2014 - aveva infatti sostenuto che il “diritto” a
stipendi come quelli previsti dal primo livello contributivo non sono
più sostenibili e che le retribuzioni dovranno essere legate sempre più
alla produttività e al successo dell’azienda sul mercato. L’ipotesi più
probabile è che gli appartenenti al secondo livello e i nuovi assunti
potranno raggiungere il massimo livello retributivo nel corso di una
decina di anni.
Dalle interviste di molti lavoratori riportate
dai media americani in questi giorni appare chiaro come sia diffuso il
timore che il sindacato si sia nuovamente piegato pressoché totalmente
al volere dei vertici di FCA.
La rabbia tra i lavoratori è
pienamente giustificata, visto che tutte e tre le case automobilistiche
americane siedono da qualche anno su una montagna di profitti, ottenuti
grazie alla drastica riduzione del costo del lavoro e all’incremento
della produttività imposto con la collaborazione del sindacato e
dell’amministrazione Obama, intervenuta nel 2009 per salvare le
compagnie sull’orlo del fallimento.
I lavoratori di FCA, così
come di Ford e GM, possono comunque immaginare facilmente in quale
direzione andrà il loro nuovo contratto, viste le dichiarazioni di
Marchionne e Williams, protagonisti di una conferenza stampa congiunta
senza precedenti per dare l’annuncio dell’intesa. Il primo ha ad esempio
sottolineato la “convergenza di interessi” tra FCA e UAW; il secondo si
è invece espresso sostanzialmente come un dirigente dell’azienda,
parlando della necessità di mantenere il livello di competitività della
compagnia e di favorire la conquista di nuove quote di mercato.
Secondo
alcuni, la segretezza ostentata da Williams e Marchionne sulle
questioni più delicate del contratto sarebbe dovuta alla mancanza di un
accordo definitivo. Il presidente di UAW avrebbe deciso di annunciare il
raggiungimento dell’intesa per allentare le pressioni esercitate dai
lavoratori, pronti a scioperare allo scoccare della mezzanotte di
lunedì.
Il
desiderio di UAW è d’altra parte quello di evitare a tutti i costi un
confronto con i vertici aziendali, come conferma il fatto che nelle
prime ore di martedì il sindacato ha messo in atto una vera e propria
campagna intimidatoria per impedire l’interruzione dei turni di lavoro
in un impianto di Detroit. Un’iniziativa dei lavoratori in questa
fabbrica avrebbe potuto innescare la mobilitazione degli altri
dipendenti di FCA, così come di Ford e GM, costringendo UAW ad assumere
un atteggiamento più combattivo nei confronti di Marchionne e del suo
team.
In ogni caso, l’accordo verrà ora fatto conoscere ai
responsabili di UAW nelle varie fabbriche FCA degli Stati Uniti,
dopodiché entro una decina di giorni dovrà essere ratificato dalla
maggioranza dei lavoratori in ogni singolo impianto. Successivamente
saranno avviate le trattative con Ford e General Motors.
Anche in
caso di bocciatura, tuttavia, il nuovo contratto potrebbe essere
adottato forzatamente, come suggeriscono i precedenti. Quando infatti
nel 2011 una categoria dei lavoratori di Chrysler respinse a maggioranza
il contratto appena negoziato, i vertici di UAW intervennero senza
esitazioni per dichiarare comunque ratificata la nuova intesa concordata
con l’azienda.
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