Negli Stati Uniti è scoppiata una nuova “grana” sulla manipolazione delle informazioni relative al teatro di guerra “contro l'Isis” in Siria e Iraq. Secondo il New York Times, alcuni vertici del Centcom, il Comando delle forze armate Usa incaricato di coordinare le operazioni militari americane contro l'Isis in Iraq e in Siria, avrebbero manipolato i rapporti preparati dagli uomini dei servizi, dando alla Casa Bianca, al Pentagono e al Congresso informazioni distorte sull'andamento della guerra, fornendo notizie falsate sull'effetto dei raid aerei compiuti sulle roccaforti jiadiste o sul reale stato di preparazione delle truppe irachene. L'obiettivo era quello di mostrare ai vertici dello Stato un quadro più edulcorato di quanto fosse nella realtà sulla lotta ai miliziani dell'Isis.
Il quotidiano statunitense rivela che un gruppo di analisti dell'intelligence Usa stanno esaminando tutti i rapporti inviati dagli agenti dei servizi agli ufficiali del Centcom, arrivando a queste conclusioni mettendolo a confronto con altre informazioni, discordanti, arrivate sul tavolo dell'amministrazione presidenziale. "L'indagine verificherà – ha spiegato un portavoce del Pentagono – se ci sono state falsificazioni e insabbiamenti sul fronte delle informazioni o se ci sono stati ritardi nel fornirle alle autorità competenti. Esamineremo ogni singola responsabilità e ogni cattiva condotta o falla sarà perseguita". La vicenda – scrive il New York Times che già un mese fa rivelò l'esistenza di questa indagine interna – potrebbero in parte spiegare alcune discrepanze tra la descrizione dell'andamento delle operazioni in Iraq fatta dalla Casa Bianca e dal Pentagono negli ultimi mesi e la realtà della situazione sul campo, dove l'Isis arretra meno del previsto.
Intanto il ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian, ha annunciato che nelle prossime settimane inizieranno i raid aerei dei bombardieri contro le postazioni dell'Isis in Siria. Due giorni fa era stato lo stesso Hollande a confermare che dopo i voli di ricognizione di questi giorni ci sarebbero state incursioni aeree, giudicandole "necessarie". Ma se Parigi annuncia i bombardamenti, la Bbc rivela che altre potenze legate alla filiera della Nato, come l'Australia, hanno lanciato i primi raid aerei contro obiettivi dello Stato islamico in Siria. Secondo la televisione britannica, lunedì sono stati effettuati tre attacchi aerei, che hanno distrutto un veicolo corazzato dell'Isis e un deposito di petrolio.
Dal canto suo il presidente siriano Assad è andato alla carica contro coloro che vogliono la sua testa, in particolare contro gli Stati Uniti e l'Unione Europea. “Il presidente assume il potere con il consenso del popolo attraverso le elezioni e se lascia lo fa su richiesta del popolo, non per decisione degli Stati Uniti, del Consiglio di sicurezza dell'Onu, della Conferenza di Ginevra o del comunicato di Ginevra", ha detto il presidente siriano in una intervista rilasciata ai mass media russi. "Se il popolo desidera che il presidente rimanga, lui rimane, altrimenti dovrebbe lasciare immediatamente, questa è la mia posizione di principio su questo tema". Assad ha quindi dichiarato che "sin dall'inizio" della crisi siriana "la campagna dei media occidentali si concentrava sul fatto che l'intero problema fosse il presidente stesso. Hanno tentato di dare l'impressione che il problema della Siria derivasse da una persona" ha denunciato il presidente siriano.
Assad non ha lesinato pesanti critiche all'Unione Europea, affermando che “L'afflusso massiccio di profughi è responsabilità" dell'Europa visto che ha sostenuto e continua a sostenere e a coprire il terrorismo". "L'Europa chiama i terroristi 'moderati' – ha proseguito Assad – e li divide in gruppi", ma "tutti loro sono estremisti". L'Occidente e la Turchia riforniscono di armi, soldi e volontari i qaedisti di Jabhat al-Nusra e i terroristi dell'Isis che combattono in Siria. "La cooperazione tra l'Occidente e Jabhat al-Nusra è un dato di fatto – ha affermato Assad –, noi tutti sappiamo che Jabhat al-Nusra e Isis ricevono armi, denaro e volontari dalla Turchia, che mantiene stretti rapporti con l'Occidente".
Nessun commento di Assad invece sulla notizia resa nota dall'ex negoziatore dell'Onu, il finlandese Atishaari, secondo cui nel 2012 l’ambasciatore russo all’Onu, Vitaly Churkin, presentò in segreto un piano in tre punti che prevedeva l’uscita di scena di Bashar al-Assad a seguito di negoziati con le opposizioni moderate. Una rivelazione decisamente "imbarazzante" e non solo per il presidente siriano.
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