Mentre l’ordine mondiale a guida USA è sempre più in crisi e viene apertamente sfidato persino dalle redivive ambizioni egemoniche della Germania,
Cina e Russia stanno tenacemente costruendo il proprio ordine mondiale,
con una peculiare divisione del lavoro che assegna a Mosca l’onere
della difesa e a Pechino l’aspetto economico dell’integrazione
eurasiatica. Così, mentre gli USA, che sono la principale causa
dell’avvicinamento tra Russia e Cina altrimenti divise da attriti
geostrategici, non riescono a sabotare questa cooperazione, sempre più
paesi entrano sotto l’ombrello protettivo economico e militare
sino-russo, in quella che sembra la realizzazione del peggior incubo geostrategico dell’establishment atlantico. Da The Strategic Culture Foundation.
di Federico Pieraccini, 21/05/2017
(Questo articolo nasce come replica alle tesi che Bobo Lo,
analista del Lowy Institute for International Policy, ha esposto a una conferenza del Brooking Institute sulle relazioni sino-russe)
L’ipotesi principale con la quale Bobo Lo comincia a definire la
relazione tra Mosca e Pechino è che i due paesi basino la loro
collaborazione sulla convenienza e su una convergenza di interessi
piuttosto che su un’alleanza. Lo continua spiegando che i principali
attriti nella relazione sino-russa riguardano il destino che Putin e Xi
riservano all’Europa, in particolare all’Unione Europea, oltre alla
differenza di opinioni sul ruolo cinese nel Pacifico. Nel primo caso, Lo
afferma che la Russia vuole porre fine al progetto europeo, mentre la
Cina spera in un’Europa forte e prospera. Per quel che riguarda
la situazione nel Pacifico, secondo questo resoconto, Mosca vuole un
equilibrio di potere tra le diverse potenze, senza che il dominio
egemonico venga trasferito da Washington a Pechino.
L’unico merito nell’analisi di Lo è l’aver identificato gli Stati
Uniti come principale causa dell’avvicinamento strategico tra Mosca e
Pechino, certamente un’ipotesi scarsamente presa in considerazione dai
responsabili politici statunitensi. Lo ritiene che l’ossessione di
Washington sulla cooperazione tra Cina e Russia sia controproducente,
anche se pensa che gli Stati Uniti non dispongano in realtà della
capacità di sabotare o contenere i molti ambiti di cooperazione tra
Pechino e Mosca.
Ciò che manca nell’analisi di Lo sono due fattori essenziali che
regolano il modo in cui Mosca e Pechino hanno strutturato la loro
relazione. La Cina e la Russia hanno compiti diversi nel promuovere il
loro ordine mondiale, ovvero preservare la stabilità globale attraverso
mezzi militari ed economici. La loro relazione complessiva di
cooperazione reciproca va oltre la regione dell’Eurasia e si concentra
sull’intero processo di una globalizzazione sostenibile, nonché su come
creare un ambiente dove tutti possano prosperare in modo efficiente e
sostenibile. Questo implica l’abbandono dell’attuale ordine mondiale unipolare, bellicoso e caotico.
Mosca e Pechino: sicurezza ed economia
Pechino è stato il motore economico del mondo per oltre due decenni e
non mostra segni di rallentamento, almeno non troppo. Mosca,
contrariamente alla propaganda dei media occidentali, è tornata a
svolgere un ruolo non solo a livello regionale, ma come potenza globale.
Entrambi questi percorsi di crescita militare ed economica hanno
messo Cina e Russia in rotta di collisione con gli Stati Uniti,
l’attuale superpotenza globale che tende a dominare le relazioni
internazionali con il bullismo economico, politico e militare, grazie a
media compiacenti e politici corrotti.
Nel caso di Pechino, il processo di globalizzazione ha enormemente
migliorato il paese, consentendo al gigante asiatico di diventare la
fabbrica del mondo, con i paesi occidentali che possono esternalizzare
il lavoro a basso costo. In questo processo di crescita economica, negli
anni Pechino è passata dall’essere un semplice paradiso
dell’outsourcing a basso costo per le imprese private ad essere leader
mondiale negli investimenti e nei progetti a lungo termine. I dividendi
di anni di accumulazione di ricchezza a spese delle nazioni occidentali
hanno consentito a Pechino di essere più di un semplice partner
strategico per altre nazioni. La Cina guida il processo di
globalizzazione, come recentemente sottolineato da Xi Jinping a Davos, in uno storico discorso.
La transizione della Cina da innocuo partner dell’Occidente a potenza
regionale con enormi investimenti esteri mette il paese in rotta di
collisione con Washington. Inevitabilmente, Pechino diventerà l’egemone
asiatico, cosa che i politici americani hanno sempre assicurato che non
sarà tollerata.
Il pericolo che Washington vede è quello di una Cina emergente come
superpotenza regionale che condurrà le danze nel Pacifico, la regione
più importante del pianeta. Gli Stati Uniti hanno molti interessi in
gioco nella regione e vedono indubbiamente in pericolo il proprio futuro
di leader dell’ordine mondiale.
La politica del “Perno Asiatico” di Obama puntava proprio a contenere
la Cina e limitare il suo potere economico in modo da ridimensionare le
ambizioni di Pechino.
Non sorprende che le preoccupazioni di Washington su Mosca riguardino
la rinascita delle sue capacità militari. La Russia è in grado di
opporsi a determinati obiettivi degli Stati Uniti (vedi Ucraina o Siria)
con mezzi militari. La possibilità del Cremlino di limitare l’influenza
americana nell’Europa orientale, nel Medio Oriente e nell’Eurasia in
generale è motivo di preoccupazione per i responsabili politici
americani, che non riescono a contenere la Russia e limitare la sfera
d’influenza di Mosca.
In questo contesto, per garantire la stabilità della regione
eurasiatica nel suo complesso – in Asia, in Medio Oriente e in Europa –
entra in gioco la divisione strategica del lavoro tra Russia e Cina. Per
riuscire in questo compito, Mosca ha assunto prevalentemente l’onere
militare, condiviso con altre nazioni amiche appartenenti alle aree
coinvolte. In Medio Oriente, ad esempio, la partnership di Teheran con Mosca
è vista positivamente da Pechino, data la sua intenzione di
stabilizzare la regione e di sradicare il problema del terrorismo, di
cui nazioni come la Cina e la Russia sono particolarmente preoccupate.
Sia Putin che Xi sono consapevoli che l’influenza degli estremisti
islamici nelle regioni caucasiche in Russia o nella regione autonoma
dello Xinjiang in Cina, può essere sfruttata opponendosi ai paesi
occidentali. In Nord Africa, l’Egitto ha firmato diversi contratti per
l’acquisto da Mosca di veicoli militari, oltre ad aver acquistato le due
navi Mistral dalla Francia, affidandosi quindi alle forniture militari
di Mosca. Non sorprende pertanto che Mosca ed Egitto abbiano collaborato nella situazione in Libia e in Nord Africa in generale.
Nel sud-est asiatico, Mosca cerca di coordinare gli sforzi per raggiungere un accordo tra Afghanistan, Pakistan e India. L’ingresso di New Delhi e Islamabad (Teheran sarà la prossima) nell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai
(SCO), con la benedizione di Pechino, protagonista della riunione dello
SCO del 2017, è un risultato fondamentale e la giusta prospettiva dalla
quale osservare l’evoluzione della regione. Mosca sta sostanzialmente
agendo come mediatore tra le parti ed è anche in grado di interagire con
l’India, nonostante la presenza dominante della Cina. L’obiettivo
finale di Mosca e di Pechino è di sradicare il fenomeno terroristico
nella regione asiatica, con un occhio a ciò che sta succedendo in Nord
Africa e Medio Oriente con l’Iran e l’Egitto.
Verso un Ordine Mondiale Multipolare
Il punto di svolta nelle relazioni tra Mosca e Pechino riguarda la
capacità di coinvolgere i paesi terzi sotto l’aspetto militare
od economico, a seconda delle esigenze e degli obiettivi di questi
paesi. Chiaramente nel campo militare è Mosca a condurre, con la vendita
di armi ai partner attuali e futuri e la cooperazione in materia di
sicurezza (come con le ex Repubbliche Sovietiche dell’Asia centrale o
nel Donbass) e con degli interventi mirati, se necessario, come in
Siria. Pechino, d’altra parte, agisce in modo diverso, concentrandosi
nel campo economico, con al centro in particolare l’Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB).
Iniziative come la One Belt One Road (OBOR) (Una zona Una via,
ndt) e la Via Marittima della Seta, hanno lo stesso obiettivo
strategico dell’iniziativa militare russa, vale a dire assicurare
l’indipendenza della regione in una prospettiva geo-economica,
raggiungendo accordi win-win, vantaggiosi per tutti i partner coinvolti. Naturalmente, l’accordo win-win
non significa che la Cina vinca e poi vinca nuovamente; piuttosto,
comporta una serie di concessioni bilaterali che possano arrivare a
soddisfare tutti gli attori coinvolti. Un esempio importante a questo
proposito, che spiega il partenariato sino-russo, riguarda
l’integrazione dell’Unione Eurasiatica con la Via della Seta cinese. Le
preoccupazioni russe sullo status predominante del colosso cinese in
Asia centrale sono state mitigate da una serie di soluzioni, come il
sostegno del programma di infrastrutture dell’OBOR a quello dell’Unione
Eurasiatica. Pechino non è interessata a sostituire il ruolo guida di
Mosca nei paesi post-sovietici dell’Asia centrale, ma piuttosto a
fornire energia e sviluppo economico significativo alle nazioni
particolarmente sottosviluppate che necessitano di importanti
investimenti economici, cosa che solo Pechino è in grado di garantire.
Il collegamento dell’Unione Economica Eurasiatica con l’iniziativa One Belt One Road
garantisce a Mosca un ruolo primario nel transito di merci da est a
ovest, diventando così il punto di collegamento tra Cina ed Europa man
mano che il ruolo e la funzione dell’UEE si espandono. Tutti i
partecipanti a queste iniziative hanno un’occasione unica per
far crescere la loro economia attraverso questa intera rete di
collegamenti. Pechino garantisce i soldi per i paesi in difficoltà e
Mosca la sicurezza. Lo SCO svolgerà un ruolo importante nella riduzione e
nella prevenzione dell’influenza terroristica nella regione, un
presupposto per il successo di ogni progetto. Inoltre, anche l’AIIB, e
in una certa misura la BRICS Development Bank,
dovranno entrare in gioco e offrire garanzie economiche alternative ai
paesi potenzialmente coinvolti in questi progetti, al fine di liberarli
dalle istituzioni finanziarie internazionali esistenti.
One Belt One Road, e tutti i relativi progetti,
rappresentano un’occasione unica in cui tutti i giocatori rilevanti
condividono obiettivi comuni e benefici provenienti da questi
rivoluzionari rapporti geo-economici. Questo rapporto sicurezza-economia
tra Mosca e Pechino è il cuore dell’evoluzione dell’attuale ordine
mondiale, dal mondo unipolare al mondo multipolare.
Gli Stati Uniti non possono opporsi alla Cina sul fronte economico e
alla Russia sul fronte militare. Tutto si riduce a quanto Cina e Russia
possano continuare a fornire e garantire un ombrello protettivo
economico e militare al resto del mondo.
Fonte
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