Orme Rosse il foglio di orientamento operaio della Rete dei Comunisti è giunto al suo quarto numero. Con il sottotitolo lavoro contro capitale nell’Unione Europea questo strumento sta assumendo un suo profilo più netto ed inizia a configurare una modalità d’intervento politico/pratica che è propria del metodo della RdC.
Siamo profondamente convinti che non può definirsi una azione politica di una soggettività comunista organizzata se questa non mette al centro delle sue “ragioni sociali” gli interessi del mondo del lavoro in una prospettiva dichiaratamente anticapitalista ed, in tendenza, di rottura sistemica con gli attuali rapporti sociali.
Sono decenni che il mondo del lavoro è stato espunto non solo dall’agenda politica ufficiale della “sinistra” ma da ogni allusione di possibile trasformazione sociale; un mondo del lavoro che non è più ristretto dentro le mura delle vecchie fabbriche fordiste ma che è spalmato lungo l’intera e variegata gamma con cui oggi si rappresenta il moderno sfruttamento capitalistico. Un mondo del lavoro, però, che deve ritrovare e ricostruire – dopo decenni di sconfitte, arretramenti e di frantumazione della sua unità politica e materiale – la sua funzione storica ed antagonistica sul piano generale.
Infatti lo scenario odierno in cui siamo collocati spazia dai templi del lavoro semi schiavistico dei magazzini della logistica all’inferno della cosiddetta grande distribuzione organizzata, dalla parcellizzazione e frantumazione delle diverse forme del precariato ai selvaggi processi di privatizzazione e di aziendalizzazione di ciò che residua del sistema dei servizi e del lavoro pubblico. Una condizione materiale di classe che include le molteplici modalità di sfruttamento che afferiscono al lavoro intellettuale e mentale che sono, con buona pace dei cantori della post/modernità, una ulteriore tappa della sofisticazione delle forme di dominio e comando sul proletariato e sull’intera società tipici della maturità del capitale.
Siamo, inesorabilmente, dinnanzi ad una complessa catena del valore che piega e funzionalizza la forza lavoro alle esigenze del capitale attraverso una gigantesca opera di svalorizzazione del lavoro, dei diritti e della dignità.
Un processo complesso che non è indifferente, almeno per ciò che attiene al ridotto nazionale italiano, alle conseguenze concrete delle dinamiche di concentrazione e centralizzazione della borghesia continentale europea e del suo polo imperialistico.
In tal senso la parola d’ordine di tipo generale che avanziamo – lavoro contro capitale nell’Unione Europea – è la traduzione pratica della consegna teorica leniniana della necessità politica, prima di tutto, della lotta contro il proprio imperialismo.
Del resto come leggere – al di là delle cortine fumogene della narrazione tossica prodotta dei media dominanti – vicende finanziarie e di politica industriale come quelle di Mediaset, Vivendi, Telecom, quelle relative a Generali, San Paolo e Axa/Allianz fino alle vere e proprie manomissioni politiche ed economiche attorno ai casi Alitalia ed Ilva se non come un enorme campo di battaglia dove le diverse fazioni di capitale sono coinvolte in una enorme (e per certi aspetti parossistica) competizione globale?
Un attività, quindi, quella di Orme Rosse che vuole – dichiaratamente – collocarsi su un versante più avanzato di quello sindacale/sociale (il quale è oggi egregiamente interpretato dal sindacalismo conflittuale e più specificatamente dall’Unione Sindacale di Base) per delineare soglie politiche e programmatiche che sono proprie di una soggettività comunista che intende iniziare a rivolgersi direttamente ai compagni, agli attivisti ed ai settori più coscienti della classe ovunque collocati.
Non è un caso che negli ultimi due numeri di Orme Rosse (il terzo ed il quarto) abbiamo deciso di ripubblicare – come inserto teorico – un documento sulla Questione Sindacale redatto nel 2003 che contiene, ancora oggi, utili indicazioni di carattere strategico e politico.
Abbiamo inteso ribadire e continueremo a farlo con la nostra attività d’Organizzazione che l’intervento di classe politico e sociale, e dunque anche quello sindacale, non possono vivere di solo conflitto se questo non è collocato dentro un progetto e mai come oggi questa necessità è stata così chiara dove in assenza di forze politiche di sinistra e comuniste le difficoltà dei lavoratori sono evidenti e questi sono schiacciati sulla difensiva.
Per tale motivo si tratta, necessariamente, di assumere collettivamente una visione storica dei processi di organizzazione sindacale, del nesso con lo sviluppo del capitale e delle forze produttive. Un impegno quanto mai necessario se vogliamo aprire una fase di conflitto che sia, se non vincente, almeno in grado di resistere seriamente agli attacchi effettuati alle condizioni di vita, di salario ed all’insieme dei diritti dei lavoratori.
Invitiamo, dunque, quanti seguono l’attività della RdC a sostenere Orme Rosse (i numeri dei giornali sono scaricabili gratuitamente dal sito della Rete dei Comunisti), a comunicarci impressioni, critiche e suggerimenti per affinare, sempre più, questo nuovo utensile che mettiamo in campo nel quadro delle iniziative a tutto tondo della nostra Organizzazione.
Le prossime presentazioni del nuovo numero di Orme Rosse sono previste martedì 27 giugno a Roma e mercoledì 28 giugno a Caserta con la partecipazione di attivisti sindacali, delegati operai di vari comparti lavorativi e compagni dei movimenti di lotta.
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