Qualcuno, ai piani alti del governo e delle polizie, è ormai fuori come un balcone.
Ieri, a Roma, al Pantheon, si è tenuto un presidio per la Giornata mondiale del rifugiato, scadenza fissata dall’Onu (non da un centro sociale o un gruppo di integralisti di qualche religione).
Decine di persone sono ovviamente arrivate nella pizza, peraltro gremita di turisti, con l’intento di denunciare “l’Europa dei confini e dei respingimenti”.
Tra gli oratori chiamati a parlare brevemente alcuni esperti del problema, tra cui un avvocato e attivista che ha correttamente e tecnicamente criticato il “Decreto Minniti” (quello specifico per i migranti).
Detto fatto, è stato fermato e identificato dalla polizia che, con la delicatezza che la contraddistingue, sull’esempio dei “colleghi” di Aulla, lo ha minacciosamente “invitato” a mostrare i documenti, senza peraltro spiegare il motivo del loro intervento.
A quel punto l’intera platea dei convenuti – ripetiamo: per una scadenza istituzionale decisa dall’Onu, quindi in teoria anche dal nostro beneamato governo – ha cominciato a protestare contro l’evidente abuso.
Non paghi della figura già fatta, la polizia ha deciso di identificare tutti i presenti.
In nome della libertà d’espressione, naturalmente...
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