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09/07/2017

Inchiesta Consip/2. Appalti, soffiate e cimici

L’arresto di Alfredo Romeo con l’accusa di corruzione nell’inchiesta CONSIP e l’iscrizione nel registro degli indagati, con diverse ipotesi di reato di Luca Lotti (Ministro dello sport), Tiziano Renzi (padre dell’ex premier), del generale dei carabinieri Tullio Del Sette e del generale Emanuele Saltalamacchia (comandante dei carabinieri della Toscana), imprime una svolta nell’indagine partita da Napoli e oggi nelle mani della Procura di Roma.

La vicenda CONSIP, svelata dal Fatto Quotidiano a partire dal 22 dicembre 2016, a prescindere dall’esito dell’indagine sembra andare molto oltre l’ennesima brutta storia di corruzione di qualche dirigente di secondo piano della P.A.

La più grande macchina di acquisti della P.A., la Consip, gestita interamente dal MEF (nata nel 1997 per garantire una gestione degli appalti efficace, trasparente e con l’intento di ridurre i costi degli acquisti e servizi della P.A.), è al centro di un’inchiesta che vede coinvolti alti poteri dello Stato e dirigenti di partito fino ai massimi livelli nel solito intreccio con imprenditori senza scrupoli e già giudicati in passato per illeciti ai danni della pubblica amministrazione e corruzione. In attesa naturalmente del giudizio della Magistratura, sembrano essere direttamente chiamati in causa Il Governo, il PD e L’Arma dei Carabinieri.

Vale la pena, avvalendoci della puntuale e “inspiegabilmente” solitaria inchiesta del Fatto Quotidiano, ripercorrere le tappe mettendo insieme nomi, cognomi e vicende dei tanti “autorevolissimi” protagonisti.

Partiamo da un po’ di tempo fa. Da il Fatto Quotidiano del 24 giugno 2015:
“Da assessore alla Salute della Regione Toscana alla poltrona di amministratore delegato della Consip,[…] che presidia 40 miliardi di Euro annui. Un salto notevole quello compiuto da Luigi Marroni lo scorso 12 giugno, chiamato a Roma dal ministero dell’Economia per volere del premier Matteo Renzi. Un altro toscano importato nei Palazzi della Capitale.”
Prosegue l’articolo:
“L’ex assessore della giunta di Enrico Rossi non ha però alcuna esperienza di bilanci o spesa pubblica.” Anzi afferma Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia “Ha fatto carriera con lo spreco di soldi pubblici”. E ancora: la gestione degli immobili Asl, accusa, “è stata cialtrona se non truffaldina”. La commissione regionale d’inchiesta, insediata appositamente la scorsa primavera, ha individuato diverse irregolarità: “Lavori affidati senza appalto, destinazioni d’uso cambiate in corso, proprietari che in un caso hanno venduto l’immobile alla Regione un giorno prima di averlo acquistato, dichiarazioni di immediata utilizzabilità affidate quando ancora c’era soltanto un campo ed era tutto da costruire, appalti assegnati con selezioni pubbliche poco trasparenti”.
Conclude l’articolo:
“gli immobili fantasma e il buco di bilancio della Asl di Massa sarebbero liquidabili come pasticci locali, vicende confinate nelle province toscane, se non fosse che Marroni oggi è a Roma, chiamato a guidare la cassa della pubblica amministrazione italiana, non proprio una Asl di periferia. La Consip, per dare un’idea, nel 2014 ha presidiato una spesa di 38 miliardi di Euro e bandito gare per 13 miliardi 554 milioni in forte aumento rispetto agli anni precedenti: nel 2011 la spesa ammontava a 27, 5 miliardi per 3,7 banditi. Questo perché nell’aprile 2014 il governo Renzi ha cambiato il quadro normativo affidando alla Consip il ruolo di attore principale del sistema nazionale degli approvvigionamenti. Un bell’impegno per un ex assessore alla Salute.”
SOFFIATE E CIMICI

Da il Fatto Quotidiano del 22 DICEMBRE 2016:
“Il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette è indagato per favoreggiamento e rivelazione del segreto istruttorio nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti Consip che lambisce il cosiddetto ‘Giglio Magico’ e il padre del leader del Pd, Tiziano Renzi, che non è indagato ma il cui nome è tirato in ballo nelle carte. L’accelerazione dell’inchiesta dei PM di Napoli Henry John Woodcock, Enrica Parascandolo e Celeste Carrano c’è stata nella notte di martedì 20 dicembre.”
“l’imprenditore Alfredo Romeo è indagato con l’accusa di avere corrotto un alto dirigente della Consip, Marco Gasparri. Al centro degli accertamenti dei PM c’è l’appalto cosiddetto FM4, la mega-gara di facility management, bandita nel 2014 e suddivisa in molti lotti, tre dei quali potrebbero essere aggiudicati alla società di Alfredo Romeo insieme ad altre. Le forniture pluriennali di tutti gli uffici delle pubbliche amministrazioni e delle università italiane valgono 2,7 miliardi di euro, pari a più dell’11 per cento della spesa pubblica nel settore.”
Ma di che soffiata si parla e a chi è stata fatta?

Il Generale Del Sette avrebbe informato qualcuno della presenza di “cimici” (microspie), nei locali della CONSIP e sulla base di queste informazioni, l’amministratore delegato Luigi Marroni ha incaricato una società privata di effettuare la bonifica degli uffici stessi.

Pratica a dir poco inusuale per chi dovrebbe esercitare (stiamo parlando di alti funzionari della P.A) come un credo l’onestà e la trasparenza nello svolgimento delle proprie funzioni.

Fatto sta che i PM forse annusano puzza di bruciato e sentono il Marroni che alla fine “canta”:
“È stato il presidente della Consip Luigi Ferrara a dirmi che lo aveva messo in guardia il Comandante generale dei Carabinieri Tullio Del Sette”.
“I PM saltano sulla sedia e immediatamente convocano il presidente Ferrara, 46 anni, napoletano, un tecnico molto introdotto e influente, oltre a essere presidente di Consip è vicesegretario generale della Presidenza del Consiglio. In passato era capo del Dipartimento del personale del ministero del Tesoro ed era considerato vicino a Enrico Letta.”
Sugli incarichi di Ferrara Il Fatto confonde i tempi poiché egli è stato prima vicesegretario generale della Presidenza del Consiglio ed è attualmente Capo del Dipartimento del Personale del MEF e per questa ragione presidente pro-tempore della CONSIP.

Sulle ragioni della chiamata a Roma di Luigi Marroni da parte di Matteo Renzi, compresi i relativi dubbi sul fatto che sia proprio la persona giusta al posto giusto, ne abbiamo parlato sopra riportando pareri e giudizi espressi dal Fatto Quotidiano.

Sulla venuta al MEF di Luigi Ferrara invece e a prescindere dall’esito della vicenda Consip, possiamo affermare con assoluta convinzione che le ragioni vanno individuate nella volontà praticata con miopia e arroganza dal Governo Renzi di annullare/negare le relazioni sindacali e imporre la nuova “governance” autoritaria modello UE, che ha già dimostrato essere totalmente fallimentare e bocciata dai lavoratori e dai popoli in ogni latitudine.
“Al Fatto ieri Ferrara ha spiegato con molta ritrosia: “Del Sette mi disse di stare attento agli incontri che facevo con gli imprenditori e in particolare con Alfredo Romeo e io riferii la cosa all’amministratore delegato Marroni per consigliare anche a lui le migliori regole di ingaggio per gli imprenditori, ma non ricordo ora di avere parlato di Romeo”. Il racconto di Ferrara sembra però incoerente con il prosieguo della storia. Se la prima stazione appaltante d’Italia viene messa in guardia dal numero uno dei Carabinieri su un imprenditore (indagato ma allora in segreto) la reazione naturale è quella di evitare incontri. Non quella di bonificare gli uffici. Al Fatto Ferrara replica: “Io non c’entro con quella scelta e non ne sapevo nulla. Non ho neanche un vero ufficio in Consip”. E il dirigente indagato? “Abbiamo già deciso di intervenire sulla sua posizione. Faremo un comunicato”.
Non vorremmo cadere in errore ma non ci sembra di aver letto alcun comunicato in merito e, a quanto pare, tutti quelli sentiti a vario titolo o indagati sulla vicenda sono regolarmente al loro posto. Primo fra tutti il Generale Tullio Del Sette al quale il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della Difesa Roberta Pinotti ha prorogato l’incarico di comandante generale dei Carabinieri. E non ultimo L’AD Marroni al quale il Ministro dell’Economia e delle finanze Pier Carlo Padoan ha confermato la piena fiducia e invitato ad andare avanti nel suo incarico. (fine seconda puntata)

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