Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

22/07/2017

Boeri, l’uomo che si compiace del furto ai migranti

Curiosa, la sortita del presidente INPS Boeri sul contributo economico che i migranti danno al nostro prodotto interno lordo. Boeri ha affermato, in una audizione al Parlamento, quindi nella più alta sede istituzionale, che i contributi dei migranti contribuiscono per l’1% al nostro PIL, che questi versano contributi per circa 8 miliardi e che ne ricevono indietro 3. Nessuno dei Parlamentari presenti, e men che meno i giornalisti che alla sortita hanno poi dato ampio spazio, hanno avuto l’ardire di chiedere come mai tale disparità tra versato e ottenuto sotto forma di pensione.

Se abbiamo capito bene solo una parte dei migranti rimane nel nostro Paese sufficientemente a lungo per maturare il diritto alla pensione, soprattutto probabilmente una quota consistente di chi ha lavorato per anni in Italia torna nel proprio Paese di origine dove i contributi versati in Italia sono carta straccia. Questo ovviamente riguarda in particolare i migranti provenienti da paesi extra Unione Europea.

Non esistono infatti, se non in alcuni casi, convenzioni bilaterali internazionali che regolino la materia tra il nostro Paese e i paesi di provenienza dei migranti, perché i contributi versati in Italia siano validi e cumulabili con quelli versati in altri paesi, compreso quello di provenienza.

Con la Tunisia questa Convenzione esiste. L’hanno fatta Craxi e Andreotti nel 1987. E’ diventata una Legge dello Stato Italiano e garantisce proprio che i contributi versati dai lavoratori Tunisini in Italia e Italiani in Tunisia non vadano persi. In questo caso non c’è guadagno per le casse dell’INPS e per il nostro PIL, però, se possiamo permetterci di dirlo, c’è maggiore giustizia.

Ma cosa osta alla stipula di analoghe convenzioni bilaterali almeno con i maggiori Paesi di provenienza dei nostri lavoratori immigrati? E’ così difficile arrivare ad un accordo tra Stati, oppure c’è l’intenzione di coltivare ancora per molto questa sottrazione di denari dalle tasche dei migranti per aumentare fraudolentemente il nostro PIL e arricchire le casse dell’INPS?

Ci sembra che sia più che mai necessario organizzare i migranti e le Comunità e mobilitarsi per costringere l’INPS e il Governo Italiano a prendere seriamente in considerazione il fatto che quello che stanno facendo non è altro che un furto in piena regola ai danni di lavoratrici e lavoratori migranti e che questa pratica deve finire al più presto. A pagare la pensione agli Italiani deve pensarci lo Stato, non i migranti.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento