Questo articolo è pubblicato contemporaneamente su Contropiano e L’Antidiplomatico.
Estate caldissima. Cercate rifugio e decidete di comprare l’ultimo romanzo di fanta-politica da scorrere tra una pennichella e l’altra sotto l’ombrellone.
Il titolo è “Italia, il crollo di una rivoluzione”.
La trama è interessante e avvincente. Prevede la costruzione di un colpo di stato neanche troppo morbido contro il governo Gentiloni, fatto di violenze e terrorismo nelle strade iniziate dopo la sconfitta del referendum del 4 dicembre scorso e fomentate dall’estrema destra del paese. Non condannate, anzi incentivate, sovvenzionate e supportate dalle opposizioni di destra del paese e soprattutto da quelle internazionali.
Il blocco economico e guerra finanziaria colpiscono pesantemente l’Italia.
Organizzazioni internazionali cercano risoluzioni che condannino e isolino la repressione della polizia italiana contro quelli che vengono definiti dalla stampa mondiale “manifestanti pacifici”.
Le immagini degli ospedali infantili in fiamme, delle sedi dei ministeri assaltati, di linciaggi di piazza e di uomini carbonizzati perché professano un’idea politica diversa o hanno un diverso colore della pelle totalmente censurati dalle corporazioni dell'”informazione”.
La cappa è totale e l’Italia viene così descritta come “stato canaglia” e il “cambio di regime” diviene una priorità. Gentiloni deve andare via.
In giro per il mondo, ci sono poi tanti Quisling che sparsi tentano di facilitare questo cambio violento del governo. Addirittura, nel coup de théâtre finale del romanzo, per facilitare l’intervento esterno e i l”cambio di regime” si organizza un “plebiscito”, illegale perché non previsto dalla Costituzione. La sola parola, del resto, riecheggia in modo sinistro i tempi del fascismo.
Quei Quisling in giro per il mondo non solo non condannano la sovversione dell’ordine costituzionale in Italia, ma invitano a votare nei loro paesi per il “plebiscito”, partecipando loro stessi nei “seggi” con tanto di foto e video.
Un romanzo di fantapolitica?
Nonostante il racconto distorto che i media italiani svolgono ogni giorno per assecondare gli interessi di editori e amici degli editori, purtroppo è esattamente quello che sta accadendo veramente.
Ma non in Italia.
Ieri, domenica 16 luglio, in Venezuela si sono svolte due votazioni. Una legale – la prova generale per la votazione dell’Assemblea costituente prevista il 30 luglio prossimo – abilmente censurata e ignorata; e una illegale, il “plebiscito” convocato da quelle destre che, non essendo riuscite a destituire il legittimo governo con le violenze e il terrorismo nelle strade che hanno prodotto già oltre 80 morti e più di mille feriti, sono passate alla ricerca di un governo parallelo attraverso una votazione non prevista dalla Costituzione. In Venezuela, del resto, esiste un organo adibito a tal proposito, il CNE (consiglio nazionale elettorale), che, tra l’altro ha ratificato la vittoria delle elezioni parlamentari del dicembre del 2015 da parte delle opposizioni di destra. O non erano valide neanche quelle?
Veniamo ai Quisling in giro per il mondo, anzi concentriamoci su quelli di casa nostra. Si sono fatti fotografare e hanno sostenuto il “plebiscito” illegale delle destre venezuelane il Fabio Porta (vi prego “Salvate il Soldato Porta”) a Roma;
la Lia Quartapelle (Capogruppo della Commissione affari esteri del PD e membro della Commissione Trilaterale) a Milano con il giornalista del Corriere che poi scriverà un pezzo chiaramente equilibrato ed imparziale sull’argomento;
e, infine, il presidente della Commissione affari esteri del Senato (povera Italia!) Pierferdinando Casini (“il vuoto cosmico che attacca e continua ad attaccare la sovranità del Venezuela“) e soprattutto un ministro a Bologna. Si, avete letto bene, un ministro del governo Renzi riconfermato dal governo Gentiloni, Gian Luca Galletti, immortalato con tanto di cappellino a Bologna mentre tifava apertamente per l’azione sovversiva contro le istituzioni del Venezuela.
Passi Porta, passi Casini e passi anche Quartapelle, le cui presenze incidono quanto il loro peso politico personale attuale, ma il Governo italiano chiarisca immediatamente la sua posizione con una nota ufficiale in cui prende le distanze dal ministro Galletti. Per l’Italia sarà, al contrario, la più grande ingerenza neo-coloniale della storia di questo paese.
E il racconto dei media? Se aprite oggi qualunque versione online dei giornali che continuano a mentirvi su mandato preciso, leggete due “notizie”, Basta aprirne uno perché è il copia e incolla delle fonti della destra venezuelana: “7 milioni di voti per il referendum anti Maduro” e “spari contro gli oppositori anti Maduro che votavano: 2 morti”.
Sul primo punto, è facile fare un parallelo con le primarie del PD guardando questo video:
Vea cómo votante de #VallesDelTuy vino al este #Caracas y apenas 1 hora alcanzó votar en 3 puntos del plebisctito ilegal opositor #Venezuela pic.twitter.com/wUi7Dvp71W— Rolando Segura (@rolandoteleSUR) July 17, 2017
Calcolando il tempo a disposizione e il numero di seggi, la cifra massima che si poteva raggiungere era stata stimata in 2,5 milioni di persone contro i 12 milioni che avevano promesso i leader della destra venezuelana. Promesse non rispettate dai numeri fantasiosi espressi. E anche i “sette milioni” annunciati dall’opposizione sono minori ai voti ottenuti nel dicembre del 2015. Un flop che non deve lasciare prove come dimostrano queste immagini:
Sul secondo punto. Si tratta di una sparatoria avvenuta di fronte la chiesa de El Carmen, nella via Sucre de El Catia, laddove erano vicini il seggio legale per il voto della Costituente e quello illegale per il “plebiscito” del Venezuela. Repubblica e gli altri fake media hanno già quelle risposte che il ministro degli interni del paese, che ha aperto un’indagine ufficiale sull’accaduto, non può ancora avere. Molto probabilmente una provocazione, l’ennesima, delle destre che avevano tutto l’interesse alla degenerazione in violenze.
Quello che sta accadendo è uno scenario visto e rivisto nella storia recente. Ex Jugoslavia,Iraq, Libia, Siria. Anche se il parallelo forse più corretto è quello con l’Ucraina del colpo di stato del febbraio del 2014. A Caracas, come a Kiev, le premesse del golpe sono state prodotte dalle corporazioni mediatiche e il fascismo storico (in Ucraina sono neo-nazisti dichiarati, in Venezuela sono “guerriglieri di Dio” che combattono con i scudi crociati come al tempo delle crociate e danno alle fiamme chavisti e neri) si è presto mischiato con il fascismo moderno, quello delle corporazioni finanziarie che in nome della produttività, comeptitività e flessibilità distruggono diritti sociali, Welfare e libertà. Olio di ricino tradizionale e olio di ricino moderno (austerità): il cocktail più micidiale di oggi è un pericolo non solo per Ucraina e Venezuela, ma per tutto il mondo.
L’obiettivo contro il Venezuela è chiaro: trasformare il paese in una nuova Siria e prendere possesso delle riserve di petrolio e oro più grandi al mondo. Il PD (e purtroppo il nostro governo a quanto pare) come in Ucraina sono dalla parte del fascismo finanziario e di quello storico. Di Casini in Galletti. Italia paese allo sbando.
P.S. Qui le foto e i video, rigorosamente censurate dalle corporazioni mediatiche, delle centinaia di migliaia di persone che sono andate a votare alla prova generale della Costituente di ieri. Un inno alla pace di un popolo consapevole, che si ribella al fascismo. Mettete a confronto le immagini con quelle del plebiscito illegale delle destre. L’altissima borghesia contro il popolo. Vestiti firmati e Rolex contro il popolo. Il colpo d’occhio della lotta di classe in corso nel paese è impressionante. Mujica a Lula ha recentemente detto: «Caro Lula, le classi sociali esistono e i dominatori non sopportano che i sottomessi gli contendano il potere». In Italia, grazie al PD e a questo governo, non si sopporta più che altrove.
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