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08/08/2019

Palestina - Prigionieri in sciopero della fame nelle carceri israeliane

di Oraney Alì

40 prigionieri del Fronte popolare per la liberazione della Palestina si sono uniti allo sciopero della fame in corso nelle carceri israeliane contro l’arresto arbitrario (amministrativo) ed in solidarietà con gli altri prigionieri già in sciopero, alcuni di loro anche da 37 giorni.

Lunedì decine di prigionieri amministrativi palestinesi affiliati al Fronte popolare per liberazione della Palestina (Fplp) nelle carceri israeliane hanno deciso di iniziare uno sciopero della fame a tempo indeterminato e in solidarietà con gli altri detenuti già in sciopero. Chiedono al servizio penitenziario israeliano da oltre un mese di interrompere l’estensione dei loro ordini di detenzione amministrativa, tuttavia senza ottenere risposta. Perché 29 prigionieri palestinesi sono in sciopero della fame da diversi giorni nelle carceri israeliane (alcuni di loro anche da 37 giorni per protestare contro la loro detenzione amministrativa)?

Le forze armate israeliane hanno emesso 51 nuovi mandati di arresto amministrativo nel mese di luglio. I prigionieri palestinesi che sono stati arrestati da Israele nel solo mese di luglio scorso sono 450. Tra gli arrestati ci sono 10 donne, 62 minorenni, un deputato del Consiglio legislativo palestinese (CLP).

Inoltre, 14 degli arrestati sono di Gaza – tra cui 4 pescatori, 10 giovani e minorenni che avevano tentato di attraversare la barriera di separazione a est della Striscia. L’esercito israeliano ha riarrestato il deputato del CPL Azzam No’man Salhab (63 anni), di Hebron, dopo aver invaso e messo a soqquadro la sua casa. Salhab è stato arrestato e liberato sei volte e ha passato otto anni nelle carceri israeliane, dove ora si trova agli arresti amministrativi. Inoltre, dal 1967 al luglio 2019, sono 220 i prigionieri deceduti in carcere. Tra questi vi è anche quello del prigioniero Majed Taqatqa (31 anni), di Bait Fujar, nel sud-est di Betlemme, morto a seguito di torture e negligenza medica. I soldati israeliani l’avevano arrestato il 19 giugno scorso. Di questi 29 prigionieri hanno condotto lo sciopero della fame per protestare contro l’arresto amministrativo.

Il prigioniero Hudhayfah Badr Halabia continua la battaglia con lo sciopero della fame da 37 giorni, rifiutando la detenzione amministrativa, in condizioni di salute difficili, accompagnato dallo sciopero a sostegno delle sue richieste di un gruppo di prigionieri del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina.

Il Fronte popolare per la liberazione della Palestina (PFLP) nelle carceri israeliane ha confermato che il prigioniero Halabia continuerà il suo sciopero della fame fino a quando le sue richieste non saranno accolte, “con il sostegno dei compagni nelle varie carceri sioniste”.

Si sono uniti allo sciopero nelle ultime ore (16) altri prigionieri del Fronte popolare distribuiti in (3) prigioni, nella prigione di “Ramon” i seguenti attivisti: Hikmat Abdel Jalil, Daoud Hermas, Hakim Awad, Mahdi Jarashi, Amjad Shobaki. Nella prigione di “Nafha” i seguenti attivisti: Hani Abu Mosaad, Nadim Kanaan, Mohammed Hawarin, Mohammed Salah. In quella di “Ofer” invece i seguenti attivisti: Thaer Taha, Khaled Taha, Mohammed Maarouf, Mohammed Ibrahim Barghith, Mahmoud Saifi, Mohammed Effendi, Hassan Fatafta.

Il FPLP ha invitato il popolo palestinese a intensificare le attività di solidarietà a sostegno dei prigionieri in sciopero per eliminare questa politica ingiusta. “Noi e i nostri compagni prigionieri, consideriamo ogni vittoria ottenuta dalla lotta dei prigionieri contro la politica di detenzione amministrativa come un altro chiodo nella bara di questa politica criminale contro i prigionieri”. Ha anche annunciato l’aggiunta di un nuovo gruppo di prigionieri a sostegno dello sciopero: Raed Alian Shafei, Nader Sadaqa, Moayad Issa, Saied Salama, Bahaa Qadan. Il Centro per prigionieri Handala ha affermato che circa 40 prigionieri del Fronte Popolare, con l’arresto amministrativo, hanno iniziato lo sciopero della fame da lunedì mattina.

Da 36 giorni vanno avanti lunghe trattative tra l’amministrazione della prigione, la direzione della sezione carceraria e il Fronte popolare. La situazione si è fatta tesa quando le autorità israeliane hanno preso la decisione di estendere la condanna del prigioniero Abu Akar per un periodo di 6 mesi. Tuttavia, grazie alla riduzione di pena di 3 mesi per buona condotta del prigioniero, l’Intelligence israeliana ha deciso di chiudere il caso.

Altri 29 prigionieri nelle carceri dell’occupazione israeliana continuano lo sciopero della fame nella battaglia dell’“unità e volontà”, volta a rovesciare e porre fine alla politica di detenzione amministrativa arbitraria che è diventata un approccio punitivo da parte di Tel Aviv.

Il Fplp ha invitato le istituzioni internazionali e dei diritti umani a mantenere le proprie responsabilità, prestando particolare attenzione alle condizioni dei prigionieri in sciopero della fame. Tra questi vi è il prigioniero Hudhayfah Halabiya che è in gravi condizioni di salute. Il Fronte ha poi invitato i popoli del mondo a organizzare una grande campagna in sostegno dei prigionieri palestinesi che miri a fare pressioni su Israele affinché termini la sua pratica della detenzione amministrativa.

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