di Oraney Alì
40 prigionieri del Fronte
popolare per la liberazione della Palestina si sono uniti allo sciopero
della fame in corso nelle carceri israeliane contro l’arresto arbitrario
(amministrativo) ed in solidarietà con gli altri prigionieri già in
sciopero, alcuni di loro anche da 37 giorni.
Lunedì decine di prigionieri amministrativi palestinesi
affiliati al Fronte popolare per liberazione della Palestina (Fplp)
nelle carceri israeliane hanno deciso di iniziare uno sciopero della
fame a tempo indeterminato e in solidarietà con gli altri detenuti già
in sciopero. Chiedono al servizio penitenziario
israeliano da oltre un mese di interrompere l’estensione dei loro ordini
di detenzione amministrativa, tuttavia senza ottenere
risposta. Perché 29 prigionieri palestinesi sono in sciopero della fame
da diversi giorni nelle carceri israeliane (alcuni di loro anche da 37
giorni per protestare contro la loro detenzione amministrativa)?
Le forze armate israeliane hanno emesso 51 nuovi mandati di
arresto amministrativo nel mese di luglio. I prigionieri palestinesi che
sono stati arrestati da Israele nel solo mese di luglio scorso sono 450. Tra gli arrestati ci sono 10 donne, 62 minorenni, un deputato del Consiglio legislativo palestinese (CLP).
Inoltre, 14 degli arrestati sono di Gaza – tra cui 4 pescatori, 10
giovani e minorenni che avevano tentato di attraversare la barriera di
separazione a est della Striscia. L’esercito israeliano ha riarrestato
il deputato del CPL Azzam No’man Salhab (63 anni), di Hebron, dopo aver
invaso e messo a soqquadro la sua casa. Salhab è stato arrestato e
liberato sei volte e ha passato otto anni nelle carceri israeliane, dove
ora si trova agli arresti amministrativi. Inoltre, dal 1967 al luglio 2019, sono 220 i prigionieri deceduti in carcere.
Tra questi vi è anche quello del prigioniero Majed Taqatqa (31 anni),
di Bait Fujar, nel sud-est di Betlemme, morto a seguito di torture e
negligenza medica. I soldati israeliani l’avevano arrestato il 19 giugno
scorso. Di questi 29 prigionieri hanno condotto lo sciopero
della fame per protestare contro l’arresto amministrativo.
Il prigioniero Hudhayfah Badr Halabia continua la battaglia con lo sciopero della fame da 37 giorni,
rifiutando la detenzione amministrativa, in condizioni di salute
difficili, accompagnato dallo sciopero a sostegno delle sue richieste di
un gruppo di prigionieri del Fronte Popolare per la Liberazione della
Palestina.
Il Fronte popolare per la liberazione della Palestina (PFLP)
nelle carceri israeliane ha confermato che il prigioniero Halabia
continuerà il suo sciopero della fame fino a quando le sue richieste non
saranno accolte, “con il sostegno dei compagni nelle varie carceri sioniste”.
Si sono uniti allo sciopero nelle ultime ore (16) altri prigionieri
del Fronte popolare distribuiti in (3) prigioni, nella prigione di
“Ramon” i seguenti attivisti: Hikmat Abdel Jalil, Daoud Hermas, Hakim
Awad, Mahdi Jarashi, Amjad Shobaki. Nella prigione di “Nafha” i
seguenti attivisti: Hani Abu Mosaad, Nadim Kanaan, Mohammed Hawarin,
Mohammed Salah. In quella di “Ofer” invece i seguenti attivisti: Thaer
Taha, Khaled Taha, Mohammed Maarouf, Mohammed Ibrahim Barghith, Mahmoud
Saifi, Mohammed Effendi, Hassan Fatafta.
Il FPLP ha invitato il popolo palestinese a intensificare le
attività di solidarietà a sostegno dei prigionieri in sciopero per
eliminare questa politica ingiusta. “Noi e i nostri compagni
prigionieri, consideriamo ogni vittoria ottenuta dalla lotta dei
prigionieri contro la politica di detenzione amministrativa come un
altro chiodo nella bara di questa politica criminale contro i
prigionieri”. Ha anche annunciato l’aggiunta di un nuovo gruppo di
prigionieri a sostegno dello sciopero: Raed Alian Shafei, Nader Sadaqa,
Moayad Issa, Saied Salama, Bahaa Qadan. Il Centro per
prigionieri Handala ha affermato che circa 40 prigionieri del Fronte
Popolare, con l’arresto amministrativo, hanno iniziato lo sciopero della
fame da lunedì mattina.
Da 36 giorni vanno avanti lunghe trattative tra l’amministrazione
della prigione, la direzione della sezione carceraria e il Fronte
popolare. La situazione si è fatta tesa quando le autorità israeliane
hanno preso la decisione di estendere la condanna del prigioniero Abu
Akar per un periodo di 6 mesi. Tuttavia, grazie alla riduzione di pena
di 3 mesi per buona condotta del prigioniero, l’Intelligence israeliana
ha deciso di chiudere il caso.
Altri 29 prigionieri nelle carceri dell’occupazione
israeliana continuano lo sciopero della fame nella battaglia dell’“unità
e volontà”, volta a rovesciare e porre fine alla politica di detenzione
amministrativa arbitraria che è diventata un approccio punitivo da
parte di Tel Aviv.
Il Fplp ha invitato le istituzioni internazionali e dei diritti umani
a mantenere le proprie responsabilità, prestando particolare attenzione
alle condizioni dei prigionieri in sciopero della fame. Tra questi vi è
il prigioniero Hudhayfah Halabiya che è in gravi condizioni di salute.
Il Fronte ha poi invitato i popoli del mondo a organizzare una grande
campagna in sostegno dei prigionieri palestinesi che miri a fare
pressioni su Israele affinché termini la sua pratica della detenzione
amministrativa.
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