di Federica Iezzi
Dopo mesi di incertezza
politica e di violenze, il Sudan sembra entrare in una nuova era con il
recente giuramento del nuovo primo ministro e del nuovo consiglio
sovrano con membri militari e civili. Abdalla Hamdok è stato scelto come
primo ministro dallo stesso movimento di protesta.
Il consiglio sovrano, composto da sei civili e cinque
militari, governerà il Sudan per poco più di tre anni fino a quando si
potranno tenere le nuove elezioni. Sostituisce il Consiglio Militare di
Transizione, che ha preso il potere ad aprile dopo che il
presidente-sovrano Omar al-Bashir è stato costretto a lasciare
l’incarico, in seguito a mesi di proteste di massa contro il suo governo
pluridecennale, proteste da cui è nata l’Alleanza della libertà e il
cambiamento, alleanza di gruppi della società civile e partiti di
opposizione
L’esercito sudanese ha rovesciato al-Bashir in aprile dopo mesi di
manifestazioni diffuse contro il suo governo autoritario. Le prime
proteste risalgono allo scorso dicembre a causa di condizioni economiche
disastrose. Anche il generale Abdul Fattah al-Burhan, prima a
capo del Consiglio Militare di Transizione, ha prestato giuramento come
presidente del consiglio sovrano. Condurrà il consiglio per 21 mesi, in
seguito un leader civile, nominato dal movimento di protesta, subentrerà
per i seguenti 18 mesi.
Con l’inizio del periodo di transizione, il Sudan è entrato nella
fase più complessa, la fase di costruzione e riforma. Oltre ad
al-Burhan, i militari nel consiglio sono il generale Mohamed Hamdan
Dagalo, Yasser Abdul Rahman al-Atta, Ibrahim Jabir e Shams al-Din
Kabashi. I sei civili includono due donne: Ayesha Musa Saeed e Raja
Nicola Issa Abdul-Masseh, giudice della minoranza copta cristiana del
Sudan. Gli altri sono Hassan Sheikh Idris Qadi, Al-Siddiq Tawer Kafi,
Mohammed al-Fekki Suleiman e Mohamed Osman Hassan al-Taayeshi.
Il consiglio sovrano sovrintenderà alla formazione di un governo e di
un organo legislativo composto da 300 membri. Dunque, il prossimo focus
del popolo sudanese sarà sul consiglio esecutivo, che avrà la
maggioranza delle forze di libertà e cambiamento.
I tortuosi negoziati sul consiglio civile e militare
congiunto non si sono arrestati nonostante una mortale repressione della
sicurezza in un sit-in di protesta nella capitale Khartoum. Almeno 250
persone sono state uccise da dicembre, secondo gli organizzatori della
protesta. Ora le sfide future includono la lotta alla crisi
economica che ha scatenato le proteste contro al-Bashir e i conflitti in
corso nelle regioni del Darfur, Kordofan e Blue Nile.
Ma chi è Abdalla Hamdok? Famoso economista, a seguito di lunghi
negoziati con il Consiglio Militare di Transizione, ha strappato il
ruolo di primo ministro nel governo del Paese. Nato nella provincia
centro-meridionale del Kordofan, Hamdok ha oltre 30 anni di
esperienza come economista e analista senior specializzato in sviluppo
economico in tutta l’Africa. Ha iniziato a trattare le sfide immediate:
inflazione, disoccupazione giovanile e disponibilità di materie prime. Dal
1981 al 1987 è stato un alto funzionario del Ministero delle finanze e
della pianificazione economica del Sudan, prima di assumere diversi
ruoli di leadership in istituzioni tra cui l’African Development Bank e
l’International Labour Organization.
Ha ricoperto la carica di vice segretario esecutivo nella Commissione
economica delle Nazioni Unite per l’Africa. La nomina di Hamdok a primo
ministro segnala l’intenzione della nuova leadership sudanese di
affrontare una crisi finanziaria ormai divenuta cronica. La sua più
grande sfida sarebbe quella di integrare il Paese nell’economia
internazionale dopo 20 anni di paralizzanti sanzioni commerciali
statunitensi.
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