La Corte d’appello di Parigi ha autorizzato il 1° luglio il rilascio – ma “sotto controllo giudiziario” – del prigioniero politico basco Josu Urrutikoetxea, che potrà aspettare fuori dal carcere l’esito del processo in corso. Gli avvocati di colui che ha letto l’ultimo comunicato firmato dall’ETA, il 3 maggio 2018, hanno difeso la quarta richiesta di rilascio in attesa del processo, alla quale stavolta il procuratore non si è opposto.
Josu Urrutikoetxea, meglio conosciuto come Josu Ternera, è stato a lungo militante e membro della formazione basca ETA. Ricercato in Spagna dal 2002, Josu è stato condannato in contumacia a otto anni di carcere dal Tribunale penale di Parigi nel 2017 per “partecipazione ad associazione criminale terroristica”.
Il 16 maggio 2019, Josu Urrutikoetxea viene arrestato a Sallanches (Alta Savoia) in un ospedale pubblico mentre era in cura d’emergenza per una grave malattia. Incarcerato il giorno seguente al Centre Pénitentiaire de la Santé di Parigi, Josu potrebbe uscire definitivamente dal carcere al più tardi per la fine di luglio.
La famiglia di Josu ha confermato che il rilascio avrà luogo una volta confermato l’indirizzo dove risiederà e predisposto il dispositivo di controllo telematico. Il processo tecnico deve essere completato entro il 20 luglio ed entro il 29, se tutto va bene, il tribunale ratificherà la decisione di liberarlo. Josu Urrutikoetxea dovrà indossare un braccialetto elettronico: la sua libertà di movimento sarà limitata e potrà lasciare la casa dove alloggia in determinati orari.
Una richiesta di rilascio era stata rigettata ad aprile, nel pieno della pandemia, quando le autorità hanno rifiutato il suo rilascio data la sua età avanzata (70 anni) e diverse malattie croniche che lo hanno esposto pericolosamente al rischio di contagio da Covid-19.
Una decisione che ha rischiato di essere una potenziale condanna a morte, soprattutto per lo stato di salute aggravatosi dopo un intervento chirurgico effettuato con tre mesi di ritardo, e contro la quale si sono sollevate 125 personalità internazionali impegnate nel processo di pace nei Paesi Baschi e non solo.
La Procura, che ieri ha accettato il rilascio in libertà vigilata, in passato non solo aveva presentato ricorso contro tale decisione, ma anche, come denunciato a posteriori dalla difesa di Urrutikoetxea, aveva fatto appello alla Direzione Generale della Sicurezza Interna affinché, sotto le pressioni delle autorità spagnole, Josu fosse trattenuto in carcere, senza se e senza ma.
Nell’udienza che ha predisposto il rilascio, la Corte d’Appello ha chiarito che non consegnerà Josu alle autorità spagnole, le quali vorrebbero processarlo per “crimini contro l’umanità” in relazione all’attacco dell’ETA a Barajas nel 2006, nel quale hanno perso la vita due cittadini latinoamericani.
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