Solo conferme e tutte pessime. L’Istat ha pubblicato i dati sull’occupazione/disoccupazione a maggio e, come prevedibile, gli occupati continuano a diminuire.
In un solo mese si sono ufficialmente persi altri 84.000 posti di lavoro. E dobbiamo considerare che gli ammortizzatori sociali straordinari decisi dal governo – in vigore fino ad agosto, poi non si sa – stanno consentendo (anzi, obbligando...) alle aziende di non effettuare licenziamenti.
I dati registrano anche le conseguenze, spesso paradossali, dell’incrocio tra lockdown e criteri statistici. Per esempio, con l’inizio della “fase 2” (il 4 maggio), è calato il numero degli “inattivi” perché una parte dei disoccupati cronici si è messo alla ricerca di un lavoro (potendo finalmente uscire di casa).
E questo ha portato immediatamente ad un aumento del tasso di disoccupazione ufficiale, che registra soltanto coloro che sono attivamente alla ricerca di un impiego.
Scherzi statistici a parte, la situazione reale del paese era a fine maggio questa:
– gli occupati sono 22.777.000;
– le persone in cerca di lavoro sono ufficialmente 1.933.000;
– gli “inattivi” ben 14.289.000.
Se si esce dallo specchio deformante costruito dai “criteri statistici europei”, vien fuori che i senza lavoro sono realmente una marea: 16 milioni e 222mila. Cifra peraltro destinata a cresce di molto, come detto, alla fine del periodo di cig straordinaria.
Le donne sono assoluta maggioranza di questa fascia di popolazione (8.840.000), ma anche il numero dei giovani under 35 fa impressione: 7.480.000.
L’autunno che si annuncia ha ancora contorni imprecisi, per dimensione e grado sismico, ma di certo – come spiegano ogni giorno gli “imprenditori” – le aziende prevedono in genere solo uscite, non assunzioni.
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