13/07/2020
Omicidio stradale militare. Come ti nascondo la notizia...
Non diteci che siamo prevenuti e malfidati... Potremmo rispondere che siamo “post-venuti” perché di “fiducia” non ne possiamo più nutrire, dopo tante prove. Specie nei confronti dell’informaziona mainstream (quella che vorrebbe persino condurre una campagna globale contro le fake news...).
Capita così di girare in cerca di notizie e di imbattersi in una “breve” del TgRegionale del Friuli Venezia Giulia. Una breve, come si faceva un volta per i normali incidenti stradali.
Anche se da qualche anno, un potere bulimico-terroristico che non trova più “grandi problemi” da trattare come se si fosse in guerra, ha abituato tutti a trattare come un “caso da prima pagina” anche gli incidenti stradali. Soprattutto se protagonisti i negativi – insomma: quelli che erano alla guida del mezzo investitore – sono, nell’ordine, extracomunitari, minorenni o comunque giovani, con alto tasso alcolemico o positivi ai test antidroga.
Anche noi, che pure non indulgiamo in condiscendenza verso chi si mette alla guida senza avere padronanza di tutti i propri sensi, troviamo tutto ciò decisamente eccessivo. Ma almeno spereremmo in un giudizio “uguale per tutti”, come recita quella scritta beffarda in tribunale.
E invece:
“Una donna di 55 anni, Silvia Portuesi, ha perso la vita questa mattina dopo essere stata investita da un’auto. L’incidente è avvenuto a Maniago.
La donna, che era sordomuta, è stata investita mentre camminava sul bordo della strada, a poca distanza dalla sua abitazione.
È stata centrata da una vettura condotta da uno statunitense che, dopo l’urto, è uscita di strada. Il guidatore è uscito autonomamente dall’auto. Per Silvia Portuesi non c’è stato nulla da fare, è spirata sul colpo.
Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, i Vigili del fuoco di Maniago, i Carabinieri e la Polizia americana.
Silvia Portuesi era originaria di Vajont. Lascia una figlia.”
Insomma: la notizia era di quelle che dovrebbero far gola al mainstream quotidiano: “cittadino extracomunitario uccide con la propria auto donna friulana scampata da bambina alla tragedia del Vajont“.
Prima reazione: “bravi però, questi del Tg Regionale, non si sono fatti depistare dal fatto che l’investitore fosse un extracomunitario” (gli Stati Uniti, notoriamente, non fanno parte dell’Unione Europea, anche se ne comandano la politica estera e militare).
Seconda reazione: “ma che cavolo ci sta a fare la polizia americana per un normale incidente stradale nella campagna friulana?”
Terza reazione: “guardiamo un po’ la foto”.
Si vede un Suv superfigo della Dodge (ora marchio del gruppo Fca, ossia Fiat-Chrysler) rovesciato sul ciglio della strada. Si vede che andava molto forte, per rovesciarsi così all’impatto con il corpo di una donna...
Lo sguardo cade sulla targa, come farebbe chiunque: pixelata dai Carabinieri, manco fosse il volto di un bambino in un’inchiesta sulla pedofilia.
Strano, no? E certo: se il suv è targato “Afi” (American Force Italy), ossia è un mezzo militare, magari usato impropriamente fuori servizio, meglio nascondere il fatto.
Sia mai detto che “l’odio per gli stranieri” – ufficialmente stigmatizzato su tutto il circuito mainstream – si dovesse dirigere verso un militare degli Stati Uniti di cui, ovviamente, non viene fornito nome, cognome, sesso, etnia, colore della pelle, convinzioni religiose e tanto meno il grado.
“Teniamo la cosa bassa”, si devono esser detti in redazione mentre il direttore girava gli occhi... In fondo siamo nella regione della strage del Cermis, dove due piloti militari Usa in vena di cazzeggio col loro aereo superfigo tranciarono di netto i cavi della funivia, provocando 20 morti.
Quei due non pagarono la loro stronzaggine neanche con un giorno di galera... Come quello di ieri, molto probabilmente.
Fonte
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