L’ultima perfomance di Giorgia Meloni in parlamento ha ricordato, in alcuni momenti, il miglior Angus Young, quello degli storici AC/DC, e ha fatto capire, sempre se ce ne fosse stato bisogno, che se fosse per lei infliggere una Highway to Hell al nostro paese sarebbe solo questione di tempo. Certo, i sondaggi vanno veramente bene, tanto da far immaginare l’azzeramento dello scarto, fino a un anno fa di almeno un paio di dozzine di punti, tra Fratelli d’Italia e Lega in modo da rimettere in discussione la leadership del centrodestra. Ma quale è il segreto della pozione magica di Giorgia? Un’occhiata, per copiare, alla macchina della propaganda di Salvini, sicuramente, ma poi ci sono due fattori decisivi: la volatilità del consenso politico oggi, la capacità di offrire, in contemporanea al declino del leader della Lega, un prodotto sostitutivo che potremmo definire Salvini con gli steroidi, Giorgia appunto.
La crescita politica di Giorgia Meloni si misura in rete e sui sondaggi e contiene due ingredienti antropologici di rilievo per la comunicazione politica e l’attrazione di consenso: una originale personalità autoritaria e la capacità di rappresentare il vittimismo che, nella psicologia sociale, è l’altra faccia del pragmatismo di una società che non vede sbocchi sistemici alla propria crisi.
Il vero punto di svolta per Giorgia Meloni, in rete e nei sondaggi, è stata la vicenda del Giorgia Meloni Remix di Mem & J, un missaggio di parole e immagini di un comizio della leader di Fratelli d’Italia su base musicale. Nato per essere uno dei tanti remix ironici di personaggi della destra di tutto il mondo, il pezzo di Mem & J si è trasformato subito in un enorme spot virale favorevole alla Meloni che l’ha accompagnata alla doppia cifra nei sondaggi. Si è trattato di uno spot tanto virale che Mem & J hanno dovuto ricordare, in una intervista al Corriere della Sera, che loro, gli autori, avevano fatto un remix ironico e che “per lei è diventato un inno, non volevamo”.
Già ma perché il video è diventato il grande spot di lancio della Meloni nonostante le intenzioni degli autori fossero persino opposte? Molto semplicemente perché il montaggio delle immagini e la base musicale hanno reso molto più immediati, e confezionato in forme simboliche digitali molto popolari, i contenuti classici da personalità autoritaria della Meloni. Quando è diretta, e parla un linguaggio aggiornato, la personalità autoritaria assume caratteri di originalità che la rendono pronta per diventare davvero popolare. Certo, una volta sfruttato il lancio, involontario, del “Giorgia Meloni remix” la leader di FdI ha saputo stare sulla scena e sfruttare l’onda.
L’altra faccia dell’ascesa nei sondaggi di Giorgia Meloni è il fenomeno, ben inquadrato dalla psicologia sociale, del vittimismo che altro non è che ricerca di protezione e di figure sociali alle quali sottrarre risorse o libertà per riequilibrare lo stato di disagio vissuto dal corpo sociale. In questo ruolo, di rappresentazione della necessità di protezione della vittima e della sanzione dell’elemento che disturba l’equilibrio sociale, Giorgia Meloni sta sostituendo Matteo Salvini, con meno colazioni più Facebook e maggiori dosi di aggressività in rete. Un ottimo interprete, sul piano delle strategie comunicative, delle crisi presenti e future della nostra società, si direbbe, ma anche della povertà espressiva di una comunicazione sociale ridotta spesso a coabitazione di neolingue a basso spessore semantico.
Quale sarà il futuro politico di Giorgia Meloni? Una cosa è certa: ci sarà. Stiamo parlando di una una donna che ha anche toccato l’esperienza degli ambienti del vecchio MSI per cui sa che, per quanto ti isolino, se i tuoi voti fanno comodo vengono accettati. Allora il MSI serviva alla DC. Oggi il mercato dei voti è più complesso e volatile, tutti hanno prima o poi la loro grande occasione, per cui, di questi tempi, mai dire mai su ogni opzione possibile. Nel contesto del disastro di questo paese s’intende.
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