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05/04/2022

Bucha: un crimine di guerra o una operazione Psyop?

I giornalisti dell’Associated Press a Bucha, una piccola città a nord-ovest di Kiev, hanno visto i corpi di almeno nove persone in abiti civili che sembravano essere state uccise da vicino. Almeno due avevano le mani legate dietro la schiena. L’AP ha anche visto due corpi avvolti nella plastica, legati con nastro adesivo e gettati in un fosso.

Oleksiy Arestovych, un consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, ha parlato invece di decine di civili uccisi trovati nelle strade di Bucha e nei sobborghi di Kiev di Irpin e Hostomel in quella che sembrava una “scena di un film horror”.

Arestovych ha detto che alcune persone sono state colpite alla testa e avevano le mani legate, e alcuni corpi mostravano segni di tortura, stupro e bruciature.

Quello di Bucha appare dunque come un “crimine di guerra” da gettare ulteriormente sul piatto dell’orrore verso le opinioni pubbliche europee, maggioritariamente contrarie al coinvolgimento nella guerra, per romperne ogni rifiuto o resistenza nel sostenere un interventismo compulsivo e pericolosissimo.

Una sorta di spartiacque tra un prima e un dopo che spinge inesorabilmente verso un innalzamento dell’interventismo occidentale nel conflitto.

Eppure è proprio il The Guardian, che pure fa sua la tesi della strage a Bucha, a sottolineare che “Le prove delle atrocità sono emerse in un contesto di vacillanti negoziati di pace”.

Insomma i morti di Bucha sono già diventati una sorta di shock opportuno, sia per vincere riottosità e resistenze, sia per complicare ulteriormente la strada dei negoziati tra Russia e Ucraina per porre fine alla guerra.

Il Ministero della Difesa russo ha replicato alle accuse sui numerosi cadaveri di civili ritrovati a Bucha dopo il ritiro delle truppe russe negando ogni responsabilità. “Per tutto il tempo in cui la città è stata sotto il controllo delle forze armate russe e, in seguito, fino ad oggi, a Bucha, i residenti locali si sono spostati liberamente per la città e hanno utilizzato le comunicazioni cellulari”, si legge nella nota.

“Vorremmo sottolineare in particolare che tutte le unità russe si sono completamente ritirate da Bucha il 30 marzo, il giorno dopo il round di negoziati faccia a faccia tra Russia e Ucraina in Turchia”. Secondo gli ucraini il ritiro completo sarebbe però avvenuto il 1 aprile.

La Russia nel replicare alle accuse sui civili morti a Bucha, ha sottolineato anche altri fattori: “Non è sorprendente che tutte le cosiddette ‘prove dei crimini’ a Bucha siano apparse solo il quarto giorno, quando gli ufficiali dell’SBU (i servizi di sicurezza ucraini, ndr) e i rappresentanti della televisione ucraina sono arrivati in città”, afferma la nota del Ministero della Difesa della Federazione Russa, il quale ha richiamato l’attenzione sul fatto che tutti i corpi delle persone le cui immagini sono state pubblicate dai mass media di Kiev, dopo almeno quattro giorni, “non risultano irrigiditi, non presentano le caratteristiche macchie cadaveriche e non c’era sangue coagulato nelle ferite.

Nel pomeriggio di ieri è poi circolata una decostruzione diffusa da Intel Slava, un aggregatore russo di notizie dal fronte militare, secondo cui “tutti i media del mondo stanno replicando le riprese inscenate dell’unità ‘Psyop’ (1) ucraina di Bucha”, dove viene sostenuto che i militari russi avrebbero massacrato i civili.

Intel Slava pubblica su Telegram il video (quello delle forze armate ucraine in transito a Bucha, ndr) in cui si afferma che si può vedere uno dei cadaveri che alza la mano, e poi nello specchietto retrovisore di un mezzo in transito, si intravede un altro “cadavere” rialzarsi.

Il video diffuso da Intel Slava è lo stesso fornito dalle forze armate ucraine alla stampa internazionale.

Qui ad esempio il video diffuso da Rainews 24.

Il video usato da Intel Slava è al rallentatore per segnalare i dettagli prima segnalati. Questa versione richiama all’attenzione però una sigla che merita di essere conosciuta e spiegata.

Cosa sono le unità Psyops?

“L’esigenza di dotarsi di un’unità PSYOPS è nata, in seno alla Nato, dalla convinzione che l’uso programmato delle comunicazioni di massa rivolte a gruppi di individui possa influenzare, anche in modo decisivo, l’esito di un conflitto. Il dominio delle informazioni è sempre più una dimensione fondamentale del moderno campo di battaglia”, spiega l’Archivio Disarmo.

Una pubblicazione ufficiale del Ministero della Difesa italiano, spiega così la funzione delle unità PSYOPS: “sempre più, ci si dovrà confrontare con una miriade di entità internazionali neutrali se si vorrà “agganciare” l’attenzione della target audience da influenzare. Vivendo nella cosiddetta Information Age, si osserva incessante l’insorgere di mezzi sempre più sofisticati per la disseminazione mediatica, spesso sempre più vicina al “tempo reale”. La conclusione che se ne trae è semplice: dare, o negare, informazioni è fonte di enorme potere”.

Come sempre in questi casi è e sarà difficilissimo districarsi tra verità e manipolazioni, queste ultime – quando tali – emergono sempre a conflitto finito e quindi ormai depotenziate.

La propaganda di guerra maistream – in cui spiccano i soliti noti – ci ha già abituato a operazioni simili a questa (vedi le false fosse comuni in Kosovo e Libia), e le unità “Psyop” non sono una invenzione ma sono unità speciali che hanno il compito di costruire proprio tali operazioni.

Ci auguriamo che ci sia effettivamente una commissione di indagine indipendente su quanto accaduto a Bucha, magari non solo con periti ed esperti forensi dei paesi Nato. L’ha chiesta il Segretario dell’Onu e l’ha chiesto anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, se fosse così e se fosse tale, per una volta saremmo d’accordo con lei.

Il dato certo è che i civili trovati morti a Bucha, sono diventati immediatamente il detonatore per tutti gli interventisti e i guerrafondai per alzare i toni verso l’escalation e mettere a tacere chi si oppone alla guerra. Come avvenuto in passato, serviva “un fatto traumatico” al quale sia impossibile replicare.

Impossibile non rammentare il falso massacro di Racak che fu l’evento scatenante per i bombardamenti Nato su Belgrado. O quello altrettanto falso di Timisoara, che giustificò – per l’opinione pubblica occidentale – la caduta di Ceausescu in Romania. Impressionante come le scene “descritte” dai giornali d’allora siano identiche a quelle di oggi (e anche i giornali sono gli stessi...).

Resta il fatto che la guerra è un orrore che si nutre di orrori, sempre. Sul campo e nella mente di ogni essere umano, con i fatti e con le “narrazioni”.

Per questo vanno impedite quelle future e vanno fermate quelle in corso. Con ogni mezzo necessario.

*****

Sembra utile anche questo video, fatto in selfe dal sindaco di Bucha il 1 aprile (dopo la data del ritiro russo), in cui parla solo della felicità della sua città per questo ritiro. Senza alcuna menzione della presunta strage:
Il 31 marzo è il giorno della liberazione di Bucha
Lo ha annunciato il sindaco di Bucha Anatolii Fedoruk
Questo giorno passerà alla gloriosa storia di Bucha e dell’intera comunità Bucha come un giorno di liberazione da parte delle forze armate dell’Ucraina dagli occupanti russi.
Questo è un giorno gioioso della grande Vittoria!
Gloria all’Ucraina!
Taras Shapravsky Serhiy Shepetko Oleg Tsymbal Yaroslav Duchenko Lyudmila Ryzhenko Andriy Kutsevalov Vadym Naumov
Note

(1) Sulla funzione delle unità Psyop vedi: qui e qui.

Fonte

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