In previsione della escalation bellica nel sud ovest dell’Ucraina, continuano i bombardamenti missilistici russi sulle infrastrutture ucraine in diverse città.
Il fronte militare
L’aeroporto di Dnipro è stato bombardato. Missili russi Kalibr ad alta precisione sono stati lanciati dal mare sulla struttura a sud della città di Dnipropetrovsk distruggendo le attrezzature di una divisione missilistica antiaerea S-300 fornita all’Ucraina dalla Slovacchia, depositata in un hangar. Quindici giorni fa, il primo ministro slovacco Eduard Heger aveva confermato la consegna del sistema antimissile S-300 a Kiev. La consegna delle armi era segreta. La Slovacchia è diventata il primo stato membro della NATO a donare tali armi all’Ucraina.
Durante la notte, missili hanno distrutto una base di riparazione di armi e attrezzature militari delle forze di difesa aerea ucraine vicino al villaggio di Velyka Novoselovka. Bombardati due depositi di munizioni vicino a Mykolaiv e Zhovtenivka, e un radar del sistema missilistico terra-aria S-300 vicino a Uspenivka.
“La battaglia per il Donbass durerà diversi giorni e durante questi giorni le nostre città potrebbero essere completamente distrutte”, è la previsione di Serguii Gaidai, il governatore ucraino della regione di Lugansk nel Donbass. ”Lo scenario di Mariupol può essere ripetuto nella regione di Luhansk”, ha aggiunto, riferendosi alla città portuale nel sud-est dell’Ucraina assediata dalla fine di febbraio dalle forze russe.
A Mariupol i combattimenti sono sempre più intensi e le forze russe sono riuscite a conquistare nuovo terreno. La città portuale ucraina, è assediata ormai da settimane. I miliziani ucraini – circa 3.000 – si trovano divisi in due sacche ed asserragliati nel porto e nell’acciaieria Azovstal. Il porto di Mariupol è stato liberato all’80%, ha detto Eduard Basurin, rappresentante della Milizia popolare della Repubblica popolare di Donetsk, informando di essere anche riusciti a liberare i 47 marinai stranieri presi in ostaggio dai miliziani ucraini su tre navi ancorate nell porto.
Le forze russe in Ucraina hanno “liquidato uno dei peggiori leader del cosiddetto corpo di volontari Pravy Sektor, nel corso di un’operazione a cinque chilometri a Sud della città di Izyum”. Lo ha annunciato in un comunicato il ministero della Difesa di Mosca. Si tratta di Taras Bobanich, che secondo la Russia era “leader del gruppo neo-nazista a Leopoli, che si era unito a Pravy Sektor (Settore Destro) nel novembre 2013”. Il ministero della Difesa sostiene che Bobanich, tra le altre cose, nel 2014 “ha dato personalmente ordine di attaccare con armi pesanti le zone residenziali di Donetsk e Lugansk”.
Nella notte le sirene per allarme attacco aereo sono suonate in alcune città ucraine, da Kiev a Odessa, Dnipro e Leopoli.
L’esercito russo ha attaccato nella notte un’altra stazione ferroviaria nell’est dell’Ucraina, ma non ci sono state vittime. Lo ha fatto sapere il presidente della rete ferroviaria ucraina, Oleksandr Kamyshin, secondo quanto riferisce Ukrinform. “Stanotte, un’altra stazione ferroviaria nell’est del paese è stata presa di mira dalle truppe russe”, ha detto Kamyshin, precisando che “non ci sono vittime né tra i cittadini né tra i ferrovieri. Cinque locomotive e binari sono stati danneggiati”.
Il cancelliere austriaco, dopo Kiev, arriva a Mosca
Iniziativa diplomatica a sorpresa del cancelliere austriaco Karl Nehammer, il quale dopo aver visitato l’Ucraina sabato, è atteso oggi a Mosca per incontrare il presidente russo Vladimir Putin. Si tratta della prima visita di un capo di stato europeo in Russia dall’inizio dell’invasione.
La visita, fanno sapere da Vienna, è stata concordata con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Nehammer è già partito per Mosca dove arriverà passando prima dalla Turchia e l’incontro con Putin è fissato per la giornata odierna alle 14 (ora italiana). Annunciando la visita, Nehammer ha detto di aspettarsi critiche solo dalla Polonia e dagli Stati baltici e che non vuole sopravvalutare il ruolo dell’Austria, ma si offre come mediatore neutrale. Karl Nehammer ha detto che intende “fare tutto il possibile per assicurare che si facciano passi verso la pace”, pur riconoscendo che le possibilità di raggiungere questo obiettivo sono scarse. Questo viaggio a Mosca è “una missione rischiosa” ma anche una “finestra di opportunità per il dialogo”, ha spiegato, ritenendo che sia necessaria una “diplomazia personale”. L’Austria, come la Germania, è fortemente dipendente dalle forniture di gas russo e non possiede sbocchi sul mare.
I ministri degli esteri dell’Ue, riuniti in Lussemburgo, devono discutere oggi un sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca, ma anche questo non riguarderà gli acquisti di petrolio e gas russo.
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