È l’ora dei falchi e dei guerrafondai. “Sono venuto a Bruxelles con tre temi nella mia agenda: armi, armi, armi” ha dichiarato il ministro degli Affari esteri dell’Ucraina, Dmytro Kuleba, parlando ai giornalisti insieme con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, alla riunione dei ministri degli Affari esteri dei Paesi dell’Alleanza. Immediata la disponibilità della Nato in tal senso: “Abbiamo dato sostegno per molti anni formando centinaia di migliaia di forze ucraine e ora gli alleati stanno dando equipaggiamenti per sostenervi nella difesa. È urgente ulteriore sostegno e oggi affronteremo il bisogno di più sistemi di difesa aerea, armi anticarro, armi leggere e pesanti e altro” ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.
Il quotidiano britannico Times rivela l’ulteriore fornitura militare britannica di mezzi blindati all’Ucraina. Il giornale scrive di aver appreso di un piano cui stanno lavorando i vertici della difesa “per offrire armi offensive, nella convinzione che le prossime tre settimane saranno decisive per le sorti del conflitto”. Si tratta dei veicoli blindati ‘Mastiff’ (mastino) e ‘Jackall’ (sciacallo). Secondo il piano, i mezzi verrebbero “privati delle dotazioni sensibili”, ovvero dei sistemi che il governo britannico non vorrebbe che finissero nelle mani dei russi. Inoltre, “personale militare britannico verrebbe inviato in un Paese vicino all’Ucraina per condurre le attività formative” necessarie ad addestrare gli ucraina all’uso di questi blindati.
Emblematicamente il presidente polacco – il “falco” Andrzej Duda – ha dichiarato alla CNN che il dialogo con la Russia “non ha senso” ed ha sostenuto l’imposizione di “condizioni molto dure” al governo russo per l’invasione dell’Ucraina invece di seguire il suo “gioco per guadagnare tempo”. Nell’intervista ha voluto argomentare le “dichiarazioni emotive” del suo primo ministro, Mateusz Morawiecki, il quale ha recentemente attaccato il presidente francese Emmanuel Macron che aveva contatti con Putin, paragonandolo a “negoziati con Hitler”.
Così come avvenne per la Società delle Nazioni, anche l’Onu oggi rischia di essere resa obsoleta e smantellata. La delegittimazione è venuta proprio dal presidente ucraino Zelenski che ha preso di petto i membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu. “Il proposito di questa organizzazione è garantire la pace”, ha affermato Zelensky che più volte nel suo discorso ha invocato una riforma dell’organismo. chiedendo che la Russia ne sia rimossa, affinché non possa più esercitare il suo diritto di veto sulle risoluzioni che condannano le aggressioni: “Altrimenti potete anche chiudere”, ha incalzato Zelenski assumendosi uno spessore e un potere che non merita.
Evidente che il presidente ucraino si senta le spalle coperte da Usa, Gran Bretagna e Nato. Ma il clima che si sta definendo dopo “l’evento scatenante di Bucha” – e si sapeva perfettamente che a questo serviva e che così sarebbe andata – è ormai quello della guerra a oltranza, del forte riarmo dell’Ucraina con l’obiettivo di sconfiggere la Russia, anche con uno scontro che preveda l’intervento della Nato.
Il negoziato ormai è un ricordo e anche le Nazioni Unite rischiano di diventarlo, come lo fu la Società delle Nazioni durante la Seconda Guerra Mondiale. Alla Russia tocca la piena responsabilità di aver realizzato “il fatto compiuto” invadendo l’Ucraina senza valutarne le inevitabili conseguenze, all’Occidente quella di aver operato sistematicamente per provocare questa guerra con la Russia ed ora di volerla proseguire a tutti i costi. La tendenza alla guerra sembra ormai prevalere su quella contraria.
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