Il ministero della Difesa è al lavoro per una legge che riguarda l’introduzione di un contingente di riservisti delle Forze Armate, composto da almeno diecimila unità, come già auspicato dalla legge 119 del 2022, introdotta dal governo Draghi, ed ora con la legge 201 pubblicata sulla Gazzetta ufficiale a dicembre scorso, il nuovo esecutivo passerà alla fase operativa.
La riserva – una volta reclutata, formata e periodicamente addestrata – potrebbe essere composta da ex militari o personale con determinate specifiche, impiegabile nei casi di necessità durante eventuali conflitti e crisi internazionali, non impiegati sul fronte dei teatri operativi ma per il supporto logistico e la cooperazione.
In passato il ministro aveva già annunciato alle commissioni parlamentari della Difesa l’intenzione di un intervento legislativo in questo senso.
“La Difesa – aveva detto il ministro Crosetto lo scorso 4 novembre – deve prepararsi a tutti gli scenari, molto spesso nella nostra vita evitiamo di pensare alle cose peggiori, ma quando fai il ministro della Difesa, per la sicurezza del Paese, devi pensare anche agli scenari peggiori e lavorare per evitare e fermare che ciò arrivi davanti a te”.
Con il coinvolgimento dell’Italia nella guerra in Ucraina ed ora anche nella missione navale-militare in Yemen, il clima bellicista sta riconfigurando tutti gli assetti politici del paese, incluso quello militare. Il numero limitato di uomini in armi definito dall’esercito professionale si sta rivelando insufficiente a coprire tutti i fronti che si vanno aprendo.
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