Mattarella è in difficoltà. Il suo ruolo istituzionale è in discussione, tanto più che il rinnovo della carica lo ha reso il presidente della Repubblica Italiana meno autorevole nella storia repubblicana. E poi, il “primierato” lo degrada, perché è peggio del Covid per la democrazia italiana.
Il suo messaggio di fine anno ha tentato di salvare capra (Meloni) e cavoli (quelli amari per milioni di cittadini italiani), ma ha anche confessato l’assenza di prospettive in politica estera.
L’Italia, nelle sue stesse parole, non è e non sarà protagonista nel Mediterraneo, accetta semplicemente il ruolo subalterno di alleato di strategie atlantiche, belliciste e affaristiche.
Sergio Mattarella ha dimostrato di essere ormai uno sconfitto, è la rappresentazione plastica della fine di un’Italia repubblicana e democratica, fondata sul lavoro, sulla solidarietà sociale, sulla cooperazione internazionale.
C’è chi vorrebbe sostenere che il suo discorso di fine anno sia stato un gesto ‘indomito’.
Balle. Sergio Mattarella non è l’ultimo dei moicani. È l’ultimo dei democristiani.
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