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19/02/2024

Omicidi sul lavoro ed evasione fiscale. Lo “stile Esselunga”

Quasi un anno fa, in tempi non sospetti come quelli attuali, Esselunga era già finita sotto la lente della magistratura per un trattamento disinvolto – diciamo così – dei propri dipendenti.

“Solita” evasione fiscale e/o contributiva, quasi come quella di un barista o un ristoratore di basso livello, ma condotta in modo molto più articolato e scientifico. Come si conviene a un gigante della grande distribuzione, che può operare su molti fronti e una marea di differenze contrattuali. E quando non basta il far west di una “legalità” disegnata apposta per “non disturbare le imprese”, ecco arrivare il sotterfugio.

Persino IlSole24Ore, organo di Confindustria e dunque certamente dalla parte delle aziende, a quel punto doveva dare la notizia, sia pur concedendo all’azienda l’ultima parola. Innocentista, ci mancherebbe.

Riportiamo qui in fondo quell’articolo per aiutare il lettore a misurare con qualche approssimata precisione l’atteggiamento di questo “campione del profitto” rispetto alle regole e alle normative (che, ripetiamo, certo sono molto lasche e favorevoli).

Quanto sta uscendo fuori per la strage di Firenze, dove almeno cinque lavoratori hanno perso la vita mentre costruivano un nuovo centro commerciale dedicato, risulta a prima vista in perfetta continuità con le “vecchie” e (almeno) non mortali pratiche di aggiramento della normativa.

Ogni anfratto del processo lavorativo viene infatti allargato a dismisura alla ricerca di un magari infimo margine di profitto. Fin quando tutto l’edificio, eroso dall’interno, non crolla.

Si vede qui, insomma, il vero “stile aziendale” (un po’ come avviene nelle vicende interne alla famiglia Agnelli...). Altro che gli spot melensi con la pesca e la carota...

Come sempre, governo e associazioni datoriali fanno finta di stracciarsi le vesti dal dolore. Come sempre, promettono “iniziative” imprecisate e soprattutto vaghissime.

Come sempre attendono solo che la polvere cali sull’ennesima strage (solo queste “fanno notizia”, le morti singole quasi non arrivano sui tavoli dei redattori mainstream), per far sì che le aziende possano continuare come prima e peggio di prima. Tutte le normative esistenti, infatti, possono essere aggirate facilissimamente, perché risulta complicato dimostrare fin dove la non applicazione di una misura di sicurezza sia frutto del caso, della disattenzione, oppure dell’ossessione criminale per il “risparmio sui costi”.

Serve come non mai una legge che consideri ogni morte sul lavoro come un omicidio. Proprio come già avviene per gli incidenti stradali, certo meno attribuibili ad un’intenzione criminale.

Davanti alla morte e a pene proporzionali alla gravità del fatto, anche le aziende più tirchie e “risparmiose” sulla pelle dei lavoratori sarebbero obbligate ad alzare l’asticella della sicurezza reale sui luoghi di lavoro.

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Esselunga, sequestrati 47,8 milioni per frode fiscale sulla manodopera

Sarebbe stata realizzata «una complessa frode fiscale caratterizzata dall’utilizzo di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti e dalla stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera».

I finanzieri del Comando Provinciale di Milano stanno dando esecuzione a un decreto di sequestro preventivo d’urgenza emesso dalla Procura della Repubblica di Milano, nei confronti di Esselunga per l’importo complessivo di 47.765.684,45 euro.

Come spiegato in una nota della procura, le indagini, eseguite dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano con la collaborazione del Settore Contrasto Illeciti dell’Agenzia delle Entrate, hanno ad oggetto il fenomeno della somministrazione illecita di manodopera.

«Complessa frode fiscale»

Secondo le indagini condotte, sarebbe stata realizzata «una complessa frode fiscale caratterizzata dall’utilizzo, da parte della beneficiaria finale del meccanismo illecito (Esselunga, ndr), di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti e dalla stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all’emissione e al conseguente utilizzo di fatture inesistenti per un ammontare complessivo di oltre 221 milioni di euro, più Iva superiore a 47 milioni di euro».

Società «filtro»

In particolare, «ricostruendo la “filiera della manodopera”, è stato rilevato che i rapporti di lavoro con la società committente sono stati in taluni casi “schermati” da società “filtro” che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative (società “serbatoio”), mentre in altri sono stati intrattenuti direttamente con quest’ultime che hanno sistematicamente omesso il versamento dell’Iva e, nella maggior parte dei casi, degli oneri di natura previdenziale e assistenziale».

Le perquisizioni

Sono state effettuate, inoltre, diverse perquisizioni nei confronti delle persone fisiche e giuridiche coinvolte nelle province di Milano, Novara e Bergamo e si sta procedendo alla notifica delle informazioni di garanzia, oltre che per le responsabilità personali in ordine ai reati di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, anche in tema di responsabilità amministrativa degli enti in relazione agli illeciti penali commessi dai dirigenti della società. La società: sempre operato nel rispetto della legalità

«L’azienda si è immediatamente attivata per offrire la più ampia collaborazione alle autorità giudiziarie e pieno supporto per lo svolgimento delle attività. Attendiamo con fiducia le verifiche e gli approfondimenti, nella consapevolezza di aver operato sempre nel rispetto della legalità». Così Esselunga in una nota, dopo il sequestro preventivo disposto dalla procura di Milano nell’ambito di una inchiesta su una presunta frode fiscale relativa alla somministrazione di manodopera.

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