È terminato il primo giorno di udienze su Julian Assange presso l’Alta Corte di Giustizia di Londra. Domani mattina, mercoledi, riprende alle 10.30.
Davanti all’Alta Corte di Londra si decide sull’ultimo appello del fondatore di WikiLeaks contro l’estradizione negli Stati Uniti, imputato nel processo per la pubblicazione di file militari e diplomatici segreti.
Gli USA chiedono che sia estradato, dopo essere stato accusato più volte per la pubblicazione da parte di WikiLeaks nel 2010 di file sui crimini di guerra degli Stati Uniti in Iraq e in Afghanistan.
Se l’appello dovesse essere accolto, Assange potrà ridiscutere il suo caso, altrimenti sarà avviata la procedura di estradizione, anche se il team di legali ha già annunciato che potrebbe fare ricorso ai tribunali europei e alla Corte europea.
L’avvocato di Assange ha precisato in apertura dell’udienza all’Alta Corte di Londra che il suo assistito non sta bene e, nonostante avesse il permesso di partecipare di persona, è rimasto nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, dove si trova rinchiuso dal 2019. Secondo la moglie Stella la salute di Julian Assange è a rischio. Soffre fisicamente e mentalmente. “Ogni giorno che rimane in carcere la sua vita è in pericolo. Se dovesse essere estradato”, ha sottolineato, “morirà”.
Le foto delle manifestazioni a Londra davanti al Tribunale e a Roma sotto l’ambasciata della Gran Bretagna.
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