I Paesi europei dovrebbero reintrodurre il servizio militare obbligatorio e aumentare la spesa per la difesa riportandola ai livelli della Guerra fredda a causa della presunta minaccia proveniente dalla Russia.
Ad affermarlo in una intervista al Financial Times è il presidente lettone Edgars Rinkevics, secondo cui “La questione della coscrizione militare deve essere discussa seriamente”.
Secondo Rinkevics, ciò aiuterà a far fronte ai problemi legati alle carenze di personale nelle forze armate dei Paesi europei, nonostante il fatto che i vertici militari preferiscano “truppe pienamente professionali”. Le autorità della Lettonia hanno ripristinato la coscrizione obbligatoria l’anno scorso, mentre l’Estonia sta prendendo in considerazione questa iniziativa.
Il governo della Danimarca intende far approvare una legge che, a partire dal 2026, renderà obbligatorio il servizio militare anche per le donne e aumenterà il periodo durante il quale si svolge l’addestramento all’uso delle armi.
Attualmente le giovani donne danesi possono arruolarsi solo volontariamente nelle forze armate, ma non sono soggette al servizio militare obbligatorio valido invece per gli uomini, estratti a sorte per coprire i posti non occupati dai volontari.
In tutto l’Occidente le forze armate stanno facendo i conti con una crescente carenza di “vocazioni militari”, cioè con il crollo verticale dei reclutamenti: una tendenza riscontrabile da diversi anni ma che si è aggravata negli ultimi due anni in seguito al conflitto in Ucraina e al rischio tangibile di uno scontro militare tra NATO e Russia.
Sulle difficoltà del reclutamento di carne da cannone, già da tempo sono emersi problemi in paesi guerrafondai come Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna.
In quest’ultima il 2023 aveva visto un crollo verticale del numero dei militari britannici. A rivelarlo era stato un rapporto del ministero della Difesa di Londra il quale confermava come la tendenza fosse già apparsa evidente nel 2022 ma nel 2023 il numero dei membri delle forze armate britanniche è sceso ulteriormente a 184.860 contro i 195.050 dell’ottobre 2020.
Negli Stati Uniti la percentuale di giovani americani che prenderebbero in considerazione una carriera militare è scesa dal 13% nel 2018 al 9% nel 2021-22. Nel 2022 la Us Air Force ha scontato un sottoreclutamento del 10% rispetto al fabbisogno di unità.
La Us Army addirittura del -25%, con un buco di 15.000 soldati corrispondenti alle unità di un’intera divisione. Per il 2023, dal Pentagono fanno sapere che l’obiettivo dell’Esercito di reclutare 65.000 soldati è fallito.
Ma il problema è venuto fuori anche in Germania da due anni alle prese con una frenesia militarista sconosciuta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
La Bundeswehr ha dichiarato di disporre di 181.383 unità invece dei 203.000 che Berlino punta a raggiungere entro il 2025. Nell’ultimo anno il ministro della Difesa Pistorius ha puntato a rendere la carriera nella Bundeswehr più attraente, tra le proposte vi è anche la reintroduzione della coscrizione obbligatoria, sospesa in Germania nel 2011. Provvedimento a cui ha fatto seguito una profonda riforma e riduzione delle forze armate.
In Europa, ad oggi, la leva obbligatoria esiste ancor in appena otto paesi: Danimarca, Estonia, Finlandia, Lituania, Svezia, Austria, Cipro e Grecia. Ad eccezione della Svezia, la coscrizione obbligatoria riguarda però soltanto gli uomini. Per il resto dell’Unione Europea, si è proceduti all’abolizione graduale, tra il 1992 il 2011.
L’Italia ha sospeso – ma non abolito – la leva obbligatoria nel 2005. Sono infatti previsti due scenari per i quali il governo potrebbe procedere alla riattivazione della coscrizione obbligatoria: lo stato di guerra o una grave crisi internazionale che richieda un aumento numerico delle Forze Armate.
Due scenari verso cui l’Italia si sta dirigendo come un treno in corsa. Fermiamoli!
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