Ebbene sì: i libri di storia su cui studiano gli studenti medi italiani sono colpevoli di non distorcere la Storia.
Si legge sul Sole24ore che: “Il ministero dell’Istruzione e del Merito ha avviato verifiche per appurare «se i contenuti dei manuali di storia e geografia presentino effettive criticità dopo la notizia della diffusione di libri di testo scolastici per le scuole secondarie di primo grado con un’impostazione faziosa e distorta della realtà storica, in favore della narrazione della Russia putiniana e dell’Unione Sovietica comunista”. Lo ha reso noto il Ministero dell’Istruzione e del Merito.”
Cerchiamo di capire meglio.
“L’allarme – scrive Adnkrons – arriva da un gruppo di attiviste ucraine, che si è rivolto a Irina Cascei, giornalista ucraina che vive da molti anni a Roma e collabora con varie testate italiane. Cascei, dopo aver raccolto i libri e fotografato i capitoli dedicati a Russia e Ucraina, ha contattato Massimiliano Di Pasquale, direttore dell’Osservatorio Ucraina presso l’istituto Gino Germani, esperto di guerra ibrida e misure attive”.
“Studio shock: nei libri di scuola i ragazzi italiani studiano la storia come vuole Putin”, titola Adnkronos, citando direttamente il dossier dell’istituto Germani, specializzato in intelligence a livello militare e che vanta collaborazioni con Rheinmetall, azienda leader nella sicurezza, quotata in borsa, che – come denuncia la giornalista del FQ Stefania Maurizi, massima esperta del caso Assange – collabora con la produzione di armi.
Ma quali sarebbero le colpe gravissime dei nostri testi di storia e geografia putiniani?
Ne citiamo alcuni.
Il Dossier dell’istituto Gino Germani denuncia che “alle medie si racconta che il comunismo voleva la pace” e “che la Crimea voleva essere liberata”.
Qualche esempio?
Putiniano il testo di Zanichelli.
In ‘Vivi la geografia’ si legge addirittura testuale: “Dal 1991, dopo un periodo di pace, in Europa sono scoppiate altre guerre sanguinose, in particolare in Europa orientale. Qui il crollo dei regimi comunisti, che sostenevano la pacifica convivenza tra le etnie, ha favorito la rinascita di nazionalismi, cioè movimenti politici fondati sull’identità culturale, economica e religiosa di una nazione“.
Praticamente si parla di balcanizzazione dell’ex Unione Sovietica e della guerra in Jugoslavia, di cui l’Italia è stata direttamente, colpevolmente, complice.
Quindi: “Dopo aver chiesto l’intervento delle truppe di Mosca, la Crimea, abitata in maggioranza da russi, si è autoproclamata indipendente con un referendum ed è stata annessa alla Russia“.
Nel dossier “si denunciano” addirittura la “fake news” della cessione della Crimea, (secondo l’istituto Germani mai avvenuta), o la “bufala” sui conflitti etnici (“mai esistiti“) tra ucraini e russofoni...
Insomma, secondo Massimiliano Di Pasquale per l’istituto di intelligence Germani, “tutto l’armamentario della dottrina russa che è alla base dell’aggressione del 24 febbraio 2022“.
Nell’intervista al giornale Di Pasquale è molto esplicito. Lasciamo parlare lui: “Siamo davanti a un tipico caso di misure attive”, esordisce Di Pasquale. “È una definizione sovietica, aktivnye meroprijatija, azioni di influenza e destabilizzazione politica e psicologica usate dal Kgb e dal pratico comunista sovietico per favorire l’indebolimento e il collasso dell’occidente capitalistico, e l’espansione del sistema comunista.
Discorso ripreso dall’ideologia imperialista di Putin che mischia stalinismo e fascismo con la componente identitaria della Chiesa ortodossa russa. Le tecniche sono le stesse: operazioni palesi e occulte di propaganda; reclutamento di agenti di influenza, inseriti in politica, media, università, aziende.
Finanziamento di partiti comunisti e della sinistra anti-sistema, anti-euro, anti-Nato; uso di milizie come la Wagner; l’appoggio al terrorismo di sinistra, etnico, separatista; operazioni brutali delle forze speciali come l’assassinio dei dissidenti in patria e all’estero, e i sabotaggi”.
E ancora: “Infine l’uso della storia e della cultura come armi, in particolare con soggetti giovani e ancora ‘intellettualmente vergini’, in cui piantare il seme anti-democratico attraverso organizzazioni non governative e sedicenti pacifisti, quelli che dicono all’Ucraina di arrendersi; e anche, certamente, attraverso la diffusione di una versione distorta della storia nei libri di scuola, in cui leggiamo che i regimi comunisti anelavano la pace mentre gli Stati liberati dalla caduta dell’Urss sono oggi in preda a nazionalisti spietati”, dice all’Adnkronos Di Pasquale, che con i materiali raccolti da Irina Cascei sta preparando un paper “scientifico”, come quello inserito nel libro della Columbia University uscito nel 2021 sui fiancheggiatori della Russia nelle democrazie liberali.
“Finché non avremo analizzato la questione a fondo, insieme ad altri esperti, non intendo sbilanciarmi in un giudizio su questo o quell’autore, o casa editrice. Ma in questi libri di scuola si insinua l’idea di una guerra civile in Donbass, invece di spiegare che è una guerra per procura, manovrata e decisa dalla Russia con l’obiettivo di destabilizzare e infine annettere l’Ucraina”.
Da qui prenderà il via l’azione del ministero. Cioè da un’azione di propaganda guerrafondaia che vuole cancellare la Storia per fare in modo che i nostri ragazzi, invece di acquisire strumenti di conoscenza per sviluppare capacità di analisi e pensiero critico, siano indottrinati da bravi balilla, si preparino all’alternanza scuola caserma, non perdano tempo a fare addirittura manifestazioni pacifiste contro l’invio di armi all’Ucraina, ascoltino e applaudano il Molinari di turno, non si sognino di esprimere solidarietà al popolo palestinese e orrore per il Genocidio.
Chissà se acquisiranno una volta per tutte, questi giovani ribelli, che Auschwitz è stata liberata dagli amerikani...
Ragazzi e insegnanti, nessuno ha il diritto di dirvi cosa bisogna studiare. Tanto meno chi di guerra vive e prospera.
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