Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

20/03/2024

Le elezioni possono essere il passaggio per la trasformazione sociale?

Le elezioni politiche si inquadrano oggi come mera affermazione di rapporti di forza interni a gruppi che agiscono in un sistema paralizzato. La finalità non è più quella di una contrapposizione tra visioni e modelli diversi di società, ma solo quella di testimonianza della propria esistenza. Il mondo si muove su interessi particolari a cui ci si sottomette pur di esserci.

Alcune organizzazioni di sinistra, intendendo con queste le piccole formazioni socialiste e comuniste oggi presenti in Italia, che potrebbero costituire la spinta per un rilancio della politica come strumento di cambiamento, continuano a lavorare nella logica delle elezioni e del maggioritario, a cui dicono di opporsi, ma in cui puntualmente ricadono ad ogni tornata elettorale, non comprendendo che non riusciranno ad emergere finché non si porranno come forza alternativa ed indipendente rispetto al quadro politico generale.

Questo non vuol dire rinunciare a partecipare alle sfide elettorali. Attualmente questo è l’unico campo su cui muoversi, ma la partecipazione alle elezioni deve essere inquadrata come una opportunità per farsi conoscere e per approfittare dei piccoli spazi di dibattito sempre più limitati in un sistema alla deriva antidemocratica e caratterizzato dalla accentuata manifestazione repressiva nei confronti di ogni voce fuori dalla visione unica capitalista.

Le elezioni possono, se opportunamente utilizzate, divenire strumento per la riorganizzazione della sinistra e per la costruzione di un progetto alternativo di società.

Non si può poi prescindere, oramai, dal contesto politico internazionale, dalle posizioni euro-atlantiste e dal ruolo che la NATO svolge come esercito al servizio delle espansioni imperialiste.

Non si può prescindere dai fermenti di piazza che proprio su questi temi hanno ritrovato vigore e attrazione nelle giovani generazioni.

Non si può prescindere dalla resistenza palestinese e dal genocidio di una popolazione oramai simbolo per l’intero pianeta di lotta contro gli oppressori.

Non si può prescindere dalle rivendicazioni di genere, che la comunicazione mainstream valuta anacronistica in considerazione del fatto che alcune donne hanno raggiunto i vertici del comando: è proprio questo che dimostra che la liberazione della donna è ancora lunga in quanto quelle donne, portate ad esempio, sono represse all’interno della logica guerrafondaia ed imperialista espressione di una visione patriarcale della società.

L’incapacità di alcune organizzazioni di sinistra di non saper leggere la storia e di non saper cogliere la potenzialità che l’attuale contesto offre, per chiudersi in scelte di piccolo cabotaggio nella speranza di conseguire un effimero risultato elettorale, dimostra una grave miopia politica.

È necessario alzare il livello di guardia e di scontro politico facendo emergere le contraddizioni di un sistema che per poter sostenere l’insostenibile fornisce narrazioni falsate della realtà e che, non avendo argomentazioni valide, utilizza la repressione, la delegittimazione fino alla criminalizzazione e l’oscuramento delle idee come unica arma di difesa.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento