Il 24 marzo il Tribunale Supremo Federale del Brasile ha ordinato l’arresto dei tre presunti mandanti dell’omicidio di Marielle Franco, la consigliera comunale del PSOL (Partito Socialismo e Libertà) e attivista del movimento femminista assassinata il 14 marzo del 2018 a Rio de Janeiro.
A finire in manette sono stati l’ex capo della polizia di Rio de Janeiro Rivaldo Barbosa, l’ex consigliere della corte dei conti locale Domingos Brazão e il fratello di quest’ultimo, il deputato di União Brasil (il principale partito di centrodestra del paese) Chiquinho Brazão.
Secondo Alexandre de Moraes, il giudice del tribunale supremo federale incaricato del caso, sarebbero stati i due fratelli, legati alla criminalità organizzata, ad incaricare dei sicari di uccidere Marielle Franco e il suo autista Anderson Gomes. I due furono uccisi mentre la capofila del movimento contro il razzismo e per i diritti dei membri del collettivo lgbt tornava a casa dopo una manifestazione di sostegno ai diritti delle donne nere.
L’ex capo della polizia di Rio, invece, è accusato di aver intralciato e depistato le indagini che erano sotto la sua supervisione.
A svelare i nomi dei mandanti dell’omicidio politico è stato Ronnie Lessa, ex agente della polizia militare di Rio de Janeiro, in carcere dal 2019 perché ritenuto l’autore materiale del crimine insieme al commilitone Élcio Queiroz.
Il testimone di giustizia ha testimoniato che i fratelli Brazão avevano deciso di far eliminare Marielle Franco già nel settembre del 2017 perché la consigliera comunale anticapitalista rappresentava un ostacolo agli interessi economici della criminalità organizzata.
Secondo il Ministro della Giustizia brasiliano, Ricardo Lewandowski, gli arresti chiudono l’inchiesta, «anche se potrebbero ancora emergere nuovi elementi». In realtà alcuni elementi sono già emersi sul coinvolgimento, per ora non ancora provato, di alcuni esponenti della famiglia dell’ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro.
Comunque soddisfazione per gli arresti è stata espressa da Anielle Franco, sorella dell’esponente politica assassinata. «Oggi è stato fatto un grande passo avanti verso la verità» ha affermato l’attuale ministra per l’uguaglianza razziale del governo federale brasiliano.
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