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22/03/2024

Guerra in Ucraina - Italiani più favorevoli ad un compromesso

Un sondaggio internazionale condotto dall’Aspen Institute, fornisce alcune risposte interessanti sull’orientamento delle opinioni pubbliche nei paesi occidentali sempre a rischio di essere tirati dentro ad una guerra contro la Russia.

Il sondaggio è stato condotto in cinque paesi chiave del blocco euroatlantico: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia.

Alla domanda di chi sia la colpa della guerra in Ucraina, la maggioranza dell’opinione pubblica nei cinque paesi ritiene che sia della Russia. Paradossalmente questa percentuale è però più bassa negli Stati Uniti rispetto ai paesi europei.

Alla domanda in cui si chiede di prendere posizione – con chi stai? – in Italia c’è la percentuale più bassa di sostenitori dell’Ucraina e la più alta di neutrali.

I ricercatori dell’Aspen sottolineano che: “Mentre la percentuale di coloro che sostengono la Russia in Francia è inferiore al 10%, negli Stati Uniti è superiore a questa cifra. I casi della Germania e dell’Italia sono più interessanti e piuttosto controversi. In entrambi i casi, la percentuale di coloro che sostengono l’Ucraina è inferiore al 50%, e c’è anche una percentuale notevolmente alta di coloro che non si impegnano. Inoltre, vale la pena notare che in Germania è stata riscontrata la più alta percentuale di coloro che si sono apertamente schierati con la Russia”.

In coerenza con questo orientamento, l’opinione pubblica italiana è quella maggiormente orientata per concludere la guerra in Ucraina con un compromesso e la meno convinta che Kiev possa vincere la guerra.

I ricercatori rilevano dai risultati del sondaggio che “Differenze significative sono emerse anche per quanto riguarda le opinioni sulla fine della guerra (Figura 14). In Francia, Germania e Regno Unito, la maggioranza relativa degli intervistati ritiene che non ci sarebbe un vero vincitore e che il conflitto, nel lungo periodo, si congelerebbe in un conflitto a bassa intensità. Opinioni diverse sono state riscontrate in Italia e negli Stati Uniti. Una pluralità di italiani ritiene che, alla fine, si raggiungerà un compromesso. Negli Stati Uniti, invece, le due opzioni più frequenti (sostanzialmente di pari peso) sono il raggiungimento di un compromesso o la trasformazione del conflitto in un conflitto a bassa intensità”.

Gli italiani appaiono anche quelli più favorevoli ad una riduzione delle spese militari, o a mantenerle agli attuali livelli, mentre i britannici appaiono i più propensi ad aumentare le spese militari.

In Italia c’è dunque ancora spazio politico e sociale per lavorare a testa bassa per impedire il coinvolgimento del nostro paese nella guerra.

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