Gianluigi Aponte, l’armatore che, se potesse, farebbe volentieri a meno della stampa e della comunicazione, ha deciso di acquistare il quotidiano genovese Il Secolo XIX. Lo ha annunciato nei giorni scorsi il Gruppo Gedi spiegando che le parti hanno “raggiunto un’intesa preliminare per la cessione” e dunque “entreranno ora in negoziazioni in esclusiva per consentire lo svolgimento della due diligence e, parallelamente, procederanno alla predisposizione e discussione dei documenti contrattuali che disciplineranno l’operazione”.
Me sa i giornali sono stati spesso visti come fumo negli occhi per il proprio business perché il patron di Mediterranean Shipping Company (Msc), gruppo numero 1 al mondo nel business del trasporto container e numero 3 nelle crociere, ha deciso di investire ed entrare nell’editoria? Le ragioni possono essere molteplici; completamente da escludere qualsiasi ragionamento di convenienza economica legate al core business dell’editoria. Più facile semmai pensare ad altri tipi di convenienze: politica, commerciale, di consenso pubblico e altro.
D’altronde gli interessi di Msc a Genova e in Italia sono sempre maggiori e spaziano dal trasporto marittimo di container, alle crociere, ai porti, ai traghetti, ai camion, ai treni, alla logistica terrestre e ora anche all’industria. Solo per rimanere nel capoluogo ligure l’azienda fondata e presieduta da Gianluigi Aponte è proprietaria di due grattacieli (le Torri Msc) a pochi passi dalla Lanterna, della Stazione Marittima del porto (terminal crociere e traghetti), di Grandi Navi Veloci, di Rimorchiatori Riuniti, del 49% della Ignazio Messina & C., del Terminal Bettolo che movimenta container ed è il secondo cliente del porto di Genova in termini di traffico container imbarcato e sbarcato mentre è largamente al primo posto per i crocieristi. Il maxi-appalto da 1 miliardo di euro della nuova diga di Genova serve anche e soprattutto alle sue maxi navi portacontainer e passeggeri perché possano approdare in sicurezza alle banchine del bacino portuale di Sampierdarena. Msc sponsorizza entrambe le squadre di calcio della città (Sampdoria e Genoa), sotto la Lanterna rifornisce le proprie navi, muove camion, treni, vorrebbe rilevare in cordata l’aeroporto Cristoforo Colombo e mantiene stretti e proficui rapporti con la classe politica locale (a partire dal viceministro ai trasporti Edoardo Rixi, passando per il governatore Giovanni toti fino al sindaco e super commissario Marco Bucci). Per dare l’idea del peso che Aponte ha in città il ridisegno del futuro Piano Regolatore Portuale del porto di Genova e Savona è stato mostrato e condiviso prima con lui che con la locale Confindustria.
Dato questo quadro complessivo non sorprende che, alla proposta di rilevare il quotidiano locale Il Secolo XIX, nonostante qualche iniziale incertezza e ritrosia l’esperto armatore abbia infine risposto affermativamente segnando in questo modo il suo sorprendente debutto nell’editoria e acquisendo un altro pezzo di potere in Liguria.
D’altronde avere il controllo di un giornale, tanto più con risorse interne specializzate sull’economia marittimo-portuale, non può che fare comodo a chi negli ultimi anni (grazie a profitti da decine di miliardi di dollari accumulati nel triennio Covid 2021-2023, 36 miliardi solo nel 2022) ha messo a segno una serie di investimenti e acquisizioni che fatica a riepilogare con completezza e precisione.
Andando a ritroso, oltre all’imminente operazione sul Secolo XIX e il subingresso nello stabilimento Warstila a Trieste (dove Msc intende avviare la produzione di vagoni ferroviari merci), il colosso armatoriale ginevrino starebbe trattando l’acquisizione della società di logistica e spedizioni Mvn Industrial Solutions, così come viene dato per imminente l’ingresso in Rail Hub Europa, la società che gestisce il retroporto di Rivalta Scrivia (Alessandria). L’elenco degli ultimi affari conclusi include invece la società di spedizioni francese Clasquin, il 50% di Italo in Italia, il 49,9% della società tedesca Hhla che gestisce i terminal container del porto di Amburgo, almeno il 50% dell’impresa ferroviaria spagnola Renfe Mercancias, il 100% di Bollorè Africa Logistics, la società brasiliana di spedizioni e terminal portuali Log-In e a Malta il 50% del cantiere navale Palumbo.
In Italia lo shopping degli ultimi anni ha visto Msc salire dal 50% al 80% del terminal container Trieste Marine Terminal, rilevare il 100% di Rimorchiatori Mediterranei da Rimorchiatori Riuniti, salvare dalla ristrutturazione finanziaria con banche e creditori la compagnia di traghetti Moby e la società armatoriale Ignazio Messina & C. (in entrambe i casi entrando al 49%) e più recentemente acquisendo la AlisCargo per arricchire la neonata Msc Air Cargo entrata da un anno nel business del trasporto aereo merci.
Prima di Aponte, anche il collega armatore francese Rodolphe Saadé, patron della compagnia di navigazione Cma Cgm, si è messo in mostra per aver rilevato ed essere oggi proprietario dei giornali La Provence, Corse-Matin e La Tribune tramite Cma Cgm Médias. Se il modus operandi fosse lo stesso potrebbe non essere da escludere che Il Secolo XIX sia solo il primo di una più ampia serie di investimenti nell’editoria da parte di Msc.
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