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27/03/2024

Gaza - Israele imbufalita per il voto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Trattative ferme

Ieri il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato per la prima volta una risoluzione per chiedere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.

Il testo, sostenuto da 14 Paesi tra cui Cina e Russia, è passato dopo che gli Stati Uniti hanno deciso di astenersi, e di non esercitare il diritto di veto. La risoluzione chiede un cessate il fuoco immediato durante il Ramadan e la liberazione di tutti gli ostaggi ancora a Gaza.

Il movimento palestinese Hamas ha dichiarato di aver accolto con favore la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che chiede un cessate il fuoco a Gaza e di essere pronto a uno scambio immediato di prigionieri con Israele.

Imbufalito invece il premier israeliano Benjamin Netanyahu che ha deciso di non inviare una delegazione a Washington come previsto, dopo che gli Stati Uniti non hanno posto il veto sulla risoluzione approvata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Il ministro degli Esteri Israel Katz afferma che la decisione degli Stati Uniti di sospendere il veto su una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che chiede un immediato cessate il fuoco a Gaza finirà per danneggiare Israele nei colloqui per liberare i suoi ostaggi detenuti da Hamas.

Parlando alla radio dell’esercito, Katz traccia una linea diretta tra il rifiuto da parte di Hamas delle condizioni israeliane per una tregua e un accordo sugli ostaggi in cambio di prigionieri e la decisione degli Stati Uniti di consentire l’approvazione della misura, che definisce “un errore morale ed etico”.

Il segretario di stato Antony Blinken ha parlato di Rafah e degli aiuti umanitari a Gaza con il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant, riferisce il Dipartimento di Stato.

Il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, si recherà oggi a Teheran per tenere colloqui con il ministro degli Esteri della Repubblica islamica dell’Iran, Hossein Amirabdollahian, sulla guerra in corso nella Striscia di Gaza. Lo ha riferito l’agenzia di stampa iraniana “Mehr”, aggiungendo che il leader di Hamas terrà anche un incontro con la stampa durante la sua visita nella capitale iraniana.

Le trattative sullo scambio di prigionieri si sono fermate

“Il movimento Hamas ha informato poco fa i mediatori che il movimento si attiene alla sua posizione e visione presentata il 14 marzo perché l’occupante non ha risposto a nessuna delle richieste fondamentali del nostro popolo e della nostra resistenza: un cessate il fuoco completo, il ritiro dalla Striscia di Gaza, il ritorno degli sfollati e un vero scambio di prigionieri” scrive l’organizzazione su Telegram. “Il movimento ribadisce che Netanyahu e il suo governo estremista hanno la piena responsabilità di aver vanificato tutti gli sforzi negoziali e di aver ostacolato il raggiungimento di un accordo fino ad oggi”.

Israele ha continuamente respinto le richieste avanzate da Hamas per un ritiro militare completo e un cessate il fuoco permanente, mentre il movimento palestinese ha condizionato qualsiasi ulteriore rilascio di ostaggi all’impegno israeliano a porre fine alla guerra. Israele ha respinto questa richiesta come delirante e ha insistito sul fatto che la sua campagna militare per distruggere le capacità militari e di governo di Hamas riprenderà una volta che qualsiasi accordo di tregua sugli ostaggi sarà attuato.

Alle prime ore di questa mattina, alcuni testimoni hanno riferito di attacchi israeliani nei pressi di Rafah, dove sono ammassati 1,5 milioni di palestinesi, la maggior parte dei quali sfollati a causa dei bombardamenti israeliani nel resto della Striscia di Gaza.

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